Maltempo, Amici di Paco e Mountain Wilderness: sospendete la caccia

LAGO DI GARDA - Il maltempo ha messo in ginocchio intere regioni, mietendo vittime umane, ma anche centinaia, forse migliaia, di animali selvatici. I sopravvissuti devono essere tutelati. Gli appelli per la sospensione della caccia su tutto il territorio nazionale.

«Non c’è bisogno di aggiungere altre parole a quelle di dolore e sconforto che sono state dette e scritte in questi giorni», commenta la Diana Lanciotti, scrittrice gardesana e fondatrice del Fondo Amici di Paco, associazione con sede a Desenzano.

«La catastrofe umana e ambientale da cui siamo stati colpiti è davvero pesante. Dico “siamo stati colpiti” perché, anche se non siamo stati direttamente toccati, come italiani e come persone non possiamo non sentirci coinvolti in questa grande tragedia che ha devastato il nostro territorio. Perciò ho scritto ai Presidenti delle regioni più colpite, ma anche al Ministro dell’Interno e al Presidente del Consiglio perché, tutti insieme, si attivino per sospendere la caccia su tutto il territorio nazionale. Sarebbe un segno di rispetto per la natura e l’ambiente, ma anche per la sensibilità di tutte le persone preoccupate per le sorti di tanti animali selvatici in pericolo, privati del loro habitat, terrorizzati, indeboliti».

Anche Mountain Wilderness Italia ha lanciato un appello in tal senso ”E’ inconcepibile in una situazione naturalistica tanto devastata permettere lo svolgimento della caccia. Gli animali sopravvissuti devono poter recuperare”.

Scrive Mountain Wilderness: “Una foresta distrutta non significa solo piante. La foresta è come una città, è un insieme di vite e significati che l’uomo ancora non è riuscito a comprendere nella sua complessità. In queste enormi distese sono rimasti uccisi decine di migliaia di animali selvatici, non solo i grandi ungulati (cervi, caprioli, daini), ma anche altra pregiata fauna selvatica”.

Per questo Mountain Wilderness Italia lancia un appello (lo puoi leggere qui) alle amministrazioni regionali delle Dolomiti, a quelle delle province autonome, perché venga chiusa da subito la stagione venatoria. E’ inconcepibile in una situazione naturalistica tanto devastata permettere lo svolgimento della caccia.

 

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