Ciclovia a Malcesine: tutte le criticità evidenziate dal Comitato

MALCESINE - Il Comitato per la Mobilità Sostenibile del Garda esprime la propria perplessità sulle numerose criticità dell'opera. Critiche sulla mancanza di un progetto unitario e condiviso. "Sull'Alto Garda meglio pensare a collegamenti via acqua".

Riceviamo dal Comitato per la Mobilità Sostenibile del Garda, costituitosi nel 2018 per vigilare sull’impatto dalla ciclovia del Garda, questo comunicato, che pubblichiamo integralmente.

“È notizia di questi giorni che la Società Veneto Strade S.p.A. ha avviato, in base ad un accordo di programma con il Comune di Malcesine siglato nel 2017 con il quale si è incaricata  la stessa Società Veneto Strade S.p.A. della progettazione  definitiva ed esecutiva, nonché della realizzazione dell’opera inerente il 6° lotto della ciclopista tratto da  Malcesine al confine con TN, i sondaggi per le verifiche geomeccaniche delle formazioni rocciose.

Il progetto preliminare per la realizzazione di un ‘collegamento ciclo-pedonale lungo le sponde del Garda’ è stato deliberato nel 2011 dai Comuni di Malcesine e Brenzone: il cui costo complessivo – finanziato dal Fondo Comuni Confinanti – ammonta a oltre 17 milioni di Euro.

I lotti insistenti sul territorio comunale di Malcesine, per i quali il Comune riceverà 11 milioni, sono il n. 2,3,4,5 e 6, di cui il sesto, il più complesso data la conformazione del territorio e lungo 2 km, costerà 7 milioni di euro.

È prevista la realizzazione di una galleria di 4-5 metri di diametro, parallela a quella stradale esistente, esclusivamente riservata a pedoni e ciclisti.

Il Comitato per la Mobilità Sostenibile del Garda, costituitosi nel 2018 e composto da numerose associazioni ambientaliste e culturali, esprime la propria fortissima perplessità su tali lavori per le seguenti ragioni.

Alcuni comuni gardesani, in modo scoordinato tra loro e non sottoponendo a dibattito pubblico i loro progetti, hanno realizzato e stanno realizzando segmenti – non collegati tra di loro – di una pista ciclopedonale che andrà a stravolgere lunghi tratti di coste, senza per altro essere classificabile come la ‘Ciclovia Turistica del Garda’ secondo gli standard previsti dall’ultima Direttiva del Ministero delle Infrastrutture del 2018.

In realtà, quella che a Limone viene attualmente propagandata come la ciclovia del Garda, è in effetti una costosissima passerella pedonale. Il tratto lungo 2 km di Limone è costato oltre 7 milioni di euro (quasi 4 milioni al km), ed anche per i 2 km del 6° lotto di Malcesine sono stanziati, come dicevamo, 7 milioni euro.

Temiamo che quest’opera pubblica, che comporterà esorbitanti costi, andrà a creare ulteriore traffico stradale e non consentirà una vera mobilità alternativa per i residenti.

Sottolineiamo inoltre il rischio geologico: come si è visto, a Limone – dove, a nostro avviso, si è privilegiato l’aspetto spettacolare della passerella in  sfregio alla bellezza della sponda –  questo non è stato eliminato, dati gli episodi di caduta sassi verificatisi.

Saranno necessari continui interventi di messa in sicurezza delle pareti rocciose (vedi recenti delibere del Comune di Limone per altre opere in parete). Ed infatti già adesso il Comune di Malcesine è alla ricerca di ulteriori fondi presso la Regione per la messa in sicurezza (articolo dell’Arena del 25.11.2018).

I criteri da noi individuati come indispensabili per la realizzazione di una vera ciclovia turistica sono i seguenti:

SICUREZZA prevedendo opere di difesa passive proporzionate ai rischi idrogeologici documentati dalle carte della pericolosità.

TUTELA DEL PAESAGGIO E SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE realizzando un’accurata progettazione con la consulenza di esperti paesaggisti e ambientalisti che sappiano trovare soluzioni intelligenti per ridurre al minimo gli impatti.

FUNZIONALITÀ progettando le opere e integrandole nella pianificazione territoriale sovra comunale della Mobilità Sostenibile, con requisiti tecnici uniformi e tali da consentire l’uso agevole delle infrastrutture a turisti e residenti della costa gardesana (che per primi dovrebbero poter utilizzare queste piste in alternativa alla strade carrabili), in particolare a persone diversamente abili, garantendo una adeguata fruibilità sia a ciclisti che a pedoni.

Chiediamo che per i tratti dell’Alto Garda, le cui sponde sono scoscese, qualora non si possa trovare soluzioni idonee per assicurare i predetti criteri, si pensi realmente ad un collegamento via acqua, anche in virtù del fatto che il protocollo della ciclovia turistica del Garda prevede, in fase progettuale, l’obbligo per i tratti problematici anche la presentazione delle soluzioni alternative.

Le piste ciclabili servono, è però importante che siano fatte bene, rispettando innanzitutto il delicatissimo ambiente gardesano; per questo chiediamo che, oltre alla presentazione pubblica, prima della fase esecutiva i progetti siano sottoposti volontariamente alla Valutazione di Impatto Ambientale”.

La pista a sbalzo di Limone.

 

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