Riapre l’idroscalo. A Desenzano rivive il mito di Agello e dell’Alta Velocità

DESENZANO DEL GARDA - L’Idroscalo di Desenzano, sede del leggendario reparto alta Velocità, riapre le porte dei suoi hangar. Per due giorni, sabato 8 e domenica 9, potremo visitare questo luogo leggendario, dal 1928 al 1936 uno dei punti di riferimento mondiali dell’Aeronautica Militare.

Sabato 8 e domenica 9 giugno, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 18, sarà a disposizione degli avventori un’esposizione museale con visite guidate all’interno della struttura che fu sede del leggendario RAV, reparto alta velocità.

Un percorso studiato nei minimi particolari, con le guide che accompagneranno gli ospiti in una visita che durerà circa 40 minuti: gli oggetti e i reperti dell’epoca verranno spiegati e riportati alla luce, così come i record di Agello e molto altro ancora. Ci sarà persino la possibilità di accedere nella cabina del velivolo Tornado, aereo da combattimento biposto.

Un richiamo che per due giorni unirà in Viale Motta, dove ha sede l’idroscalo, luoghi di memoria, ma anche di rilievo turistico e di utilità per la comunità locale.

La mostra, fortemente voluta dall’Amministrazione comunale e dal sindaco Guido Malinverno, è stata curata dal 6° Stormo dell’Aeronautica Militare in collaborazione con l’Associazione Arma Aeronautica e con il Comitato dell’Idroscalo di Desenzano.

L’ingresso è gratuito.

 

La storia dell’idroscalo

Durante la Prima Guerra Mondiale fu aperta a Desenzano una base per gli idrovolanti, usati principalmente per funzioni di ricognizione aerea. Terminato il conflitto, la base rimase operante, con modeste incombenze militari, fino al 1927 quando fu costituita la scuola per la sperimentazione dell’alta velocità nel volo aereo.

Fu così che nel maggio 1928 giunsero all’Idroscalo i primi aerei da competizione con i piloti che iniziarono prove e collaudi in vista della gara per la conquista della Coppa Schneider che si sarebbe tenuta in Inghilterra nel 1929.

Alla fine del 1931 la scuola si trasformò nel Reparto Alta Velocità, ottenendo così un’autonomia maggiore nella elaborazione dei progetti. L’obiettivo principale di quegli anni fu quello di raggiungere il primato di velocità assoluta mondiale: record che arrivò il 10 aprile del 1933 da un MC 72 pilotato dal capitano Francesco Agello.

Ma non fu ancora quello definitivo in quanto lo stesso Agello il 23 ottobre del 1934 superò il suo stesso primato oltrepassando la soglia dei 709 km/h e stabilendo quello che, tutt’oggi, resta un record imbattuto nella sua categoria.

 

Proseguirono gli sviluppi e i progetti che tuttavia richiedevano grossi investimenti: data l’onerosità che le prove di velocità comportavano, furono pertanto vietati ulteriori tentativi di superare il record di Agello. L’impresa, considerata conclusiva dalle autorità, segnò l’inizio della smobilitazione del RAV, che chiuse definitivamente i battenti nell’autunno del 1936

Tutto questo è stato il Reparto Alta Velocità che, fra il 1928 ed il 1936, fece di Desenzano uno dei punti di riferimento mondiali dell’Aeronautica Militare.

 

Il Maresciallo Francesco Agello

Il Maresciallo Francesco Agello, nato a Casalpusterlengo il 27 dicembre del 1902, era un uomo pieno di vita; in gioventù si era dedicato alla pratica di molti sport tra cui la ginnastica, il nuoto, la bicicletta, il calcio. Ma fu la motocicletta, sua grande passione giovanile a infondergli l’amore per la velocità.

Nel 1924 conseguì l’ambitissimo brevetto di pilota e quattro anni dopo fece domanda per entrare nella neo costituita Scuola Alta Velocità di Desenzano. La creazione di una scuola per l’addestramento al volo ad alta velocità fu ritenuta necessaria dopo l’edizione della ‘Coppa Schneider’ disputata a Venezia nel 1927 dove i piloti italiani Arturo Ferrarin e Mario De Bernardi dovettero ritirarsi a causa di improvvisi guasti meccanici. Il Comando della Scuola fu affidato al Colonnello pilota Mario Bernasconi.

Così il 15 maggio 1928 Francesco Agello fece il suo ingresso all’idroscalo di Desenzano, forse attirato dalla dura, inesorabile selezione attraverso la quale dovevano passare tanti piloti prima di giungere, privilegio di pochi, ad appuntare l’ambitissima V rossa sopra l’aquila d’oro, il segno distintivo dell’allora purissima ‘aristocrazia’ del volo. L’addestramento molto duro e impegnativo consisteva nel percorrere per sette volte un circuito di 50 km a forma di triangolo acutangolo, con due virate di quasi 180°. “L’attività della Scuola – scriveva il Colonnello Bernasconi – unita al progresso dell’idrovolante e del motore, che sono totalmente italiani in ogni loro particolare, ha permesso di ottenere tali risultati.

Gli uomini, forgiati nei diuturni faticosi e pericolosi voli, si sono abilitati a portare apparecchi di così elevata velocità il cui peso, di tre tonnellate, è distribuito su pochi metri quadrati d’ala caricati, ciascuno, con più di 200 chilogrammi. Essi effettuano partenze dall’acqua a velocità di flottaggio di 250 km/ora per ritoccarla anche a più di 300 km orari, compiono virate sviluppanti enormi forze centrifughe, dominano motori di circa 3.000 C.V. di potenza”.

ex idroscalo desenzano
L’idroscalo di Desenzano.

 

Alle ore 14,56 del 23 ottobre 1934 Agello conquistava il primato di velocità. Il volo non durò più di 15 minuti, il tempo necessario per compiere i quattro passaggi sulla base. All’idroscalo di Desenzano sul Garda, sede della Scuola di Alta Velocità, il maresciallo Agello su apparecchio Macchi Castoldi M.72, motore Fiat AS 6 batteva il suo precedente primato mondiale di velocità su base, effettuando i quattro passaggi regolamentari alla media di 709,209 km orari.

Il primato precedente, stabilito il 10 aprile 1933, era di 682,078 km orari. I documenti relativi alla prova venivano inviati dall’Aero Club d’Italia, alla Federazione Aeronautica Internazionale per l’omologazione. Per questa storica impresa il Maresciallo Agello venne decorato con la Medaglia d’Oro al Valore Aeronautico con la seguente motivazione: ‘Pilota d’Alta Velocità di eccezionale valore ed ardire, dopo aver concorso con difficili e pericolosi voli sperimentali alla messa a punto del più veloce idrovolante del mondo, conquistava per due volte il record mondiale di velocità assoluta’. Il Maresciallo Agello per meriti aeronautici fu promosso Ufficiale con il grado di Sottotenente. Il Cap.

Francesco Agello perse la vita in un incidente di volo presso l’aeroporto di Bresso in provincia di Milano il 24 novembre 1942.

 

Il relitto del Fiat C.29

Era il 16 luglio 1929. Il prototipo Fiat C.29, matricola 129, pilotato dal sergente maggiore Francesco Agello, asso del volo e pilota del Reparo Alta Velocità, stava ammarando nelle acque di Desenzano quando un’onda anomala lo fece impennare.

Il velivolo, che viaggiava ad oltre 150 km orari, si inabissò. Agello venne ripescato indenne e nel 1934, ai comandi di un Macchi-Castoldi, registrò il record di velocità (709,202 km/h) per la categoria idrovolanti con motore a pistoni, tuttora non superato, diventando leggenda. Per oltre novant’anni attorno al Garda si è alimentato il mito del Fiat C.29, che nessuno, nonostante tanti tentativi, era mai riuscito a trovare.

Ci sono riusciti nel 2016 i Volontari del Garda, Nucleo nautico e subacqueo.

idrovolante Agello
Il relitto dell’idrovolante Fiat C.29, matricola 129 del sergente maggiore Francesco Agello, asso del volo e pilota del Reparo Alta Velocità.

 

[themoneytizer id=”16862-1″]

[themoneytizer id=”16862-16″]

I commenti sono chiusi.