Profumo d’Olimpia. Gli incroci tra Centomiglia e Olimpiadi

#tuttiacasa a leggere un libro, un racconto, a guardare le immagini della vela, del Garda, delle sue regate, delle sue avventure. Continua con questo racconto l'iniziativa promossa dal Circolo Vela Gargnano.

Nel 1957, quando già qualcuno aveva pensato a percorsi “più corti” con la suddivisione per scafi a bulbo e derive, tra queste si impone il 505 del francese Jacques Le Brun, alfiere del glorioso Circolo della Vela di Parigi, medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1936 a Los Angeles con il singolo. Le Brun più che per il suo oro olimpico viene ricordato, nella passate pubblicazioni, solo per aver battuto l’equipaggio di casa del “Limnia” e formato dalla coppia Filippini-Lorenzi.

“Olimpiadi” e “Cento” si incrociano da subito. Lo fanno con uomini e barche. Partendo dalle ultime edizioni, il Mondiale del catamarano Tornado nell’estate 2009. Nel ricordo di quel multiscafo che 40 anni prima (1969) vinceva con Fabio Albarelli e Franco Oradini. Per poi diventare categoria olimpica sul lago Kingston nel 1976 fino a Pechino 2008. Su quel mare dove l’oro, nella prestigiosa Star, va ai britannici Iain Percy ed Andrew “Bart” Simpson, due di “+39 Challenge”, la prima barca del Circolo di Gargnano in Coppa America.

E nella storia l’inizio è datato – come già narrato – 1951. La vittoria assoluta è del 6 metri “Airone”, in verità uno scafo lungo più di 11 metri. Il numero “Sei” che si riferisce ad una formula con vari parametri (lunghezza, peso, velatura). E’ una delle classi olimpiche di quei tempi. Alle prove inglesi del 1948, con la vela sul mare di Torquay, l’Italia era rappresentata da “Ciocca II”, che aveva a bordo Beppe Croce, la svizzera da “Ylliam” con il leggendario Louis Noverraz, due barche che racconteranno mitiche sfide nel “Peler” del Benaco. Come il 5.50 “Voloira” che rappresentò i colori azzurri a Napoli 1960, il “Grifone” che sul lago vinse , in categoria, negli anni ’71, ’73 e ‘75. Che con l’ammiraglio Agostino Straulino aveva conquistato un Mondiale e fu a Tokio nei Giochi del 1964.

Le quattro affermazioni di “Violetta” che si legano a Pino Canessa che, in Inghilterra nel 1948, correva con il Dragone “Ausonia” in compagnia del prodiere Luigi de Manicor che, era già stato, oro a Kiel, nel 1936, con l’8 metri “Italia”. Nel 1957, quando già qualcuno aveva pensato a percorsi “più corti” con la suddivisione per scafi a bulbo e derive, tra queste si impone il 505 del francese Jacques Le Brun, alfiere del glorioso Circolo della Vela di Parigi, medaglia d’oro alle Olimpiadi del 1936 a Los Angeles con il singolo. Le Brun più che per il suo oro olimpico viene ricordato, nella passate pubblicazioni, solo per aver battuto l’equipaggio di casa del “Limnia” e formato dalla coppia Filippini-Lorenzi.

Il velista francese Jacques Le Brun.

 

Il veronese Fabio Albarelli è il primo con una medaglia olimpica sul petto che figura nell’albo d’oro del trofeo conte Bettoni. Un trofeo Bettoni che vanta in tempi più recenti altri protagonisti: Flavio Scala, 5° a Monaco-Kiel nel ’72, che vince nel 1966 con una Star; Luca Santella e Giorgio Zuccoli, coppia con il Tornado a Seoul 1988 due volte primi con “Avant Garde”, Mario Celon con il fratello Claudio, tre volte azzurri, fanno parte della panchina lunga di “Grifo” che si impone nell’edizione del 1989.

Nuovamente Giorgio Zuccoli e Angelo Glisoni che con l’australiano (ora olandese) Mitch Booth (due medaglie olimpiche) si aggiudicano la Cento del 1993 a tempo di record (6 ore e 5 minuti); le affermazioni di Roberto Benamati (starista azzurro a Barcellona ’92 e Campione Mondiale un anno prima).

Un Trofeo Bettoni che profuma d’Olimpia. Come il Trofeo Giorgio Zuccoli della Multi Cento con l’austriaco Andreas Hagara e le due medaglie dello statunitense Randy Smyth. Fino al 2009 quando sul traguardo di Bogliaco sfreccia il “Full Pelt”, esempio “british” di come interpretare la classe libera, portato da Jo Richards e Stephen Fein, due dell’Isola di Wight, la capitale della vela, gigantesca “boa” della prima America’s Cup, bronzo alle Olimpiadi del 1984 a Los Angeles.

La storia continua. Il 2010 rivede primi assoluti i tedeschi. L’onore spetta a “Wild lady”, barca del lago di Costanza, pinna basculante, due derive laterali, un doppio timone. E’ la nuova frontiera della classe libera e della velocità. “Raffica”, “Clandesteam”, la sperimentazione di percorsi differenziati che porta primo sul traguardo (del 2015) il piccolo (7 metri e mezzo) “Cool Running” con lo skipper danese Thorkild . Il ritorno al passato 12 mesi dopo, partenza e percorsi uguali per tutti, il multishow va in scena con i grandi e piccoli multiscafi che con “Itelligence” dei fratelli tedeschi Sach vincono Trofeo Bettoni e Trofeo Zuccoli davanti ad altri 5 catamarani. La storia continua…

 

 

 

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