Mio fratello rincorre i dinosauri: Stefano Cipani vince anche il David Giovani

Dopo la vittoria del premio Young Audience Award 2020 agli European Film Awards, per il film d’esordio del salodiano Stefano Cipani, «Mio fratello rincorre i dinosauri» vince anche il Premio David Giovani, assegnato in occasione della 65° edizione dei David di Donatello, gli Oscar del cinema italiano.

Se nel caso dello Young Audience Award 2020 agli European Film Awards a premiare la storia commovente di Jack e Gio erano stati oltre 2mila giovani europei dai 12 ai 14 anni, questa volta, per il David Giovani assegnato in occasione della 65° edizione dei David di Donatello, sono stati i ragazzi italiani di 17 e 18 anni, studenti degli ultimi due anni delle superiori, a votare in massa il film tratto dall’omonimo bestseller di Giacomo Mazzariol, che racconta con tenerezza il rapporto col fratellino con la sindrome di Down.

Un film che è piaciuto ai ragazzi italiani (ogni anno sono più di 6mila a formare la giuria del David Giovani), come ai ragazzi europei. C’è una ragione particolare? «Forse – dice il regista -, perché nel film i giovani sono trattati come adulti, cioè sono presi sul serio. Di solito il mondo degli adolescenti è raccontato dal punto di vista degli adulti e, spesso, è guardato con sufficienza. Invece i giovani sentono l’esigenza di essere presi seriamente, hanno voglia di vedere sé stessi in situazioni intelligenti. Credo, e al tempo stesso mi auguro, che sia questa la ragione».

Prima la ribalta alla 76° Mostra del Cinema di Venezia, poi i successi al botteghino (oltre 2,5 milioni di incasso), il plauso della critica, il Young Audience Award 2020, ed quest’altro premio prestigioso. Se l’aspettava? «È stata, anche stavolta, una vera sorpresa. Tanto più che competevamo con film molto importanti («Il traditore» di Marco Bellocchio, «L’uomo del labirinto» di Donato Carrisi, «La dea fortuna» di Ferzan Ozpetek e «Martin Eden» di Pietro Marcello, ndr). Siamo veramente felici, anche per la candidatura di Isabella Ragonese come Miglior attrice protagonista».

Stefano Cipani sul set con Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese.

 

Cipani è il regista italiano del momento. Un altro salodiano, dopo Luigi Comencini (nato in via Cure del Lino l’8 giugno 1916), tra i grandi del cinema? «Paragone che mi imbarazza. Comencini è un maestro, io sono alle prime armi. Però una cosa ci accomuna: abbiamo lo stesso interesse verso un cinema che si avvale dell’istintività, della purezza e dello sguardo giovanile. É salodiano anche Angio Zane. Mio zio Dario Cipani aveva recitato con lui da bambino, era considerato un attore prodigio».

Il cinema è nel dna di famiglia. Vedremo mai un suo film ambientato sul lago? «Probabile, se continuano a lasciarmi fare film. Mi affascinano il Seicento e il Settecento gardesani, la Magnifica Patria, il periodo del banditismo. Ci sono storie interessanti da raccontare». A cosa sta lavorando? «Sto valutando un paio di sceneggiature. Non vedo l’ora di ricominciare. Il lockdown ha fermato anche il cinema. Tra l’autunno 2020 e la primavera 2021 mi auguro di essere di nuovo sul set».

 

 

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