Col kitesurf sconfinano dalla Lombardia al Trentino. Parlano i ragazzi multati

ALTO GARDA – Più di 5mila euro di multa a 9 bresciani per aver sconfinato dalla Lombardia al Trentino mentre facevano kitesurf. I ragazzi scortati in commissariato a Riva, dove tra un verbale e l'altro, sono rimasti fino alle 10 di sera. Sanzione per molti spropositata.

Ingente lo spiegamento di mezzi: motovedetta in acqua e scorta della Polizia fino a terra, alla base di Limone, e da lì in Questura a Riva del Garda dove sono state contestate le infrazioni e applicate le multe, per un totale di 5.670 euro. E dove i 9 sportivi bresciani, sorpresi in acque trentine verso le 15.30 di martedì scorso, 26 maggio, sono stati trattenuti fino alle 10 di sera.

«Abbiamo sbagliato, lo sappiamo – dicono i surfisti – ma ci risulta difficile comprendere tutta questa inflessibilità. In fondo facevamo solo sport, in acqua, senza creare assembramenti… Fa sorridere il fatto di essersi visti elevare una multa per violazione delle norme anti-contagio in una situazione come questa, quando vediamo cosa succede, tanto per fare un esempio, nei luoghi della movida”.

Due le violazioni contestate: inosservanza del divieto di spostamento tra regioni e del divieto di svolgere la pratica del kitesurf fuori dagli orari previsti in acque trentine.

 

Due infrazioni in un colpo solo, per una sanzione complessiva di 5.670 euro. Tanto è costata a nove surfisti bresciani l’uscita in kite surf nelle acque ventose dell’alto Garda.

I surfisti, tutti ragazzi residenti sull’Alto Garda bresciano, sono stati sorpresi verso le 15.30 di martedì 26 maggio dagli agenti della Squadra Acque Interne del Commissariato di Polizia di Riva del Garda mentre praticavano kitesurf in acque trentine, infrangendo in tal modo ben due disposizioni.

Innanzi tutto quella che vieta gli spostamenti da una regione all’altra (tranne che per motivi di lavoro, salute e urgenti). Non che sulle acque del lago sia segnalato il confine amministrativo tra la Lombardia e la Provincia Autonoma di Trento (ad indicarlo c’è un palo del diametro di circa 5 cm, alto 1.5 metri, di colore bianco e rosso fissato nella roccia sulla costa, non proprio visibilissimo mentre cavalchi le onde a 40 km/h su una tavola da surf, trainato da un aquilone), ma certo le regole sono regole.

La seconda infrazione riguarda l’osservanza delle disposizioni relative alla navigazione con kitesurf sul lago di Garda, che in acque trentine è vietato dalle 10 alle 16.30. Fanno, calcolando il pagamento in misura ridotta se la multa viene saldata entro 5 giorni, 280 euro per la prima violazione e 160 per la seconda. In tutto 440 di multa ad ognuno dei 7 ragazzi che si trovano in acqua a praticare kitesurf. Ai due istruttori rimasti sul gommone di assistenza è stato contestato solo lo spostamento tra regioni, 280 euro. Altri 250 euro di multa sono stati affibbiati alla scuola kite, che, fa sapere, si impegna a pagare metà delle multe date ai surfisti. Peraltro tutti esperti e ben informati sulle norme in vigore.

«Siamo usciti in gommone da Limone – dicono i multati – e ci siamo “lanciati” da acque lombarde. Purtroppo le condizioni del vento ci hanno portato in Trentino. Abbiamo scarrocciato e siamo finiti oltre confine. Abbiamo sbagliato e ne paghiamo le conseguenze».

I surfisti affermano di non aver sconfinato volontariamente: «C’era un vento rafficato, abbiamo scarrocciato, siamo entrati in Trentino senza accorgercene, inavvertitamente».

 

Raccontano i surfisti: «Siamo partiti sda acque lombarde con i nostri kitesurf e siamo finiti oltre confine a causa del poco vento, in quanto non riuscivamo a bolinare. Il problema è che sono state fatte 28 chiamate alla Polizia per segnalare la nostra presenza in acque trentine. La squadra nautica della Polizia, invece di avvertirci o invitarci a risalire sul nostro gommone assistenza, ci ha scortato in spiaggia a Limone con tanto di lampeggianti. Arrivati in spiaggia in Lombardia ci attendeva un pattuglia della stradale con altri 2 poliziotti che ci hanno obbligato con le nostre auto a seguirli in questura a Riva del Garda, oltretutto rientrando quindi in Trentino, dove ci hanno fatto restare fino alle 22, solo per farci i verbali. Ok, abbiamo sbagliato, ma stavamo solo facendo sport, a 100 metri di distanza uno dall’altro».

Aggiungono i ragazzi: «E’ difficile comprendere tutta questa inflessibilità. In fondo facevamo sport, in acqua, senza creare assembramenti… fa sorridere ricevere una multa per violazione delle norme anti-contagio in una situazione come questa, soprattutto dopo aver visto quello che è successo in piazza Arnaldo a Brescia, tanto per fare un esempio».

I ragazzi multati hanno ricevuto la  solidarietà di tanti sui social network. Sulla questione abbiamo chiesto un parere a Domenico Foschini, gardesano, consigliere nazionale della Federazione Italiana Vela e responsabile nazionale dell’Attività Giovanile: «Leggi e regolamenti vanno rispettati, ci mancherebbe altro, ma forse bastava una strigliata».

Conclude Foschini: «Lo sport del kite può portarti, a causa delle condizioni di vento, a fare bordi fuori dalle coordinate di navigazione che ti eri prefissato. Ripeto: bastavano una strigliata e un richiamo alla scuola o al circolo che prestava assistenza. Sul lago ci sono problemi ben più gravi e comportamenti ben peggiori ai quali andrebbe prestata attenzione».

 

 

 

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