“Mettiamoci un croce sopra”

MONTE BALDO - Le sezioni veronesi del Cai contro il discusso progetto della croce astile dedicata a Giovanni Paolo II sul Baldo. E' alta 18 metri, come una palazzina di 6 piani: «Impattante ed estranea a paesaggio e alla cultura locale».

La conferenza stabile delle Sezioni veronesi del Cai ha scritto al Comune di Malcesine (ma anche all’Unione Montana Baldo-Garda, al Cai nazionale, a Italia Nostra, Legambiente e WWF) chiedendo di rinunciare al progetto che prevede l’installazione della discussa opera dedicata a Papa Wojtyla, alta 18 metri, come una palazzina di sei piani, in vetta al Baldo, nei pressi della stazione di arrivo della funivia a Tratto Spino e la chiesetta della Madonna della Neve.

«E’ di questi giorni la notizia – scrivono i Cai veronesi – che il Consiglio comunale di Malcesine, a maggioranza, ha approvato l’installazione sul territorio del Monte Baldo della “Croce astile più alta del mondo” (18 metri), realizzata in vetroresina dallo scultore Andrea Trisciuzzi, rimasta fino ad oggi inutilizzata e non collocata.
Apprendiamo anche che, in precedenza, il Comune di Cortina d’Ampezzo aveva dato la disponibilità ad accoglierla nel proprio territorio, disponibilità poi venuta meno per motivi tecnici e amministrativi.
Come sappiamo, le nostre montagne sono costellate di simboli e testimonianze storiche della devozione delle popolazioni locali, diventati nel tempo parte integrante del paesaggio alpino e prealpino. Negli ultimi tempi però abbiamo assistito al diffondersi di nuove installazioni frutto di una visione più “scenografica” che devozionale di questi simboli. Una diffusione impattante e, il più delle volte, decisamente estranea tanto al paesaggio quanto alla cultura locale».

Le Sezioni veronesi del Club Alpino Italiano «non hanno nulla contro la simbologia e le manifestazioni religiose. Molti nostri Soci sono fedeli praticanti e lo testimoniano in diverse occasioni, quali, ad esempio, gli annuali appuntamenti della festa degli alpinisti veronesi alla chiesetta vicino al rifugio Revolto, nel Gruppo del Carega (a fine giugno), o alla festa di Santa Rosa, all’omonima chiesetta presso il rifugio Barana al Telegrafo, sul Monte Baldo di fine agosto. Appuntamenti organizzati proprio dalle sezioni del CAI.

Ma in questo caso non parliamo né di fede né di ricorrenze, parliamo di installare un oggetto altamente impattante, sia dal punto di vista estetico che da quello paesaggistico e ambientale, in un ambiente che meriterebbe ben altre attenzioni.

Oltre all’installazione della croce, definita “la più alta al mondo”, leggiamo anche che “sarà realizzato un sentiero attraverso il quale si potrà raggiungere la croce astile dal Santuario della Madonna della Corona”, quindi un percorso pensato ad hoc, forse per avere una sorta di “processione turistica” che poco ha a che vedere con una frequentazione consapevole e discreta della montagna, quale noi del CAI promuoviamo da sempre.

La montagna è di per sé un luogo di pace e di riflessione e non ha quindi bisogno di nuove installazioni e di manifestazioni estemporanee e altamente invasive, probabilmente frutto più di ambizioni personali che di autentica fede.

Le Sezioni veronesi del Club Alpino Italiano esprimono quindi il proprio netto dissenso da questa e da ogni altra iniziativa che porti ad alterare così vistosamente l’ambiente del Monte Baldo, e invitano il Sindaco e il Consiglio comunale di Malcesine a ritornare su questa inopportuna e dannosa decisione, “mettendoci una croce sopra».

La lettera è firmata dalla Conferenza Stabile delle Sezioni Veronesi del CAI (Cesare Battisti-Verona, Bosco Chiesanuova, Cavino, Legnago, San Bonifacio, San Pietro in Cariano, Tregnago, Verona).

La Croce astile. Foto di Renzo Udali.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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