Troppi cormorani, i pescatori lanciano l’allarme

LAGO DI GARDA - «Basta cormorani!». L’appello è lanciato da UPBS, l’Unione Pescatori Bresciani, che chiede «di attuare sin da subito i contenimenti già autorizzati».

Un’invocazione a protezione dell’ecosistema lacustre dall’effetto devastante di questo uccello alloctono, presente in sovrannumero, ormai senza nemici naturali e in continua crescita dato il tasso riproduttivo molto elevato.

Il cormorano contribuisce in maniera drastica alla diminuzione dello stock ittico, cibandosene in gran quantità, ed è spesso anche causa del ferimento dei pesci afferrati col becco nei tentativi di cattura non riusciti. I pescatori stimano che sul Garda ci siano 5mila esemplari di cormorano, ognuno dei quali, ogni giorno, può ingurgitare 500 grammi di pesce. Un banchetto quotidiano di due tonnellate e mezzo. E si pensa che uguale quantità di pesce vada perduta a causa delle ferite riportate nei tentativi falliti di cattura.

Per i pescatori non c’è più tempo da perdere: questi numeri impongono un fermo controllo dell’impatto che il cormorano genera sulle specie ittiche. «Solo attorno all’isola del Garda – dice Maurizio Scarmigliati, presidente dall’Unione Pescatori Sportivi del Garda (UPSdG) – abbiamo contato 200 posatoi notturni. Significa che quegli uccelli vivono lì stabilmente. Generalmente si spostano, ma stanno diventando stanziali. Sulle rocce tra Gargnano e Limone ci sono posatoi in cui vivono stormi di 30, 50, addirittura 100 cormorani. Per non dire della loro presenza nel basso lago: ormai non si contano più».

I pescatori chiedono che gli enti preposti tengano in considerazione i dati sulla presenza della specie e che venga data attuazione a sostanziosi piani di abbattimento. Una proposta che altrove ha fatto insorgere le associazioni ambientaliste, ma che potrebbe rivelarsi l’unica strada percorribile per tutelare la fauna ittica. Se la natura non riesce più a mitigare il numero di cormorani è necessario l’intervento dell’uomo.

«I ripopolamenti, le attività degli incubatoi, i controlli anti bracconaggio e tutto quanto si sta facendo per tutelare il pesce del Garda – conclude Scarmigliati – viene vanificato dalla voracità di questi uccelli».

«Porteremo le nostre richieste agli organi di competenza – dice l’Unione Pescatori Bresciani -, non si può più far finta di nulla. I pesci non volano e non si vedono, ma esiste anche una fauna ittica da salvaguardare. Chiediamo di intervenire subito».

 

Dal Tar di Trento l’ok all’abbattimento

Intanto arriva dal Tar il semaforo verde all’abbattimento di 120 cormorani all’anno per contenere la popolazione. Obiettivo è tutelare altre specie in pericolo, in particolare la trota marmorata, di cui i cormorani sono ghiotti.

Come riporta il quotidiano trentino L’Adige «i giudici amministrativi hanno infatti respinto la domanda cautelare presentata da Lipu, Wwf e Pan Eppa. Le tre associazioni chiedevano di sospendere la delibera con cui nell’ottobre scorso la Provincia, in deroga alla “Direttiva uccelli” dell’Unione Europea, ha introdotto un “piano di disciplina del controllo del cormorano dal 1° ottobre 2020 al 15 marzo del 2025″».

«Alla deroga – scrive inoltre L’Adige – ha dato parere favorevole anche l’Osservatorio faunistico provinciale ha evidenziato che gli interventi di dissuasione incruenti (spari a salve o altre fonti sonore) hanno un’efficacia limitata, anche a fronte di uno sforzo elevato e ha indicato l’abbattimento quale unico intervento diretto che può sortire qualche risultato. L’Ispra ha condiviso queste motivazioni con il vincolo però che il piano di abbattimento non superi i 120 esemplari».

La siluette di un cormorano sul Garda.

 

 

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