Croce sul monte Baldo, le associazioni: “Opera che va fermata”

MALCESINE - Cresce il movimento che si oppone al progetto di collocare sul bando una croce di 18 metri, alta quanto un palazzo di 6 piani. L'associazionismo: «Serve un concetto di limite».

Dopo la petizione su Change.org (ne abbiamo scritto qui), si mobilitano altre associazioni contro il progetto di collocare una croce astile sul Baldo.

Si tratta di Legambiente Verona, Legambiente Baldo-Garda, Wwf veronese, Italia nostra sezione  di Verona, associazione Il Carpino, Veronapolis, che scrivono in una nota: «Sono passati quattro mesi da quando il Comune di Malcesine ha deliberato di piazzare una croce di 18 metri sul Monte Baldo, per attivare un turismo religioso che porterebbe con sé tutte le infrastrutture necessarie a permettere di accogliere i turisti in pellegrinaggio. Con l’accordo di programma firmato tra Comune e PGP2 srl, la ditta concessionaria dei diritti sulla croce, e specializzata in “commercializzazione di marchi, invenzioni e modelli ornamentali e merchandising”, il Comune si impegna a svincolare l’area dagli usi civici, sostenere le spese di progettazione, le spese di installazione e costruire piazzole di sosta attorno all’area. Alla ditta spetterebbe il canone di pochi euro all’anno su una concessione trentennale sull’area.

Ad oggi la Regione Veneto ha già dato parere favorevole allo svincolo degli usi civici, ora la parola passerà alla Soprintendenza di Verona che si dovrà esprimere sull’opera e sugli impatti che avrà sul paesaggio.

Un business che agevola il privato a discapito di una comunità intera secondo Legambiente Verona, Legambiente Baldo-Garda, WWF Veronese, Italia Nostra, Verona Polis, Associazione Il Carpino, non tenendo conto che l’area è un ecosistema delicato area SIC e ZPS , che va tutelato e preservato.

Sia sul Monte baldo che sul lago di Garda il concetto di limite va messo in atto: limite alle edificazioni, limite alle speculazioni, al consumo di suolo e limite all’industria del turismo senza qualità. E’ ora di dire basta alla arroganza di amministratori che trattano la cosa pubblica come fosse affare privato. Il ruolo di amministratore pone importanti responsabilità sul futuro delle comunità.

Il Garda vede ogni anno, in epoca pre-covid, 25 milioni di presenze e stimolare un’ulteriore industria del turismo di massa, facendola passare come benefica per la comunità, è chiaro a tutti che non sta più in piedi. Il lago ed il Baldo sono delicati e fragili ecosistemi che vanno tutelati per preservare il futuro anche economico delle comunità. Concetti abusati come fruizione che fa rima spesso con sfruttamento a tutti i costi vanno ripensati. A che serve fare diventare il Monte Baldo l’ennesimo parco divertimenti? Quali sono i benefici collettivi? Cosa c’è di spirituale ed in armonia con ambiente e natura nello stimolare altro turismo di massa verso un territorio che oggi più che mai va protetto?

Qui – concludono le associazioni – non c’entra la sacralità della croce: c’entra la speculazione, c’entra l’arroganza di chi si crede detentore di un piccolo potere da far valere a discapito della comunità».

La Croce astile. Foto di Renzo Udali.

 

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