Croce di 18 metri sul Baldo: il “no” delle associazioni a un progetto assurdo

MALCESINE - Un plinto in cemento di 17 mc  per sostenere un croce in resina alta 18 metri, come un palazzo di 6 piani, in una delle aree più belle del Baldo. Le associazioni: «Il Baldo non ne ha bisogno e soprattutto non ha bisogno di tutte le infrastrutture che ne seguiranno. Pronti a passare alle vie legali».

Da mesi le maggiori associazioni ambientaliste di Veneto e Trentino Alto Adige fanno appelli all’amministrazione locale, alla Regione Veneto e alla Soprintendenza ai Beni Ambientali affinché si blocchi il progetto, approvato dall’Amministrazione del Comune di Malcesine, relativa all’installazione di una croce alta 18 metri e opere connesse sul Monte Baldo in prossimità dell’arrivo della funivia di Malcesine.

«Ad oggi – fa sapere Legambiente Verona, che venerdì, assieme da altre associazioni, ha tenuto una conferenza stampa sulla questione –  l’attenzione è stata catalizzata dall’impatto che una croce alta come un palazzo di 6 piani può creare, ma l’altro imputato è l’accordo di programma, sottoscritto a novembre scorso dal medesimo comune e la ditta proprietaria e concessionaria dei diritti sulla croce (PGP2 srl), che prevede “la concessione per 30 anni di 600 mq in uso esclusivo a PGP2 s.r.l., previo svincolo dagli usi civici (ndr di fatto già avvenuto da parte della Regione Veneto), accompagnata da ulteriori interventi per essere raggiunta, fruita ed ammirata dal più ampio pubblico possibile con le modalità e le condizioni di seguito descritte.”

Il progetto prevede:

  1. Esecuzione di un plinto in calcestruzzo di 17 mc da realizzare con l’ausilio di ruspe, demolitori ed autocarri per il trasporto dei materiali, ove installare un manufatto in resina alto 18 metri;
  2. Realizzare un sentiero che permetta l’accesso alle persone con disabilità che unisca l’arrivo della funivia con la croce;
  3. Collegare la croce astile con il santuario della Madonna della Corona attraverso un percorso non ben definito.

«La documentazione di progetto – sostiene Legambiente Verona -, a tutt’oggi incomprensibilmente non ancora rilasciata alle associazioni che ne hanno fatto richiesta ma visionata per la disponibilità di alcuni Consiglieri Comunali, ha evidenziato che la VIncA (Valutazione di Incidenza Ambientale, strumento che accerta l’incidenza e gli impatti di un progetto sull’ambiente e sugli habitat), omette le opere annesse al progetto della croce, ed è quindi carente rispetto alle dichiarazioni dell’accordo di programma.

In attesa di poter visionare e approfondire le conoscenze sul progetto con tutte le relative autorizzazioni necessarie non ancora depositate (forestale, idrogeologico, paesaggio ecc), ci appelliamo ai relativi enti di valutare tutti gli impatti singolarmente ma anche da punto di vista cumulativo, includendo le opere di cantierizzazione, le opere annesse, le pressioni prodotte da oltre mezzo milione di presenze legate attualmente alla sola funivia (dato del 2015), calpestio, gestione rifiuti, gestione reflui e ogni altro elemento che possa incidere negativamente alla conservazione degli habitat e delle specie presenti.

Ribadiamo la necessità, infine, di far valere il concetto di limite, ovvero la capacità di carico degli ambienti e degli ecosistemi di sostenere, produrre e garantire risorse ad un certo numero di individui che qui popolano stabilmente e/o occasionalmente.

 “Il Monte Baldo rappresenta uno dei più interessanti comprensori naturalistici delle Alpi. Vi possiamo trovare una varietà di habitat e di specie difficilmente riscontrabile nel resto delle montagne italiane ed europee” – dichiara il gruppo di associazioni e comitati uniti contro l’opera -. “La particolare posizione geografica ha permesso al Monte Baldo di diventare una zona di rifugio e di differenziazione per numerose specie endemiche, sia floristiche che faunistiche. Il Museo Civico di Rovereto ha censito sul Baldo ben 1952 specie vegetali, pari al 43% di tutta la flora alpina. L’area di Trattospino, che corrisponde alla stazione di arrivo della funivia di Malcesine, e che è oggetto dell’intervento, è caratterizzata dalla presenza di specie che godono di un alto regime di protezione perché endemiche, rare o a rischio estinzione.

Le associazioni si dichiarano infine pronte a percorrere ogni strada possibile, passando anche alle vie legali, al fine di bloccare l’opera e far valere le ragioni del territorio, dimostrando la scorretta pratica di gestione di un’area demaniale che favorisce gli interessi privati, svendendo il patrimonio pubblico a discapito dell’ambiente.

ASSOCIAZIONI ADERENTI: Legambiente – WWF Veronese – Italia Nostra – LIPU – GIROS Monte Baldo – CAI Coordinamento Sezioni Veronesi – CAI Gruppo Regionale Veneto – CAI SAT – VR Birdwatching – CTG Monte Baldo – CTG El Preon – Associazione Il Carpino – RIF Telegrafo – Verona Polis – Comitato Amiche e Amici del Monte Baldo – Mountain Wilderness

La Croce astile. Foto di Renzo Udali.

 

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