Alto Garda: avvistato il verme asiatico Planaria terricola

ALTO GARDA - Interrogazione del consigliere provinciale trentino Alex Marini su una specie alloctona appartenente ai vermi Platelminti segnalata alle foci della Sarca. Si tratta di uno dei primi ritrovamenti in Italia di questo invertebrato. La risposta dell'assessore Zanotelli.

Sulla questione il consigliere provinciale del M5S Alex Marini ha presentato un’interrogazione nella quale scrive che «nell’Alto Garda è stata scoperta una nuova specie di verme originaria del Giappone. Si tratta di un esemplare di “Planaria terricola” della specie Diversibipalium multilineatum, un tipo di planaria, o più comunemente un verme, lungo e sottile, facilmente riconoscibile per la testa a forma di martello.

A quanto risulta il verme, individuato per la prima volta nel nostro territorio alle foci del Sarca nel comune di Nago Torbole dal naturalista Daniel Iversen (puoi scaricare qui il lavoro di Iversen con la prima segnalazione per il Trentino:), sarebbe giunto nell’Alto Garda dal continente asiatico all’interno di terriccio e piante importate da quei luoghi.

Secondo il naturalista, la diffusione del verme asiatico potrebbe essere dannosa per l’ecosistema del suolo del nostro territorio in quanto si tratta di un predatore attivo che si nutre, tra gli altri, di lumache, larve di coleotteri e lombrichi, fondamentali questi ultimi per la fertilità del terreno poiché si nutrono di materia organica, degradandola e rendendo i nutrienti maggiormente disponibili per le piante.

Il Diversibipalium multilineatum è caratterizzato dalla presenza nei propri tessuti della tetrodotossina (formula molecolare: C11H17N3O8), una potente neurotossina presente anche in animali come il pesce palla e ritenuta svariate volte più tossica del cianuro di potassio. Grazie ad essa l’animale è in grado di attaccare e uccidere prede molto più grandi e pesanti di sé. Come detto, la pericolosità della diffusione di questa specie aliena è proprio legata alla sua dieta composta principalmente da chiocciole, lumache e lombrichi. Come noto questi animali hanno effetti positivi sulla fertilità dei terreni e l’introduzione in un ecosistema privo di contromisure naturali quale l’Alto Garda di una specie predatoria vorace, efficiente e dall’alta capacità riproduttiva come il Diversibipalium multilineatum può avere impatti assai gravi sugli stessi.

In Italia il Diversibipalium multilineatum è stato per la prima volta rinvenuto ufficialmente nei primi mesi del 2016 a Bologna. La scoperta ha generato un certo panico nella popolazione, quindi approfondimenti e il coinvolgimento del biologo dell’Università di Firenze Mattia Menchetti, esperto riguardo all’impatto delle specie alloctone e invasive, e di un gruppo composto dagli studiosi Emiliano Mori, Giuseppe Mazza, Elena Tricarico e Luca Cavigioli.

Riguardo alla pericolosità del Diversibipalium multilineatum Menchetti ha dichiarato quanto segue:“Ogni ecosistema ha un equilibrio. Le planarie che stiamo studiando, essendo di una specie introdotta ed invasiva, rompono questo equilibrio. Ad esempio, un sottosuolo senza lombrichi è meno areato. I danni recati a campi coltivati ma anche aree verdi urbane potrebbero essere considerevoli” (Panico da vermi velenosi, tra bufale e verità. Parla il ricercatore aretino che li ha scoperti – 07 febbraio 2016 – ArezzoNotizie.it)».

Alla luce di quanto riportato, il consigliere Alex Marini  ritiene auspicabile che la Provincia si adoperi al fine di arginare la diffusione del verme asiatico e di limitarne, o se possibile impedirne, i potenziali effetti dannosi sull’ecosistema dell’Alto Garda ma più in generale di tutto il Trentino e interroga il Presidente della Provincia per sapere se abbia adottato o intenda adottare le iniziative di competenza per informare la popolazione circa le modalità e i rischi connessi alla presenza della Planaria terricola nel suolo agricolo e per articolare un piano di misure volte a controllarne e limitarne la diffusione»

 

Questa la risposta dell’assessore trentino all’agricoltura, foreste, caccia e pesca Giulia Zanotelli:

«Come evidenziato nell’interrogazione la prima segnalazione europea di Planaria terricola è stata effettuata nel 2016 a Bologna dove è arrivata molto probabilmente con il terriccio di piante ornamentali.

La specie non appartiene agli elenchi delle specie considerate di rilevanza comunitaria, approvati di volta in volta, secondo quanto disposto dal regolamento UE n. 1143/2014.

E’ già stata chiesta la consulenza di ISPRA, che segue a livello nazionale la tematica delle specie esotiche invasive, per un supporto sia a livello scientifico per la determinazione della presenza sul territorio, sia per la redazione di linee guida per il contenimento/eradicazione di questa come altre specie affini.

Secondo quanto riportato nella scarna bibliografia è una specie che si riproduce per via agamica e che presenta il fenomeno della frammentazione (da parti del corpo si possono rigenerare individui interi) mentre è da accertare la produzione di tossine.

Può avere un forte impatto sulla biodiversità del suolo trattandosi di specie predatrice e vorace, quindi molto competitiva.

Sono, in ogni caso, in atto approfondimenti specifici, anche attraverso ulteriori rilievi, rispetto ai quali saranno diffusi i risultati».

 

 

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