Un progetto di miglioramento forestale per il monte Baldo
GARDA VERONESE - Veneto Agricoltura, grazie al PSR regionale, ha predisposto un interessante progetto che punta al miglioramento boschivo nell’area del Monte Baldo. Molteplici gli obiettivi: aumentare il pregio ambientale dell’area, contenere la diffusione del pino nero, rinaturalizzare l’attuale formazione forestale, ridurre gli attacchi parassitari e il rischio di incendi, nonché la presenza della processionaria.
Grazie al Programma di Sviluppo Rurale, Veneto Agricoltura ha varato il progetto Miti.For.Monte Baldo “Investimenti per aumentare la resilienza, il pregio ambientale e il potenziale di mitigazione delle foreste”.
In pratica, il progetto punta a contenere la presenza del pino nero di origine artificiale sulle superfici interessate dai tagli in varie località del Comune di Malcesine (VR) nella Foresta Demaniale Regionale del Monte Baldoovest. Il Piano di assestamento individua infatti le particelle coinvolte come ceduo da convertire o ad evoluzione naturale, prescrivendo un taglio fitosanitario e di diradamento, perseguendo così una graduale diminuzione della popolazione di pino nero.
Ricordiamo che il pino nero si riproduce per seme, dando origine a fustaie. Nella fattispecie, le formazioni interessate dal taglio si configurano come fustaie artificiali aventi un futuro incerto, scarsamente curate nelle fasi giovanili, minate dal lepidottero defoliatore processionariadel pino ed indebolite dal fungo Sphaeropsis sapinea, che interviene in situazioni di scarsa disponibilità idrica, portando ad un arrossamento delle chiome con relativo disseccamento progressivo e abbassamento del valore del legno – già di per sè non elevato – attraverso gli “azzurramenti” dei tessuti.
Come accennato, il progetto Miti.For.Monte Baldo intende innanzitutto perseguire la limitazione del pino nero laddove la popolazione di latifoglie autoctone appare consolidata e dove al di sotto del pino in precarie condizioni vegetative si riscontrano isole di rinnovazione in via di affermazione; in ogni caso si punta all’eliminazione delle piante mal conformate o prive di futuro.
Le finalità generali del finanziamento, ovvero “l’aumento della resilienza e il potenziale di mitigazione delle foreste”, vengono quindi perseguite grazie all’incremento del pregio ambientale e alla rinaturalizzazione delle formazioni forestali.
Tecnicamente l’intervento si configura come una mediazione tra la cura colturale e il diradamento, prevedendo il consolidamento della popolazione di latifoglia di origine naturale e operando una rinaturalizzazione dell’attuale formazione forestale, nonché riducendo la vulnerabilità agli attacchi parassitari.
Va sottolineato che l’intervento di Veneto Agricoltura, prevedendo il contenimento della presenza di una conifera che può aumentare le probabilità di incendio in ambienti costituiti da ostrio-querceto e orno-ostrieto, rappresenta in questo senso una naturale ed efficace contromisura per prevenire gli incendi, oltre ad essere un ulteriore elemento di stabilità per la popolazione di conifere.
Da considerare, infine, che il contenimento delle conifere, nel contesto dell’area di San Michele in Comune di Malcesine, soggetta ad una certa pressione turistica, riesce in qualche misura a contenere anche la presenza della processionaria, che rappresenta un serio pericolo per il rischio di inalazione dei peli urticanti delle larve, in movimento in primavera.
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