Piano Tavina, ricorso al Tar di Legambiente e comitati

SALO' - Ex Tavina: per Legambiente e i Comitati un piano di riconversione insostenibile: «E' un progetto che tradisce lo spirito della rigenerazione urbana votata alla sostenibilità».

Legambiente Lombardia a fianco del Comitato Acque e Terre del Garda e dell’associazione Forum Civico ha presentato un ricorso al Tar contro il progetto di edificazione residenziale e commerciale dell’area a lago precedentemente occupata dal sito di imbottigliamento concesso alla società Tavina a Salò.

I ricorrenti hanno esposto le ragioni del ricorso, in una conferenza stampa questa mattina alla presenza della presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto, della rappresentante del circolo Legambiente per il Garda Cristina Milani, dell’avvocato Emanuela Beacco, del portavoce del Comitato Acque e Terre del Garda Matteo Tebaldini e del presidente dell’Associazione Forum Civico Antonio Bontempi.

«La parola d’ordine purtroppo sembra ancora essere grandi volumetrie sul lago di Garda. Lo spirito di rigenerazione urbana votata alla sostenibilità per valorizzare una zona, considerata di pregio sia paesaggistico che agricolo, e tutelarne le bellezze è stato ancora una volta tradito. A farne le spese è un territorio già saturo di cemento e con una viabilità fortemente compromessa – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – L’appello al TAR si è reso necessario di fronte all’approvazione di un Piano che si era cercato di migliorare attraverso le osservazioni durante il suo iter, ma che è stato confermato con tutti i suoi gravi limiti e forzature per il carico antropico sulle reti, sul traffico locale e sulla carenza parcheggi. Le vie legali rappresentano lo strumento di tutela attiva che la cittadinanza può avere nei confronti di interventi che si rivelano predatori e dannosi».

Tavina
L’ingresso dell’ex stabilimento Tavina, a Salò.

 

Con il ricorso presentato le associazioni e il comitato sottolineano l’intenzione di mantenere alto il livello di vigilanza sul Piano, anche su eventuali future autorizzazioni edilizie. A tal fine nel mese di gennaio verrà lanciata una campagna di raccolta fondi per contribuire all’azione che, assicurano i ricorrenti, non si fermerà al Tar.

«Il Comitato Acque e Terre del Garda nato alla luce del nuovo rilancio del progetto della Società Salò Exzelent Living, che prevede la riconversione dell’area produttiva della Ex Tavina in area residenziale ed alberghiera, si è attivato fin da subito per informare la popolazione su cosa potrebbe succedere: incremento del traffico, aumento della popolazione e maggiori oneri per il comune – ha spiegato Matteo Tebaldini, portavoce del Comitato Acque e Terre del Garda –. Le osservazioni inviate dal Comitato al Comune in fase di approvazione del Piano Attuativo, finalizzate al miglioramento del progetto, sono finite nel nulla. Nel nuovo Documento Unico di Programmazione il comune annovera il progetto Ex Tavina tra quelli che consentono di garantire “un adeguato contenimento del consumo di suolo” ma di fatto gli edifici dismessi sono stati ricollocati in altro luogo, per questo l’operazione si conferma sempre di più un atto speculativo più che virtuoso. Si ricorda, infatti, che la produzione della Tavina Spa non risulta dismessa, ma semplicemente spostata su un’area verde a Cunettone di Salò, frazione dello stesso comune».

 

Ricordiamo che il Piano attuativo per la riconversione dell’area industriale ex Tavina prevede l’attuazione del progetto delineato dal soggetto attuatore Exzelent Living Group (info qui: www.lefontidisalo.it), che nel suo sito favoleggia di un complesso con «qualità di vita deluxe».

In sostanza si prevede la demolizione della fabbrica esistente e la realizzazione di un nuovo quartiere con 17mila mq residenziali (ridotti del 20% rispetto al Piano del 2014), 8mila mq alberghieri e 330 mq commerciali. Il tutto per un investimento attorno ai 60 milioni di euro. Sono numeri che ne fanno la più corposa operazione edilizia attualmente prevista sul Garda.

Per il sindaco Cipani si tratta di una «grande riqualificazione territoriale, attuata sulla base dei principi urbanistici ampiamente condivisi della rigenerazione urbana, che consentirà di recuperare un’area oggi occupata da una fabbrica dismessa e in degrado (140mila metri cubi, a fronte di 85mila mc autorizzati, ndr)».

Non la pensano così Legambiente e i comitati.

Intanto, il Comune di Salò ha dato mandato al suo legale, l’avv. Mauro Ballerini, di resistere in giudizio avanti il ricorso al Tar.

 

 

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