Licorice Pizza al Multisala King, la recensione

LONATO – Sabato 19, domenica 20 e lunedì al Multisala King Lonato si proietta «Licorice Pizza», il nuovo film di Paul Thomas Anderson. Ce ne parla Camilla Lavazza.

In programmazione al Multisala King di Lonato (info: https://www.multisalaking.it/), il nuovo lungometraggio di Paul Thomas Anderson nelle sale dal 17 marzo.

Trama

Alana e Gary si incontrano nel 1973, lei ha 25 anni, lui solo 15, ma nella San Fernando Valley l’età non sembra contare più di tanto se sei un giovane attore e sei abbastanza intraprendente.

I due flirtano, fanno amicizia, diventano imprenditori e soci nel commercio innovativo di materassi ad acqua con l’aiuto di una banda di ragazzini.

Si corteggiano, bisticciano, si rincorrono, si lasciano attrarre da altri, vivono surreali avventure incontrando anche personaggi famosi, ma sempre senza perdersi di vista perché sono ciascuno nel destino dell’altro.

 

Critica

Fin dal principio, un qualcosa di indefinito, nell’andamento della vicenda, nei personaggi, nella naturalezza con cui si verificano anche le situazioni più surreali, ci fa capire che le avventure vissute dai protagonisti di Licorice Pizza sono reali, autentiche, perché hanno quell’aria contraddittoria, imprevedibile, che è una qualità solo dei fatti reali, seppure legati da un po’ di immaginazione e da un montaggio che riproduce la frammentarietà onirica dei ricordi.

Questa sensazione, che man mano diventa certezza, trova infine conferma: la trama è basata su autentiche esperienze vissute dal regista Paul Thomas Anderson e dal suo amico Gary Goetzman in età adolescenziale, a partire dal titolo che ricorda il nome di una famosa catena di negozi di dischi (il vinile è una “pizza alla liquerizia”) fino agli incontri con le star di Hollywood.

Ma al di là del divertimento che provoca individuare i personaggi famosi che appaiono via via sullo schermo, da “Jack Holden” (Sean Penn con la sua faccia da canaglia) in cui si riconosce il divo di Viale del tramonto, William Holden, o Lucy Doolittle (Christine Ebersole), ovvero Lucille Ball, oppure il Jon Peters interpretato da Bradley Cooper (di cui vale la pena spendere ancora due parole più avanti) e anche al di là del piacere con cui ammiriamo la scenografia (quelle cucine marroncine e le tappezzerie psichedeliche basterebbero da sole a farci fare un salto nel tempo anche grazie alla calda fotografia curata dallo stesso regista insieme a Michael Bauman), i costumi e il trucco semplicemente perfetti, il cuore di Licorice Pizza è una tenerissima storia d’amore che vediamo sbocciare impercettibilmente, un “filo nascosto” che lega i due protagonisti anche quando sembrano allontanarsi o cercare altre esperienze.

Lei, Alana, bellezza “non convenzionale” davanti alla quale gli uomini non restano indifferenti, è interpretata da Alana Haim, musicista originaria proprio di Los Angeles, che vediamo così a suo agio con gestualità e sguardi, tra il cinico e l’idealistico, indossando abitini cortissimi o addirittura solo tacchi e bikini, da stentare a credere che non sia stata prelevata da una macchina del tempo direttamente dagli anni ’70.

Lui, il romantico e dinamico Gary Valentine, è impersonato da Cooper Hoffman, al suo debutto davanti alla macchina da presa, di una bravura commovente, anche perché la sua corporatura e il suo talento sembrano far rivivere il compianto padre, l’immenso Philip Seymour Hoffman.

Li affianca una banda di “simpatiche canaglie” (i direttori del casting non hanno riconoscimento agli Oscar ma se ne avessero Cassandra Kulukundis vincerebbe di sicuro).

Gli adulti appaiono sullo sfondo e appartengono ad un’altra dimensione perché il mondo, trasformato una “Fiera dei teenager”, è ormai dei giovani. Sono padri minacciosi ma innocui, madri assenti, datori di lavoro a cui pare naturale dare una pacca sul didietro all’assistente (che non fa una piega) o sbraitare minacce a dei ragazzini che lavorano (ed eccoci a Bradley Cooper che, nei panni di Jon Peters, vero compagno di Barbra Streisand, crea un divertente cortocircuito con il suo personaggio in A star is born).

La libertà è una delle componenti del fascino di Licorice Pizza, quell’aria da “tutto è possibile” che noi, soffocati come siamo ora dalla tecnica e dalla burocrazia, osserviamo stupiti con una piccola dose di timore (come potevano sopravvivere a tanti rischi i bambini e i ragazzi vissuti negli ’70?) e una più grande di rimpianto per un mondo irripetibile e più leggero.

Un mondo dove bastava una buona idea, il commercio di letti ad acqua o quello dei Flipper, ed anche dei ragazzini potevano essere presi sul serio e magari costruire la propria indipendenza.

Certo, non un mondo ideale (significativa la scena dell’arresto di Gary che mostra la brutalità impersonale della polizia che non deve dare conto a nessuno dei propri errori), ma sicuramente un mondo più umano e più semplice, in cui bastava una bella corsa liberatoria per tornare a vivere senza drammi.

Alana e Gary infatti corrono spesso insieme oppure l’una verso l’altro, o uno all’inseguimento dell’altra, come correva Woody Allen nel romanticissimo finale del suo capolavoro Manhattan.

Si corre, non solo perché, a causa della crisi petrolifera, è finito il carburante (e di questi tempi il pensiero fa scorrere un brivido lungo la schiena, brivido che ci regala anche l’appassionante sequenza del furgone rimasto a secco) ma, ancora una volta, come espressione di inebriante libertà e romantica appartenenza, quella libertà e quel desiderio di sentimenti di cui abbiamo tanta nostalgia e che Licorice pizza riesce a farci rivivere.

(Camilla Lavazza)

 

Scheda del film

Regia e sceneggiatura PAUL THOMAS ANDERSON

Interpreti e personaggi

  • ALANA HAIM (Alana Kane)
  • COOPER HOFFMAN (Gary Valentine)
  • SEAN PENN (Jack Holden)
  • BRADLEY COOPER (Jon Peters)
  • BENNY SAFDIE (Joel Wachs)
  • TOM WAITS (Rex Blau)
  • MAYA RUDOLPH (Gale)
  • SKYLER GISONDO (Lance)
  • MARY ELISABETH ELLIS (Anita)
  • JOHN MICHAEL HIGGINS (Jerry Frick)
  • JOSEPH CROSS (Matthew)
  • JOHN C. REILLY (Fred Gwynne)
  • EMMA DUMONT (Brenda)
  • CHRISTINE EBERSOLE: (Lucy Doolittle)
  • HARRIET SAMSON HARRIS Harris, (Mary Grady)

Casting Cassandra Kulukundis

Costumi: Mark Bridges

Trucco Heba Thorisdottir

Acconciature Lori Guidroz

Musica Jonny Greenwood

Scenografie Florencia Martin

Arredatore di scena Ryan Watson

Montaggio: Andy Jurgensen
Fotografia: Michael Bauman, Paul Thomas Anderson
Produttori esecutivi: Aaron L. Gilbert, Jason Cloth, Joanne Sellar, Daniel Lupi, Sue McNamara
Prodotto da: Sara Murphy, Adam Somner, Paul Thomas Anderson

Durata 133 min

 

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