Giornata della memoria, la storia di Vera in mostra a Tremosine

TREMOSINE - Alla primaria di Tremosine, per la Giornata della Memoria, un bel progetto di alunni e insegnanti ispirato all'albo di Gabriele Clima, "Storia di Vera". L'opera è piaciuta così tanto che sarà esposta per 15 giorni (dal 1 al 15 febbraio) in municipio.

Il progetto è stato ideato e curato dall’insegnante Damiano Perini ed è sfociato in un lavoro collettivo di 80 bambini e una decina di insegnanti.

Venerdì 27 i festeggiamenti pubblici con autorità (presenti sindaco, assessore alla cultura, il parroco don Ruggero, il presidente associazione culturale La Lom, il presidente gruppo alpini di Vesio) e genitori.

«L’albo di Gabriele Clima “Storia di vera” – spiega Perini – è stato fatto leggere ai bambini di ciascuna classe. E’ poi stato riadattato, estrapolando cinque parti, una per classe. Ogni classe ha poi riportato sotto la mia guida ogni episodio su una tela, proprio come degli artisti, usando le più svariate tecniche: quello che ne è uscito è un polittico di rara bellezza e sensibilità».

L’opera d’arte è piaciuta così tanto che sarà esposta per 15 giorni (dal 1 al 15 febbraio) nella sala consigliare del municipio di Tremosine per tutti i cittadini (negli orari di apertura del comune).

Di pace, libertà e arte

Discorso per la Giornata della Memoria presso la scuola primaria di Tremosine sul Garda – di Damiano Perini

«Le opere d’arte aprono lunghissimi e mai conclusi dialoghi dell’autore con l’immagine conquistata, ma anche di un testimone, di un sopravvissuto che, attraverso l’artista, attribuisce i suoi sentimenti, le sue passioni, i suoi ricordi e la memoria viva di ciò che è stato […] a un simulacro di pietra o di legno, che continua a parlare ».

Queste parole, che mi permetto di riportare, sono del miglior sottosegretario alla Cultura che forse la Repubblica Italiana abbia mai avuto, e che noi tutti abbiamo la fortuna di avere come nostra guida e maestro: Vittorio Sgarbi. Queste parole, bellissime, sono la premessa necessaria al lavoro che la scuola primaria di Tremosine sul Garda ha preparato in onore, e in ricordo, della Giornata della Memoria.

Un monumento dunque, dove l’espressione artistica, ma in senso più largo l’arte, ha rappresentato il mezzo con cui ripensare, conoscere, affrontare – in una parola: vivere – quell’esperienza tragica che ha sconvolto la storia del Novecento.

E non solo ha permesso di far proprio un evento, ma ha aiutato a vedere a quella tragedia in diversi modi e più livelli; ha svolto in altre parole una funzione di tramite, permettendoci di entrare in contatto, in modo tangibile, con vite e esperienze altrui, e facendoci affacciare verso mondi lontani e valutarli in modo nuovo – un po’ come quei vetri tanto amati e odiati da Baudelaire nello Spleen di Parigi. Lo strumento artistico qui si fa ponte, diventa l’armadio delle Cronache di Narnia, la tana del coniglio di Alice nel paese delle meraviglie. E di più: una guida, come la fata turchina delle Avventure di Pinocchio.

Oggi, l’«artista» nominato da Sgarbi sono le bambine e i bambini della scuola primaria; e quelli che vedete sono i loro sentimenti, le loro passioni nei confronti di quella storia, forse poco compresa, ma di sicuro emotivamente sentita. E non sottoforma di «simulacri» di pietra o legno, bensì quadri di tela animati da colori, parole, oggetti e materia. Un lavoro collettivo, un’opera corale: sto parlando di un’intera scuola, di cinque classi, 80 bimbi. 160 mani che, utilizzando le più svariate tecniche hanno dato vita a un vero e proprio happening.

Quella qui rappresentata è la storia di Vera, una bimba dal cuore grandissimo; e di Anna, la sua sorellina dalla sciarpetta rossa sempre indosso. È una vicenda affascinante, commovente e drammaticamente realistica, che noi ascolteremo tramite gli alunni, con un adattamento riscritto per l’occasione. L’albo originale, da cui abbiamo preso spunto, è scritto da Gabriele Clima e edito da San Paolo.

Clima narra la storia delle due sorelline con una lievità e dolcezza straordinarie, trattando il tema che noi oggi ricordiamo con un tatto e una delicatezza che ha sorpreso tutti noi maestri. Insomma, Storia di Vera (questo è anche il titolo) parla della Shoah senza parlare della Shoah: è un inno alla speranza, un cantico all’amore per il prossimo, un elogio della generosità: ecco perché è stato scelto come riferimento per il nostro lavoro. Un lavoro, un grande lavoro, che è così concepito.

Abbiamo davanti cinque quadri distinti, che formano un polittico. In altre parole: ognuna di queste cinque tele è un’opera a sé stante, ma allo stesso tempo, essendo tutte queste concatenate, formano anche e soprattutto un’opera unica e ben più ampia, sia di valori che di significati. Un’opera unica ma anche unita, unita nella diversità, nell’estro, nella singolarità: proprio come la scuola. In ogni quadro è rappresento un episodio della Storia che abbiamo estrapolato. Per ognuno di questi è stata adottata una o più tecniche artistiche, la meglio adatta alla classe che lo ha realizzato.

Il primo episodio narra del passaggio da uno stato di felicità e pace a uno di angoscia e oppressione; per questo abbiamo pensato di utilizzare per la classe seconda una tecnica coloristica cara a Paul Klee, accostando, con un netto contrasto, il grigio sterile e piatto della grafite.

Questa atmosfera plumbea pervade l’intero secondo quadro, in cui la classe terza ha dato vita, mediante la tecnica del calligramma e del collage, a un campo di concentramento schiacciato dalla paura, dal freddo, dalla neve e dall’indifferenza. La neve è stata creata grazie ai pensieri e alle riflessioni degli alunni, che vi invitiamo a leggere.

Il cuore dell’opera, in tutti i sensi, è il quadro centrale, costruito dalla classe quarta. Adesso, oltre alle tecniche del collage e del frottage, compare l’inserzione di oggetti. Oggetti cristiani si intende, i soli in grado di esprimere libertà. In alto si può ammirare un grande ex voto; da quest’ultimo compare, delicatamente, in modo silenzioso, un crocifisso. Per la nostra pace, per la nostra libertà: ecco perché Cristo è stato crocifisso. « Perché mai dovrei toglierlo? » si chiede lo stesso Sgarbi, « in nome di cosa? Di quale tolleranza, se un’altra religione che non crede in lui come Dio ritiene di non poter credere in lui nemmeno come uomo? »

Chi, infatti, si ostina a non volere il crocifisso nelle scuole ha paura della pace, ha paura del confronto; è, viceversa, amico della guerra, della diseguaglianza e dell’intolleranza. Proprio come quei personaggi malvagi che gli alunni di quarta hanno deciso di affiggere sul quadro, affinché venissero purificati dalla bontà di Vera; la quale dorme, silenziosamente, nel letto sottostante.

Dal sogno di Vera scaturiscono angeli: angeli propiziatori e salvifici che i bimbi di prima hanno disegnato nel quarto quadro a loro dedicato. La tecnica è più che mista, il colore ha incontrato il gesto, l’azione, il movimento: tempere, acrilici, pennarelli, pennelli, spatole, mani… insomma, un grande divertimento. Un divertimento che culmina nel trionfo finale dell’ultimo quadro realizzato dalla classe quinta. Un trionfo di fiori e di colori, di speranza e di gioia per un nuovo inizio. Senza però, purtroppo, dimenticare il passato.

Tutto questo, concludendo, è stato realizzato grazie all’arte. Non si dimentichi: l’arte ci aiuta a pensare, creare e ricreare, comporre e scomporre, immaginare contesti, cose, opportunità, occasioni. L’arte è vicinanza, prossimità, alterità, dialettica. Arte è stare assieme, l’arte è generativa, l’arte è potere.

Chiudo, e lascio spazio agli alunni, con una poesia di Elena Fia Fozzer.

Anima dell’arte…
Impalpabile nutrimento
Di spazi mentali

Fantasia che il cervello produce
Per compensare e bilanciare
Il nostro essere
Sul piatto della vita.

Storia di vera – G. Clima

Adattamento per la scuola primaria di Tremosine s/G di: Rossana Bucella e Damiano Perini

1) Vera è una bambina molto allegra, è sempre felice e sorridente e ama la vita come nessun’altra cosa al mondo. Vive in una città colorata, piena di persone felici e allegre come lei e dove splende sempre il sole.

Un giorno, però, arrivano dei soldati arrabbiati, che fanno salire Vera e la sua famiglia su di un treno, per portarli in un posto triste e grigio.

2) In questo posto nevica, c’è sempre un vento forte e molto freddo. Per questo Anna, la sorella maggiore di Vera, si ammala. Le viene il raffreddore e la febbre alta e ha bisogno di una coperta per scaldarsi.

Ma quando Vera ne chiede una ai soldati, succede che questi la deridono e non glie ne danno nemmeno una.

Vera torna dalla sorella molto afflitta e le spiega cosa è successo. Allora Anna, per consolarla, le dice: “Non pensarci, sono uomini cattivi. È che tu hai un cuore così grande e loro invece così piccolino!” Poi sottovoce, nell’orecchio, aggiunge: “Credo che alcuni di loro un cuore non lo abbiano nemmeno.”

Per quella sera, il solo cuore di Vera basta a scaldare Anna e tutti i suoi vicini.

3) Succede poi che un giorno Anna muore di freddo, perché nessun soldato si è interessato a lei e alla sua salute. Vera così passa giorni molto tristi e infelici.

Poi una sera, prima di addormentarsi, pensa ai soldati e alla loro vita senza un cuore e scoppia a piangere, immaginando il loro sconforto.

Quando si addormenta, fa un sogno molto speciale: sogna infatti di distribuire piccole parti del suo cuore ad ogni soldato che ne è sprovvisto, così da permettergli di vivere allegramente, proprio come lei. E ogni notte che passa, incredibilmente, invece di rimpicciolire, il cuore di Vera diventa sempre più grande, ogni volta che un soldato riceve una piccola porzione di felicità.

4) Una mattina, Vera si sveglia con una grande sorpresa: il vento ha portato via la neve ed il freddo ed ha aperto il cielo ad una novità: una luce improvvisa ha fatto irruzione in quel posto solitamente tanto grigio e lo ha rischiarato tutto di colori. Degli angeli scintillanti, alti e bellissimi, vestiti anch’essi da soldati, sono scesi dai loro camion color dell’erba, per liberare Vera e tutti i prigionieri del campo.

5) Nel frattempo, fuori dal campo, la neve sparisce e al suo posto spuntano tantissimi fiori colorati che riportano gioia e speranza in quel posto tanto triste. Grazie al cuore di Vera e al calore del suo dono generoso, tutto diventa iridescente, la vita riprende a fluire e il sole torna a splendere in cielo.

 

 

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