Feralpi Group, su Prime Video il docufilm sulla rinascita dello stabilimento tedesco

LONATO - “Feralpi Stahl - Steel Reborn”, il docufilm sui trent’anni dell’azienda disponibile ora su Prime Video via Prime Video Direct. L’azienda del gruppo Feralpi racconta la rinascita dello stabilimento di Riesa, in Sassonia, una storia di collaborazione.

LONATO – “Feralpi Stahl – Steel Reborn”, il docufilm sui trent’anni dell’azienda disponibile ora su Prime Video via Prime Video Direct. L’azienda del gruppo Reralpi racconta la rinascita dello stabilimento di Riesa, in Sassonia, una storia di collaborazione.

Feralpi Group presenta il docufilm “Feralpi Stahl – Steel Reborn”. Da oggi il contenuto è disponibile su Prime Video, via Prime Video Direct. La produzione inedita, diretta da AlbatrosFilm e diretta da Alessandro Milini, racconta i 30 anni dell’azienda tedesca del Gruppo: un’avventura industriale, che unisce Germania e Italia.

Il docufilm della durata di circa 40 minuti riporta i fatti salienti, gli aneddoti e le emozioni di chi ha preso parte a questo lungo cammino. Una sequenza di testimonianze che, tra cronologia e ricordi, non solo definisce il passato recente ma lancia anche un messaggio per le nuove generazioni.

L’ACCIAIO CHE RINASCE

Uno dei modi che ha l’acciaio per essere creato è quello di rinascere dai suoi rottami. Questa sua particolarità gli consente di avere sempre una nuova vita. Fin dal 19° secolo, a Riesa (Sassonia), l’acciaio è sempre stato un elemento centrale nel sistema economico della città. La caduta del Muro di Berlino ha tuttavia cambiato lo scenario, sia dal punto di vista sociale che produttivo. Il kombinat dell’ormai ex DDR, all’interno del quale aveva sede l’acciaieria di Riesa, si prepara a interrompere la sua attività. Oltre 11 mila persone sono destinate a perdere il lavoro.

Feralpi, che già esportava fin dai primi anni ‘70 l’acciaio in Germania attraverso una propria organizzazione, intravede l’opportunità di poter diventare produttore in un’area a forte crescita infrastrutturale. Da qui nasce l’ipotesi, che poi diventerà realtà, di ricreare uno stabilimento nella città di Riesa. Grazie anche al know how degli stabilimenti italiani di Lonato e Calvisano (Italia), il progetto prevede la realizzazione di una moderna Mini Mills incentrata sulla produzione di acciaio da forno elettrico. Nel giro di pochi mesi, il progetto prende forma. E nel febbraio 1992 ha inizio quella storia che oggi porta il nome di Feralpi Stahl.

Feralpi Stahl (Riesa).

TRA STORIA ED EMOZIONE

Il docufilm racconta non solo la cronologia degli eventi ma raccoglie anche le emozioni di chi è stato protagonista dei primi trent’anni di attività. Sono le persone a raccontare questo percorso di rilancio, e slancio, dell’azienda nel corso degli anni.

Un’impresa, nel senso di autentico traguardo, che non avrebbe potuto avere successo senza il ruolo decisivo che esse stesse hanno avuto durante questo percorso. Collaborazione, coinvolgimento, inclusione ma anche determinazione, impegno e passione sono valori umani che hanno unito Germania e Italia. Emerge una testimonianza di come, anche nelle difficoltà, i problemi dettati dalla lingua o dalla differente cultura possono essere superati da un obiettivo comune.  Grazie a tutto questo, Feralpi e le sue persone hanno ridato nuova vita al mondo dell’acciaio nella regione della Sassonia. Una prova che l’acciaio ha sempre una seconda vita.

Tra le testimonianze all’interno del docufilm, c’è anche quella di Giuseppe Pasini, Presidente di Feralpi Group: «Le persone che raccontano questa storia sono un po’ i padri e le madri della nostra azienda tedesca. Oggi, dopo 30 anni, abbiamo la responsabilità di lasciare alle nuove generazioni il significato del lavoro che è stato fatto, per non disperdere valori come sacrificio e coraggio. Questa memoria, che deve essere custodita e tramandata, parla di una sfida che appartiene al passato ma che al tempo stesso ci ricorda come i traguardi del futuro si ottengono solo attraverso la collaborazione. Feralpi Stahl, e tutto il nostro Gruppo, non sarebbero quelli di oggi se tutti, dai manager agli operai, non avessero lavorato insieme».

Giuseppe Pasini, presidente di Feralpi Group.

 

«Per noi il film – spiega Uwe Reinecke, attuale Direttore di stabilimento di Elbe Stahlwerke Feralpi Gmbh – è un meraviglioso pezzo di storia contemporanea. Ma non solo: dimostra quanto siano state e siano importanti le persone che hanno accompagnato FERALPI STAHL negli ultimi 30 anni, o che lo fanno ancora con convinzione. Hanno avuto fiducia nella visione imprenditoriale di Giuseppe Pasini e si sono impegnati a fondo per rendere l’acciaieria di Riesa quello che è oggi: un partner indispensabile per l’industria, un pioniere in materia ambientale – fedele al nostro principio guida di “produrre e crescere nel rispetto delle persone e dell’ambiente” e uno dei maggiori datori di lavoro della regione. Sono orgoglioso di poter dare il mio contributo in tal senso».

«La ricorrenza dei 30 anni – continua Isabella Manfredi, Direttore Comunicazione e Relazioni esterne di Feralpi Group – è stata l’occasione per raccontare questa storia, che è carica di significato e ricca di testimonianze. Non voleva essere una storia raccontata da noi, ma dalle persone che ne hanno fatto parte. L’utilizzo del docufilm, negli ultimi tempi, rientra tra le modalità di comunicazione più autentiche e affascinanti. Anche chi non sa nulla di siderurgia, può emozionarsi davanti alla raccolta di testimonianze di vita vissuta. Per noi è inoltre un ulteriore modo per tramandare la cultura d’impresa e valori, come l’inclusione, che – già 30 anni fa – sono stati fondamentali per poter far crescere l’azienda».

«Il film “Steel Reborn” – afferma Alessandro Milini, regista e CEO di AlbatrosFilm – non è il classico documentario di produzione industriale, ma un viaggio a ritroso nel tempo nelle emozioni e nei ricordi di alcuni dei protagonisti che hanno vissuto la nascita di Feralpi Stahl. La difficoltà, a livello produttivo, è stata la registrazione e la comprensione di oltre 10 ore di testimonianze (per la maggior parte in lingua tedesca e sassone) e la loro selezione per condensarle nel montaggio finale della durata di 40 minuti, dando un senso logico e rispettando gli eventi temporali. Ne risulta un racconto omogeneo che trasmette soprattutto il rapporto umano fra due mentalità diverse, ma che sono riuscite a comprendersi e rispettarsi in questa “avventura” industriale».

 

 

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