Via libera del Senato alla legge sull’omicidio nautico

LAGO DI GARDA - Il Senato ha approvato con 140 voti favorevoli e tre astenuti il disegno di legge che introduce il reato di omicidio nautico e di lesioni personali nel codice penale, prevedendo la stessa disciplina dell'omicidio stradale. Ora il testo dovrà passare alla Camera.

La proposta di legge (la puoi scaricare a questo linkmira ad introdurre modifiche al codice penale in materia di introduzione dei delitti di omicidio nautico e lesioni personali nautiche, nonché disposizioni concernenti la condotta da tenere in caso di incidente nautico.

Chi guida una barca sotto l’effetto di alcool o sostanze stupefacenti e causa il ferimento o la morte di una persona avrà lo stesso trattamento previsto per gli automobilisti.

Ora il disegno di legge dovrà passare all’esame della Camera per l’ok definitivo.

Ricordiamo che l’esigenza di introdurre il reato di omicidio nautico emerse dopo la tragedia in cui persero la vita, il 19 giugno 2021, Greta Nedrotti, 25enne di Toscolano Maderno, e Umberto Garzarella, 36enne di Salò. Quella sera i due ragazzi erano sul gozzo in lego di Garzarella quando sono stati travolti e uccisi da un motoscafo condotto da due turisti tedeschi.

Il motoscafo ha ucciso Umberto sul colpo e sbalzato Greta in acqua, provocandole numerose fratture e causandone la morte per annegamento.

Domenica 20 giugno 2021, rilievi sul gozzo di Umberto Garzarella.

 

Gelmini: “L’iter sia rapido anche alla camera”

Sulla questione è intervenuta in Senato la gardesana Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione, nonchè presidente della Comunità del Garda.

“Sono tante, troppe – ha detto Mariastella Gelmini -, le vittime di una navigazione fuori controllo da parte di chi non utilizza i mezzi di trasporto nautico con correttezza, capacità e diligenza. Penso a Umberto Garzarella e Greta Nedrotti uccisi nel 2021 sul Lago di Garda, il loro gozzo fu travolto da un motoscafo, guidato da due turisti in stato di ebbrezza, che viaggiava a una velocità quattro volte superiore a quanto consentito in quel tratto.

Una tragedia che ha lasciato un segno profondo in tutta la comunità del Garda. Oggi con questo disegno di legge – che equipara l’omicidio nautico a quello stradale perché i beni da tutelare sono gli stessi, ovvero la vita umana e la sicurezza della circolazione – si va a sanare un vuoto normativo. Personalmente avrei preferito la creazione di una fattispecie autonoma di reato e in tal senso ho depositato in Senato un disegno di legge sul tema, tuttavia questo testo è comunque condivisibile. Azione-Italia Viva esprime quindi voto favorevole su un provvedimento che abbiamo il dovere di portare a termine, con l’auspicio che l’iter possa essere rapido anche alla Camera”.

 

 

L’intervento in Senato della presidente della Comunità del Garda

«Presidente, Colleghi,

con il voto di oggi su questo disegno di legge colmiamo un vuoto, a mio avviso grave, riprendendo un percorso avviato nella precedente legislatura.

La nautica è certamente una grande eccellenza italiana: siamo un Paese con 8.300 chilometri di coste, produciamo i migliori yacht al mondo e il mare, ma anche i nostri laghi e fiumi, rappresentano uno straordinario veicolo per il turismo. Alla nautica, come al mare, associamo istantaneamente l’idea di relax, vacanze, felicità.

Purtroppo però l’irresponsabilità di alcuni ci mette talvolta di fronte a tragedie terribili.

È accaduto ad esempio nel giugno del 2021 nelle acque bresciane del Lago di Garda, quando Umberto Garzarella e Greta Nedrotti, sono stati uccisi da un motoscafo che ha falciato il loro gozzo. Avevano rispettivamente 37 e 24 anni.

Quella tragedia, oltre al dolore indicibile che ha provocato nelle famiglie delle vittime, ha lasciato un segno profondo nella comunità del Garda, una comunità che conosco bene perché il Garda è anche il mio lago.

L’imbarcazione che travolse Umberto e Greta viaggiava – secondo un consulente della procura – a circa 20 nodi, cioè quattro volte più veloce del consentito in quel tratto di lago.

I due turisti tedeschi a bordo del motoscafo sono stati ovviamente indagati: solo uno dei due accettò di sottoporsi all’alcol test, risultando positivo. Il conducente è stato condannato a 4 anni e 6 mesi mentre l’altro passeggero – che era anche il proprietario dell’imbarcazione – è stato condannato a 2 anni e 11 mesi.

Vale la pena sottolineare, che il pubblico ministero aveva chiesto 6 anni e mezzo per il primo e 4 anni e mezzo per il secondo, e che alla fine sono state accolte le accuse di omicidio colposo e di naufragio colposo; l’accusa di omissione di soccorso, invece, non è stata accolta.

Quella sentenza è parsa, a molti, inadeguata. Per le vite stroncate, per la superficialità del comportamento di chi si mette alla guida di un mezzo, dopo aver fatto uso di alcolici e in spregio alla necessaria accortezza e prudenza. E anche per la grave disparità con il trattamento sanzionatorio di comportamenti analoghi su quattro ruote.

Tutto questo è potuto succedere per un vuoto normativo che oggi proviamo a colmare. Non è infatti ammissibile che comportamenti analoghi che provocano morte e sofferenza siano trattati differentemente a seconda che ci si trovi alla guida di un’automobile o di un motoscafo o una moto d’acqua.

Per certi versi la gravità dei comportamenti è ancora maggiore in acqua, perché lì ci si trova in una situazione di per sé di maggior pericolo.

La pensano così anche quei 133mila cittadini che hanno sottoscritto la petizione on line ‘giustizia per Umberto e Greta’, dopo la tragedia del Garda.

Nel 2016 il Parlamento ha giustamente introdotto nel nostro ordinamento l’omicidio stradale, una ipotesi di reato specifico che si colloca tra l’omicidio colposo e quello volontario. È una buona legge anche se non è sufficiente a fermare le stragi che le cronache puntualmente ci raccontano. Ha certamente avuto un effetto di deterrenza e favorito comportamenti responsabili. Ha fatto capire ai giovani che mettersi alla guida di un’auto sotto l’effetto di alcol o stupefacenti è un potenziale grave reato. E sono certa che qualche tragedia l’abbia evitata. Anche se sappiamo che la sanzione penale di per sé non risolve il problema.

Ebbene, nonostante in una prima stesura di quella legge si parlasse anche di applicazione delle stesse sanzioni alla fattispecie dell’omicidio nautico, alla fine quella parte fu stralciata, confidando in un successivo adeguamento del codice della nautica che poi non si è realizzato.

Nella passata legislatura il tema è stato meritoriamente affrontato presso la Commissione giustizia del Senato e si è giunti all’approvazione da parte dell’assemblea circa un anno fa, il 23 febbraio del 2022, di un disegno di legge che prevedeva per l’omicidio nautico la medesima disciplina dell’omicidio stradale.

L’interruzione anticipata della legislatura ha impedito che questo provvedimento diventasse legge dello stato.

Non ci siamo però dimenticati di questo problema, anche perché purtroppo le cronache si occupano – ogni estate – di ricordarcelo. Non c’è stata infatti solo la tragedia del lago di Garda: potrei citare ad esempio gli episodi dell’Argentario in Toscana o di Porto Cervo, della scorsa estate.

Per questo motivo, la richiesta di adozione della procedura d’urgenza, ai sensi dell’articolo 81 del Regolamento, che consente entro sei mesi dall’inizio della Legislatura di riprendere i progetti di legge che non hanno avuto completamento, ci ha visto completamente favorevoli.

Con questa legge si va a sanare un vuoto normativo che, in sostanza, sembra considerare come meno grave (e quindi meno pesantemente punito) il ferimento o l’uccisione (come in questo caso) di una persona se avviene in acqua mediante un’imbarcazione piuttosto che su strada.

Con questa legge si intende applicare ai diportisti lo stesso trattamento normativo previsto per gli automobilisti colpevoli, perché i beni da tutelare sono gli stessi: la vita umana e la sicurezza della circolazione.

Non è un provvedimento contro la nautica da diporto: al contrario, rafforzandone la sicurezza, si vuole tutelarne lo sviluppo.

Personalmente avrei preferito la creazione di una fattispecie autonoma ed in tal senso ho depositato in Senato un disegno di legge sul tema: tuttavia questo provvedimento è comunque condivisibile.

Chi si dice contrario all’introduzione dell’omicidio nautico, va sottolineato, non lo fa solitamente per non punire chi si macchia di tragedie simili, ma piuttosto perché è convinto che, con tutte le eventuali aggravanti, l’ipotesi dell’omicidio colposo sia già sufficiente, in qualsiasi caso. Che sia nautico, stradale, montano o cittadino, insomma, l’omicidio resta omicidio, con delle pene già previste dalla legge italiana.

Tuttavia secondo noi è importante l’introduzione di una nuova fattispecie di reato perché oggi, appunto nel caso di comportamenti irresponsabili alla guida di un natante, è possibile contestare il solo omicidio colposo, ex art 589, non esistendo una fattispecie di reato ad hoc. Ma è troppo debole, soprattutto nell’ottica e in presenza di possibili aggravanti, come lo stato d’ebbrezza o l’uso di sostanze stupefacenti.

Senza la previsione di uno specifico reato, si perderebbe ad esempio, com’è successo sul lago di Garda, la possibilità di contestare la guida dell’imbarcazione in stato di ebbrezza.

Ma ancor di più si perderebbero anche elementi di indagini, come ad esempio quelli sull’accertamento della dinamica dell’incidente, sulla ricerca di elementi utili per la contestazione di aggravanti. E poi c’è un valore, mi si passi il termine…, pedagogico che vuol mettere di fronte alla propria responsabilità anche chi si mette alla guida di un natante.

Signor Presidente, sono troppe le vittime estive di una navigazione fuori controllo da parte di chi evidentemente non sa utilizzare i mezzi di trasporto nautico con correttezza, capacità e diligenza.

Allora, per evitare di piangere inutilmente i morti che non hanno colpa, se non quella di aver voluto passare momenti di spensieratezza durante una vacanza estiva o con la propria famiglia, è necessario il voto favorevole su un provvedimento che abbiamo il dovere di portare a termine, dopo troppi rinvii.

Con questo voto lo possiamo completare e quindi a nome del Gruppo Azione-Italia Viva dichiaro il voto favorevole con l’auspicio che la stessa rapidità che abbiamo applicato qui, sia seguita anche dalla Camera dei Deputati e si possa arrivare all’approvazione definitiva di questa legge prima della prossima estate».

 

 

 

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