«Polenta e Mortadella»: il grande ritorno

RIVA DEL GARDA - Torna, dopo tre anni di stop causa covid, «Polenta e Mortadella», la sagra che a Varone da più di 300 anni conclude, tra musica e folklore, le feste di Carnevale. E' una delle feste popolari più antiche del Trentino.

Se ne ha notizia fin dal 1463: la distribuzione gratuita di polenta e mortadella a Varone, nata da un antico «beneficio» dovuto dalla curia alla comunità (una «soma di pane di frumento, una brenta di vino e un minale di farina cotta»), torna domenica 26 febbraio, al parcheggio di via Sega di fronte alla scuola materna.

L’inizio della sagra è alle 13.30 con il saluto delle autorità, quindi via alla distribuzione gratuita di polenta e mortadella. Per tutta la durata della manifestazione è in funzione un fornitissimo bar ristoro con bevande, panini e «fritole» (frittelle). E dalle 14 la musica con l’esibizione de I Vagabondi e del Mystic Owls Duo.

A disposizione del pubblico, un ampio parcheggio presso la ditta di ortofrutta Bonora. In caso di maltempo la manifestazione sarà spostata a domenica 5 marzo. L’organizzazione è a cura del comitato Polenta e Mortadella di Varone col patrocinio del Comune di Riva del Garda.

 

Nota storica

La tradizionale sagra di «polenta e mortadella» a Varone rappresenta una delle feste popolari più antiche di tutto il Trentino. Sfogliando qualche vecchio documento è possibile risalire al dicembre del lontano 1708, quando il curato don Gaetano Bertoldi affermava di essere tenuto, in virtù di un «beneficio» di cui godeva le rendite, conferitogli dalla comunità che ne deteneva lo «Jus Patronatus», a distribuire nel giorno dell’Annunciata nella chiesa di Santa Maria del Perdono una «soma di pane di frumento, una brenta di vino ed un minale di farina cotta».

 

L’usanza è giunta fino ai nostri giorni: alla «farina cotta» (polenta) è andata ad aggiungersi la mortadella e la data effettiva è slittata dal giorno dell’Annunciazione alla prima domenica di Quaresima.

Un’altra testimonianza scritta dell’usanza di distribuire cibarie alla popolazione del Varone risale al 1829. E andando ancora a ritroso nel tempo, si scopre che il «beneficio» cui si fa riferimento nello scritto del 1708 risale addirittura al 1463, quando «Ser Gabriel Pitiliani, originario della città di Siena e sepolto nel cimitero di San Francesco di Riva, lasciò tutti i suoi beni all’altare di San Giacomo nella chiesa del Pernone e volle che lo «Jus Patronatus» fosse del Comune di Riva.

Non è dunque da escludere che le pubbliche distribuzioni di cibarie a Varone, di cui «polenta e mortadella» è la moderna continuazione, abbiano avuto inizio proprio in quel lontano 1463.

Immagini da Facebook: www.facebook.com/PolentaMortadellaVarone

 

 

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