Nel segno di Diana. Giacomo Ceruti profano
CALVAGESE DELLA RIVIERA - Nel (di)segno di Diana: Francesco Ceretti narra genesi e nuove scoperte fatte grazie ai due capolavori eccezionalmente affiancati nelle sale del MarteS.
Francesco Ceretti – curatore del catalogo della mostra (Skira) parlerà della genesi e le nuove scoperte fatte grazie ai 2 capolavori raffiguranti la Dea, fino al 20 luglio eccezionalmente affiancati nelle sale del MarteS di Calvagese della Riviera (BS).
Appuntamento giovedì 22 giugno, alle 20.30, alMuseo d’Arte Sorlini (Calvagese della Riviera, BS – piazza Roma 1).
Conferenza + visita guidata alla mostra 12 € ([email protected] o www.museomartes.com)
Fino al 30 luglio il grande fregio raffigurante le storie di Diana e la sanguigna preparatoria (Biblioteca Ambrosiana di Milano), si trovano eccezionalmente affiancate nella mostra “Per Diana! Giacomo Ceruti, capolavori tra Lombardia e Veneto”
Il disegno conservato all’Ambrosiana di Milano fu trovato da Francesco Frangi nel 1989 all’interno di un codice di 250 disegni. Mai esposto al pubblico prima d’ora, le rare riproduzioni pubblicate sui volumi di settore lo ritraevano in bianco e nero.
Qui è dunque visibile per la prima volta nel suo intenso colore rosso. Il prestito, assolutamente eccezionale, è motivato da come il disegno sia preparatorio del fregio di 12 metri raffigurante le storie Diana (collezione MarteS-Sorlini). Per la prima volta le due opere si ricongiungono.
Ceretti: “Studi e ricerche condotti in occasione della mostra hanno consentito di fare maggiore chiarezza sulla genesi della meravigliosa Diana e le ninfe scoperte da Atteone, capolavoro assoluto della prima maturità di Giacomo Ceruti. Molto probabilmente a commissionare l’opera fu Antonio Calderara junior, andando così a suggellare il matrimonio con Margherita Litta Visconti, celebrato nel 1740. Ragionando sul modus operandi esibito da Ceruti nell’esecuzione del grande fregio di Diana – in questa sede eccezionalmente affiancato al raffinatissimo studio preparatorio per la figura di Diana prestito della Veneranda Biblioteca Ambrosiana di Milano – è stato possibile riflettere sul ristretto corpus di disegni che nel corso dei decenni sono stati attribuiti al pittore, molti dei quali si sono invece rivelati opera di artisti d’estrazione napoletana”.
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