Zecche e zanzare, l’estate calda e umida favorisce la proliferazione

TRENTINO - Proseguono i monitoraggi degli artropodi di interesse sanitario da parte di Fondazione Edmund Mach. Controlli zanzare anche in alto Garda.

Stanno proseguendo le attività di monitoraggio e ricerca a lungo termine di zanzare e zecche in Trentino. A causa del caldo, dell’elevata umidità e della formazione di ristagni d’acqua, questo periodo estivo appare particolarmente favorevole alla proliferazione di questi artropodi di interesse sanitario.

Il monitoraggio effettuato dalla Fondazione Mach riguarda le specie aliene invasive (zanzara tigre, coreana e giapponese) e la specie autoctona Culex pipiens (zanzara comune) che sono ritenute importanti dal punto di vista sanitario poiché in grado di trasmettere malattie emergenti come la febbre del Nilo Occidentale (West Nile virus), Dengue, Zika e Chikungunya.

In parallelo la FEM è impegnata nel monitoraggio delle zecche in alcune aree della provincia. Viene effettuata una raccolta dei parassiti dalla vegetazione con la tecnica della “copertina strisciata” in ambienti naturali con presenza diversificata di fauna selvatica , al fine di valutare la prevalenza di alcuni patogeni di interesse medico, quali la borreliosi di Lyme e la TBE.

 

Attività di monitoraggio sulle zanzare

A partire dalla metà di aprile 2023 il gruppo di ricerca di ecologia applicata del Centro Ricerca e Innovazione FEM ha iniziato il campionamento delle zanzare in due zone della provincia di Trento già monitorate da lungo tempo. La prima è localizzata nella zona dell’alto Garda, nei comuni di Arco e Riva del Garda, dove sono attive 6 trappole per la cattura di adulti. Il monitoraggio di questa area è iniziato nel 2008. La seconda zona comprende i comuni di Telve, Castel Ivano, Pergine in Valsugana, ai quali si aggiunge la collina est del comune di Trento e l’interporto doganale di Trento (considerato un possibile punto d’ingresso di altre specie invasive), per un totale di 5 trappole.

Da quest’anno, FEM in collaborazione con gli studenti del percorso Gestione Ambiente e Territorio del Centro Istruzione e Formazione della Fondazione Mach, effettuerà nel corso dell’anno due campionamenti di focolai larvali di zanzara con identificazione degli individui sfarfallati. La ricerca larvale verrà effettuata in potenziali focolai di sviluppo (es: tombini, bidoni ecc.) soprattutto nei comuni con assenza di segnalazioni al fine di aggiornare la mappa di distribuzione nel territorio della provincia di Trento.

Una zanzara.

Le trappole per la cattura

Le trappole usate per il monitoraggio sono di due tipologie differenti. La BG-sentinel trap è un modello appositamente studiato per la cattura di esemplari adulti di zanzare del genere Aedes, in particolare la zanzara tigre, mentre la CDC-like trap è più idonea alla cattura di specie notturne, quali ad esempio la zanzara comune (genere Culex).

Le trappole rimangono attive per 24 ore ogni due settimane dalla metà di aprile fino alla fine di ottobre. Per renderle maggiormente attrattive vengono dotate di un’apposita esca che simula l’odore della pelle umana e di un contenitore con del ghiaccio secco che sublimando produce CO2 gassosa la quale attrae gli insetti ematofagi. Inoltre, saranno anche utilizzati degli aspiratori motorizzati per catturare zanzare adulte con il pasto di sangue dai loro siti di riposo.

Esperimenti scientifici per studiare la biologia

Nell’insettario presso la FEM sono presenti colonie di zanzara tigre, zanzara coreana e zanzara comune che permettono di approfondire gli aspetti biologici di questi insetti mediante la conduzione di esperimenti scientifici.

Zecche sotto la lente

Per quanto riguarda l’attività di ricerca e monitoraggio sulle zecche, queste si focalizzano soprattutto sulla zecca dei boschi, Ixodes ricinus, che riprende la sua attività dopo la diapausa invernale non appena le temperature permangono sopra i 7-10 °C, ma le temperature possono anche essere inferiori nei versanti più caldi.

In genere da maggio a metà giugno le zecche presentano un picco di abbondanza nel nostro territorio per cui si richiede una maggiore attenzione quando ci si reca in ambienti con vegetazione cespugliosa e aree boschive dal fondovalle ai 1200-1400 m.

La zecca dei boschi (Ixodes ricinus).

Progetti specifici: BePrep (H2020) e BioAlpec (PNRR)

FEM è partner del progetto europeo BePrep e del progetto finanziato dal PNRR Bioalpec che si propongono di investigare il ruolo della biodiversità nel mitigare il rischio dell’emergenza o della diffusione di zoonosi.

Nel progetto BePrep verrà confrontata la biodiversità di aree naturali rispetto a quella di aree soggette a perturbazioni dovute ad eventi climatici estremi (es. Vaia). In particolare verranno raccolti dati circa la circolazione di patogeni in roditori e zecche nel Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino confrontando le aree di schianto con le foreste non perturbate.

Nel progetto Bioalpec verrà studiata la dinamica delle popolazioni di roditori selvatici che rappresentano i principali serbatoi dei patogeni delle zecche al fine comprendere il ruolo dei predatori naturali nel mitigare l’emergenza di zoonosi.

Un sito dedicato ai cittadini

I cittadini possono visitare il sito web: https://vettoritrentino.it dove troveranno i risultati delle attività svolte, il materiale informativo di supporto e la mappa interattiva con l’andamento in tempo reale dei monitoraggi (per ora solo relativi alle zanzare) svolti sul territorio.

Bosco interessato dal monitoraggio sulla zecca Ixodes ricinus.

 

 

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