Trentino, l’orsa che ha inseguito gli escursionisti è F36

TRENTINO - Le analisi genetiche hanno stabilito l’identità dell’orsa accompagnata da un piccolo che ha inseguito due escursionisti nei boschi di Roncone. Si tratta di F36, esemplare di 6 anni.

«Le analisi genetiche eseguite dai laboratori della Fondazione Edmund Mach – fa sapere la Provincia autonoma di Trento – hanno consentito di stabilire l’identità dell’orsa accompagnata da un piccolo che, all’alba di domenica, ha inseguito due escursionisti nei boschi di Roncone (ne avevamo scritto qui).

Si tratta di F36, esemplare di 6 anni il cui codice identificativo compare nei monitoraggi del Corpo forestale trentino. Finora l’esemplare non aveva assunto comportamenti classificabili come problematici.

Constatata la reazione assunta dall’animale in occasione dell’incontro ravvicinato, configurabile come un attacco, il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha stabilito la cattura per il radiocollaraggio. Alla luce degli ulteriori accertamenti previsti, potranno seguire i provvedimenti conseguenti, tra i quali anche quello di abbattimento. Intanto, proseguono le operazioni volte alla cattura dell’esemplare MJ5, che lo scorso marzo aveva aggredito una persona in Val di Rabbi: un’attività resa complessa dalla natura dell’animale che compie lunghi spostamenti in breve tempo».

 

Oipa: “Ha fatto il suo dovere di madre”

Sulla questione interviene anche OIPA, l’Organizzazione internazionale protezione animali, che in una nota scrive: «È F36, ha 6 anni e non è mai stata aggressiva l’orsa che domenica scorsa, alle 6 del mattino, ha allontanato dal suo cucciolo due giovani (definiti cacciatori) sul sentiero Mandrel, nelle Giudicarie, in Trentino.

«Con un cosiddetto “falso attacco” l’orsa ha fatto il suo “dovere di madre” dettatole dalla natura e, come si è visto, non ha voluto attaccare per uccidere», commenta l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa).

L’associazione, per conoscere i dettagli del procedimento che riguarda il plantigrado, ha già disposto un accesso agli atti tramite il suo Ufficio legale.

«Continuano a essere sconcertanti le dichiarazioni di questi giorni del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che ha ventilato da subito l’abbattimento della povera madre», osserva il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Ormai il Trentino è famoso in tutt’Italia e all’estero per i provvedimenti adottati nei confronti della fauna selvatica. La Provincia pensi a prevenire episodi del genere anche informando la cittadinanza e gli escursionisti su come ci si comporta in montagna, invece di continuare a evocare come sempre catture e abbattimenti anche come “strumento elettorale”. Fugatti annuncia il radiocollaraggio: si fermi lì».

L’associazione, come sempre, invita la Provincia, invece di lavorare per la morte, ad avviare iniziative per una serena convivenza tra uomo e animali selvatici attraverso una maggiore ed efficace informazione a residenti, turisti ed escursionisti, sistemi di dissuasione che allontanino la fauna dall’abitato, corridoi ecologici per evitare incidenti.

L’Oipa ricorda che a metà maggio ha inviato al Ministero dell’Ambiente un documento articolato con una serie d’indicazioni su come gestire gli orsi nella Provincia di Trento. Su questa base sarebbe opportuno, invece di lasciare “carta bianca” al presidente Fugatti e alla sua Giunta, avviare un tavolo tecnico con amministratori, esperti e associazioni protezionistiche per decidere insieme il modo migliore di gestire la specie, per la loro tutela e quella di residenti ed escursionisti.

 

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