Attilio Forgioli, le parole del silenzio

SALO' - Il pittore Attilio Forgioli compie 90 anni e la sua città natale, Salò, gli rende omaggio con una mostra al MuSa. L'inaugurazione venerdì 15.

Quarant’anni fa prendeva avvio in Salò la Civica Raccolta del Disegno. A idearla sono stati Pino Mongiello, allora assessore alla cultura, e Attilio Forgioli, pittore, con l’aiuto professionale del critico d’arte Flaminio Gualdoni. Per festeggiare l’evento, Comune di Salò, MuSa e Civica Raccolta ha allestito e inaugurato un’importante mostra dal titolo «La passeggiata della linea» (ne avevamo scritto qui).

Novant’anni fa, invece, nasceva a Salò Attilio Forgioli (17 marzo 1933). Per festeggiare questo importante traguardo di vita, gli stessi enti, ai quali si aggiunge l’Ateneo di Salò (essendo Forgioli socio di quel sodalizio culturale) hanno voluto dedicare all’illustre concittadino, in segno di gratitudine per il suo lavoro d’artista, una esposizione di pastelli che egli ha realizzato negli ultimi anni, a dimostrazione di quanto ancora viva sia la sua vena creativa.

Attilio Forgioli: “Finestra sul lago”.

La mostra, allestita al museo civico, è corredata da un catalogo, a cura di Pino Mongiello, che comprende, oltre alle opere esposte dell’artista presso il MuSa, un testo dello stesso curatore, pensato come ricostruzione biografica dell’amico, condotta sul filo della memoria, così da far emergere di Attilio Forgioli un’immagine schietta e quanto più possibile vera.

Il testo critico porta la firma di Anna Lisa Ghirardi, curatrice della Civica Raccolta salodiana. La lettura che ne esce dà risalto all’inscindibile rapporto “uomo-artista” riscontrabile nel pittore salodiano, la cui pittura “è nido e intima essenza”.

Particolarmente significativi sono i “Pensieri su carta”, scritti da Forgioli in maniera non sistematica, che esprimono l’evolversi e il maturare della sua sensibilità nei confronti della natura e dell’esistenza, della cronaca e della storia.

 

«L’età – scrive Mongiello nel catalogo – non gli ha fatto venir meno quella tensione emotiva che spinge a scrutare le cose, i paesaggi, le persone per coglierne l’anima. Se poi si tratta dei luoghi che lo han visto crescere dall’infanzia alla giovinezza, via Rive soprattutto, allora qualcosa di profondo gli affiora alla mente e lo sommuove. L’ultima volta che ne ha scritto risale al 1995 quando insieme abbiamo pubblicato un album di ricordi, parole e immagini, dedicato proprio a quella via, una strada che è un piccolo mondo: a oriente il lago aperto su orizzonti distesi; a occidente le case, e poi gli orti. “Questo vuoto grigio che avevo davanti – scrive del golfo salodiano – avrebbe influenzato le mie figure del mondo”».

Attilio Forgioli: “Montagna dal lago”.

 

 

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