Semel in anno licet insanire, un secolo di storia del Carnevale di Arco

ARCO - Si intitola «Semel in anno licet insanire» (una volta all'anno è lecito impazzire, antico motto riferito al Carnevale) l’ultima impresa editoriale dello storico Romano Turrini: un libro edito dall’associazione culturale Il Sommolago e dal comune che ripercorre oltre un secolo di storia del Carnevale di Arco (dal 1876 al 2004).

La presentazione in anteprima sarà venerdì 8 dicembre all’auditorium dell’oratorio San Gabriele (inizio alle 17.30, ingresso libero), presente l’autore. Alla presentazione il volume sarà in vendita a prezzo scontato, così come i due giorni successivi, sabato 9 e domenica 10 dicembre, dalle 10 alle 17 nella sede del Sommolago in via Stranfora n. 5.

L’idea di questa pubblicazione nasce dalla donazione fatta nell’ottobre del 2018 dall’allora presidente del comitato Gran Carnevale Albino Marchi (scomparso nel febbraio dell’anno successivo) al comune di Arco: i sei preziosi “libroni” che riportano i verbali delle riunioni del comitato dal 1876, data della prima Gran festa popolare, fino all’edizione 2004 del Gran Carnevale, e che contengono una grande quantità di articoli di giornale (tra cui molti del noto giornalista Aldo Gorfer) e fotografie (il tutto conservato all’Archivio storico comunale a palazzo Marcabruni-Giuliani).

La storia del Carnevale di Arco

Su proposta dell’amministrazione comunale, Romano Turrini ha scritto la storia del Carnevale di Arco, affrontando un enorme lavoro di ricerca storica (inizialmente bloccato dalla pandemia) che ha allargato anche ad altre fonti, tra cui archivi fotografici privati, e che finalmente è giunto a conclusione.

Per raccontare quant’era importante il Carnevale ad Arco il libro propone una “sfilata” di alcuni carri memorabili che avevano percorso i viali della città, contendendosi l’ambito trofeo dell’Arco d’argento, accanto ai quali sfilavano bande, sbandieratori, majorette e attrazioni varie.

«Idealmente questo libro è dedicato alle giovani generazioni -dice Turrini- perché conoscano la bellezza e la ricchezza dei tanti tasselli che hanno costituito la storia del Gran Carnevale di Arco; perché non si disperda la sua memoria, anzi serva come esempio da seguire, come stimolo per cercare tenacemente di raggiungere obiettivi che rendano migliore, bella e accogliente la comunità in cui vivono».

La copertina del libro.

 

 

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