Tavina: le minoranze bocciano l’operazione

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SALO’ – Riparte tra le polemiche l’operazione Tavina. Inevitabile per un progetto urbanistico (delocalizzazione della fabbrica a Cunettone e conseguente riconversione dell’area oggi occupata dallo stabilimento) che è probabilmente il più complesso e consistente che sia mai stato attuato a Salò.

Per l’Amministrazione Cipani è un’operazione strategica: «Alla Tavina – sostiene il sindaco Giampiero Cipani – non si occupa nuovo territorio, ma si va a rivalutare un comparto occupato da una fabbrica obsoleta, che ha la necessità di trasferirsi. Dove oggi si trovano 70mila mq di capannoni verranno realizzati 61.950 mq di residenziale. Non vedo quello sconvolgimento urbanistico di cui si parla. E neppure tutta questa colata di nuovo cemento».

Di diverso parere le minoranze. Il gruppo «Scelgo Salò» di Stefano Zane ha espresso un voto «pesantemente negativo». «Si vuole spostare la fabbrica – ha ribadito Zane – non per garantirne la sopravvivenza, ma per fare un’operazione immobiliare, necessaria a risanare i debiti contratti dalla proprietà negli anni passati per operazioni finanziarie e non industriali». Per Zane Salò pagherà un prezzo elevato: «La nuova offerta di residenze, che si sommerà al consistente invenduto, precluderà per un lungo periodo la praticabilità economica di una politica urbanistica basata su restauro e recupero dell’esistente». Non solo: «Pregiudicherà per sempre la possibilità di assegnare ad un’area strategica quelle funzioni necessarie al rilancio dell’economia e deprimerà il valore delle case dei salodiani».

Si è invece astenuto il gruppo GenerAzione Salò, che considera il trasferimento della fabbrica un’operazione sostenibile, ma è critico sui termini della convenzione: «Non ci piace – spiega il capogruppo Giorgio Toffoletto – la decisione di spendere solo in parte a Villa e Cunettone, la zona che subirà il carico urbanistico della nuova fabbrica, i soldi per le opere compensative. Su questo tema auspicavamo in confronto con i cittadini della frazione». Toffoletto lamenta anche «la mancanza di una visione generale dello sviluppo dell’area oggi occupata dalla fabbrica» e critica la decisione di concedere al privato la possibilità di costruire anche la seconda metà dei volumi residenziali previsti dopo aver realizzato soltanto le fondamenta dell’albergo: «L’hotel – dice GenerAzione Salò – andava fatto subito».

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