Vertice a Roma per il depuratore. La Valsabbia non ci sta

LAGO DI GARDA - Con un post sui social la presidente della Comunità del Garda, Mariastella Gelmini, annuncia: "Trovata finalmente una soluzione per l’ubicazione" del depuratore. Non si fa il nome di Gavardo, ma la scelta pare ormai definitiva. In Valsabbia protestano.

Vertice romano sulla depurazione del Garda. Lo rende noto la stessa presidente della Comunità del Garda, Mariastella Gelmini (nella foto sopra al tavolo del ministero con con il direttore di Aato Brescia Marco Zemello), tramite un post sui social, nel quale si legge:

La Presidente della Comunità del Garda al lavoro per il depuratore delle acque del Lago di Garda, un’opera necessaria per tutelare l’ambiente e salvaguardare l’intero ecosistema. “Come Comunità del Garda stiamo monitorando l’iter amministrativo che dovrebbe dar avvio ai lavori nel 2020.

Con le Regioni, le Province, i Comuni e tutti gli enti coinvolti abbiamo trovato finalmente una soluzione per l’ubicazione, una soluzione che reputiamo la più efficace e al tempo stesso la meno invasiva. Ma adesso bisogna accelerare. Perché una possibile rottura dell’attuale condotta sublacuale sarebbe letale per il nostro Lago e per la nostra economia”. Roma, Ministero dell’Ambiente, Cabina di regia depurazione Lago di Garda.

 

Il post ha sollevato non poche polemiche.

Secondo il consigliere regionale PD Gianantonio Girelli il vertice romano “ha completamente bypassato il tavolo istituzionale dei consiglieri regionali, totalmente ignorati anche da una comunicazione ufficiale, e nella quale si sono espressi pareri frutto di analisi e considerazioni non sufficientemente condivise e convincenti”.

Insorge  la comunità valsabbina, che non ci sta a farsi carico dei problemi del lago: “La cacca del lago venga depurata sul lago!”.

I tecnici, invece, dicono che il corpo recettore delle acque depurate non può essere il lago, ma deve necessariamente essere un fiume. Il Chiese nel caso specifico.

Sui social sono tutti esperti di depurazione: c’è chi propone di potenziare Peschiera e rifare le condotte sublacuali, chi suggerisce di realizzare tanti mini depuratori lungo la riviera bresciana, chi invoca interventi di separazione delle acque nelle dalle acque bianche….

Anche i veronesi cominciano a mugugnare: “Al depuratore di Peschiera ci sobbarchiamo lo smaltimento di tutto il lago da sempre…. è ora che la ricca Lombardia si assuma l’onere di una scelta responsabile”.

Piaccia o non piaccia la decisione dovrà inevitabilmente prenderla la politica, sostenuta dalla parte tecnica. Ci si augura solo che sia la più condivisa possibile.

La planimetria dell’attuale sistema di depurazione con la condotta sublacuale Maderno-Torri che si vuole dismettere.

 

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