Tagesmutter, un corso a Salò

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SALÒ – Tagesmutter: il Comune rilancia e potenzia il servizio. E da novembre propone un nuovo corso di formazione per «mamme di giorno».

La tagesmutter è una persona che svolge servizio di assistenza all’infanzia presso il proprio domicilio. Si tratta di mamme che hanno intrapreso il percorso formativo promosso a Salò un paio d’anni fa.

Nella cittadina gardesana il servizio è gestito dal Centro Servizi Opere Educative Mons. Dalponte di Trento che ora, spiegano in municipio, «svolgerà in loco un’importante azione, creando una rete tra le tagesmutter e le famiglie interessate ad utilizzare il servizio, al fine di offrire nuove opportunità di conciliazione famiglia-lavoro».

Anche al fine di favorire la capillarità del servizio è inoltre imminente l’avvio a Salò del secondo corso di formazione per Tagesmutter (da novembre a marzo, 200 ore d’aula e 50 ore di pratica), ad iscrizione gratuita per tutte le persone disoccupate o inserite nelle liste di mobilità.

Un incontro informativo è in programma il 23 ottobre. Info e iscrizioni: www.csoe.it, 335.353431.

 

Tagesmutter: di che si tratta?

Riportiamo il testo di presentazione del servizio tratto dal sito www.csoe.it:

Il servizio educativo Tagesmutter sta maturando una propria legittimazione pedagogica che progressivamente determina la sua distintività rispetto ad altre istituzioni educative che si occupano della fascia 0 – 14 anni. L’assunzione dello specifico bisogno di carattere sociale, ovvero la promozione di luoghi educativi qualificati destinati a tale fascia d’età, viene trasferita, nel servizio educativo Tagesmutter, sul piano di un bisogno pedagogico: questo mutamento di prospettiva configura il servizio come un sistema in grado di garantire, ai bambini e ai ragazzi, la loro massima realizzazione in quanto persone originali. Considerata infatti la molteplicità di proposte esistenti, il servizio in oggetto si vede principalmente impegnato nell’assunzione di una specifica forma non certo suppletiva ma propriamente integrativa, in grado di accompagnare la realizzazione integrale della persona attraverso gli altri luoghi educativi, ricreativi, ludici, espressivi che entrano, a vario titolo, nel suo percorso storico personale.

La dimensione qualificante è connessa ai requisiti di specificità delle condizioni di esercizio (la casa, il vicinato, la realtà della quotidianità, le reti informali di comunità e di appartenenza…), ma soprattutto alla peculiare professionalità educativa che in tale servizio si spende. Il profilo culturale e professionale dell’educatore dell’infanzia nel servizio Tagesmutter si caratterizza, infatti, per il possesso di conoscenze teoriche, abilità pratiche e competenze professionali nel settore pedagogico, psicologico, sociale, igienico-sanitario e normativo. Egli deve risultare altresì competente nella progettazione, programmazione, attuazione e verifica delle attività educative, in un quadro di capacità relazionali e professionali che siano in primo luogo educative nei confronti dei soggetti accolti, ma in grado al contempo di estrinsecarsi – nella rete dei rapporti sia interni alle Tagesmutter, sia esterni e coinvolgenti altri professionisti implicati – verso la dimensione istituzionale ed organizzativa, verso le famiglie che utilizzano per i propri bambini e ragazzi il servizio, nonché nei confronti della comunità di cui lo stesso servizio è espressione.

In tal senso, la prospettiva offerta dalla proposta formativa (sulla base delle macro-aree tematicamente e logicamente correlate) prelude ad una forma di servizio basata su una professionalità educativa competente rispetto alla logica dell’agire educativo, esercitato in un contesto particolarmente significativo per la crescita: la casa. La caratteristica di risposta professionale personale di ciascun educatore, inoltre, fa sì che la flessibilità di prestazione sia massimamente adeguata non solo al bisogno delle famiglie con cui egli si relaziona, ma soprattutto alla specificità di quel bisogno e di quella famiglia, che, in quanto portatrice di un proprio sistema culturale, deve trovare, nella persona a cui affida il figlio, una corrispondenza non solo sul piano del bisogno ma anche sul piano della condivisione valoriale, di senso e di significato.

L’educatore del servizio educativo Tagesmutter, pertanto, non può prescindere né da un’assunzione dei complessi bisogni educativi nel contesto dell’attualità, né da un fondamento pedagogico per la propria lettura e azione educativa: egli, in sostanza, deve potersi caratterizzare per il possesso di «una professionalità al contempo solida nel suo impianto teoretico/metodologico e flessibile nelle strategie, riletture e pratiche; una professionalità capace cioè di giustificazione, valutazione e trasferibilità (secondo una valenza che implica necessariamente l’attenzione all’intersoggettività), ma allo stesso tempo in grado di modellarsi sulla base dei mutevoli bisogni del contesto di riferimento e delle problematiche/potenzialità che ineriscono alle persone e che vengono assunte nella relazione educativa»[1].

Posta tale premessa, ne consegue un percorso formativo solidamente strutturato che si configura come avvio all’acquisizione di una professionalità continuamente e progressivamente aperta al suo stesso miglioramento, ovvero alla sua stessa migliore configurazione sul piano culturale, scientifico e lavorativo. Se è vero che anche «la professionalità (…) si pone come una forma mai pienamente raggiunta, sempre aperta ad ulteriori modifiche, di ordine migliorativo, che tendono alla dimensione più alta e “perfetta” di professione che la persona può raggiungere nel suo cursus lavorativo»[2] il percorso formativo qui presentato, rispondendo ai criteri espressi nel “Manifesto Pedagogico” del Centro Servizi Opere Educative[3], mette al centro tale idea di professionalità coniugata con gli attuali bisogni educativi della fascia 0-14 anni e rispondente, nella sua specifica caratterizzazione domiciliare, a requisiti di ordine pedagogico, che verranno via via individuati ed esplicitati all’interno della logica formativa e della sua articolazione modulare.

Logica e articolazione dell’impianto formativo

In ragione di quanto sopra espresso, l’impianto formativo si articola in un corpo centrale distinto in 3 livelli tra loro correlati, in un preliminare momento di presentazione-condivisione del percorso (8 ore) e in un incontro finale diconclusione-valutazione dello stesso (di 8 ore, nel quale è compresa la prova d’esame per l’attestazione di superamento del corso). I tre livelli nei quali si articola il corso (e riconducibili alla triade Insegnamenti-Pratica attuativa-Laboratorio [4]) sono logicamente interconnessi secondo una specificità che verrà di seguito indicata, ma che fin d’ora possiamo anticipare individuandola nella sequenza Teoria-Prassi-Teoria [5] che essi, nell’ordine di effettuazione, rappresentano.

In via anticipatoria, è opportuno evidenziare che la triade Insegnamenti-Pratica attuativa-Laboratorio (I-Pa-L) risulta, secondo la più attuale ricerca pedagogica, determinante per i percorsi formativi a carattere professionalizzante. È bene ricordare pertanto che il percorso formativo qui presentato dal C.S.O.E., coerentemente con quanto dichiarato nel “Manifesto Pedagogico” (già citato in Premessa) relativamente alla professionalità educativa, assume questa particolare prospettiva, in quanto legata a dimensioni di analisi e di ricerca in grado di legittimare la logica dell’impianto formativo non solo sul piano della corrispondenza alle istanze sociali, ma soprattutto sul piano della garanzia della sua risposta a un rigore formativo di tipo scientifico.

In sintesi, l’impianto formativo risulta dunque così articolato:

  1. Presentazione/introduzione (7 ore)
  2. Insegnamenti (142 ore):

– area pedagogica
– area psicologica
– area socio-giuridica
– area sicurezza-igiene

  1. Pratica attuativa (50 ore)
  2. Laboratori (47 ore)
  3. Conclusione/prova finale (4 ore)

 

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