In scena la storia della confraternita dei Battuti

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ARCO – Sabato 21 marzo la Pasqua Musicale Arcense propone «La Passione», rappresentazione di teatro liturgico dedicata alla storica confraternita dei Battuti.

Appuntamento alla chiesa di Sant’Anna con inizio alle ore 20.45.

Lo spettacolo è proposto secondo il laudario conservato nella biblioteca comunale di Trento in due parti: la prima, trascritta da Tononus de Leporibus, risale al 1526; la seconda, anonima, del XIV secolo. Si tratta della prima esecuzione moderna della ricostruzione musicale delle laude trentine, su progetto a cura di Guido Trebo per l’associazione Arco Antiqua e la regia di Sonia Grandis. In scena attori professionisti affiancati da bravi colleghi locali, con costumi che replicano fedelmente le fonti iconografiche legate alla Confraternita dei Battuti; la musica è eseguita dall’ensemble Arco Antiqua con strumenti musicali antichi. Lo spettacolo è introdotto dal prof. Marco Gozzi dell’Università di Trento e dal prof. Romano Turrini dell’associazione «Il Sommolago». L’ingresso è libero.

«La Passione» è una vera e propria Sacra Rappresentazione in forma scenica, un misto di recitazione e musica che si basa su uno dei più antichi componimenti drammatici in lingua trentina che narra la Passione di Gesù. Il testo infatti è tratto dal manoscritto 1708 della Biblioteca comunale di Trento, appartenuto all’antica Confraternita dei Battuti (presente anche nel Basso Sacra e fondatrice del primo ospedale di Arco), che riporta alcune laude trascritte tra il XIV e il XVI secolo. Lo spettacolo è interpretato da un cast che vanta grande esperienza nei teatri italiani, come Michela Embriaco nel ruolo di Maria, Guido Trebo nel ruolo del narratore e Cristina Chiaffoni nel ruolo della Maddalena; assieme a loro alcuni bravi attori locali come Elisabetta Prandi, Sabrina Santorum, Tommaso Fambri, Sabrina Ballardini, Nadia Carotta e Nicola Morandi. Il cantautore trentino Francesco Camin ha un cameo nella piéce recitando il ruolo di Gesù.

La musica è frutto di una ricerca che l’ensemble Arco Antiqua ha svolto confrontando il codice trentino con altri testimoni che riportano in notazione diastematica le stesse laude o laude molto simili. Per questa rappresentazione l’ensemble presenta una notevole varietà strumentale grazie all’utilizzo di strumenti antichi (originali o copie). Saranno presenti infatti strumenti come il flauto dolce e il liuto, accanto ad alcuni strumenti più ricercati, come la bombarda e il salterio, e altri legati alla tradizione popolare, come i sonagli di unghie di capra e le «racole» trentine (note altrove come raganelle). La compagine vocale è composta dal soprano Martina Zaccarin e dal tenore Mauro Zanetti; l’orchestra dal liutista Luciano Russo, dalla flautista Raffaella Bortolini e dal percussionista Michele Mastrotto; tutti musicisti esperti nella prassi musicale antica.

La regia è della nota regista milanese Sonia Grandis che ha all’attivo diverse produzioni per teatri e stagioni importanti; mentre i costumi, che replicheranno fedelmente le fonti iconografiche legate alla Confraternita dei Battuti, saranno realizzati dalla costumista Monica Conti, che ha lavorato per enti come il Teatro Valli di Reggio Emilia, il Teatro Olimpico di Roma, il Donizetti di Bergamo e il Regio di Parma. Le azioni coreografiche portano la firma del coreografo Marco Cecere.

I Battuti

Scrive l’arciprete Francesco Santoni (1723 – 1795) nella sua opera «Dell’Ospitale dei Battuti d’Arco»: «Ritrovansi nell’Archivio della Collegiata di Arco delle originali antiche Pergamene, le quali fanno espressa menzione di Monaci e di Monache della chiesa di S. Pietro, la quale era situata presso alla porta meridionale di questa città». In questa chiesa vi era una casa destinata alla cura degli ammalati poveri. Una pergamena del 1356 nomina espressamente l’«Hospitalis Batutorum de Archo»; i Battuti si erano sostituiti quindi ai monaci di S. Pietro. Tale denominazione aveva la sua origine dal rito praticato da questi religiosi di battersi le spalle con dei flagelli (le «discipline») in segno di penitenza; per questo venivano anche chiamati i fratelli della Disciplina.

Poiché la chiesa di S. Pietro era la chiesa più importante dopo la Collegiata, ai Disciplini venne destinata per il loro «pii esercizi» la cappella di Sant’Antonio, posta nel cimitero dell’antica Collegiata, verso sud. Nei primi decenni del Seicento la chiesa di S. Pietro cade poi in rovina e la chiesa di S. Antonio viene abbattuta per far posto alla nuova Collegiata. Si costruisce allora la chiesa di Sant’Andrea dentro le mura della città, utilizzando forse i materiali ricavati dalle due chiese. E a questa chiesa e al vicino ospitale facevano riferimento i confratelli della Disciplina, fino a quando nel 1784 l’arciprete Santoni rifonda l’Ospitale dei poveri con un nuovo statuto. Nel catasto del 1859 la chiesa viene ancora chiamata di Sant’Andrea; solo verso la fine dell’Ottocento la chiesa cambia dedicazione e viene detta di Sant’Anna. (testo di Romano Turrini)

La Pasqua Musicale Arcense

Giunta alla 42ª edizione, è la tradizionale manifestazione di musica perlopiù classica, sia sacra sia profana, il cui programma è pensato per rivolgersi ad un ampio pubblico, con l’eccellenza di prestigiose ensemble e di importanti nomi del panorama musicale europeo.

La Pasqua Musicale Arcense è organizzata da Alto Garda Cultura, il Servizio di attività culturali intercomunale di Arco e Riva del Garda, con la collaborazione dell’associazione Amici della Musica, del Conservatorio Bomporti, della Scuola Musicale Alto Garda, dell’Azienda Municipale Sviluppo Arco e del coro Castel della sezione SAT di Arco. Collaborano inoltre la Parrocchia di Santa Maria Assunta di Arco, la Comunità evangelica di Merano, la Parrocchia dell’Addolorata di Bolognano, la Parrocchia di Santa Maria Assunta di Riva del Garda e il Santuario della Madonna delle Grazie, comunità dei frati francescani di Arco.

L’immagine in apertura è tratta dal manoscritto del 1708 della Biblioteca comunale di Trento.

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