Acqua: appello al risparmio

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ARCO – Il perdurante periodo di caldo, con temperature superiori alla media stagionale, e l’assenza di pioggia hanno ridotto notevolmente le riserve idriche della rete di acquedotti del Comune di Arco.

Anche la disponibilità per le operazioni antincendio dei vigili del fuoco si sta avvicinando ad una situazione d’emergenza.

Da accertamenti svolti, risulta che il problema è causato anche dall’utilizzo di rilevanti quantità d’acqua per scopi non strettamente connessi all’uso potabile e igienico.

Da qui l’appello del sindaco Alessandro Betta all’impegno di tutti i cittadini nel ridurre il più possibile il consumo d’acqua. Contestualmente è stata firmata dalla dirigente dell’Area tecnica una disposizione che vieta l’utilizzo dell’acqua potabile per scopi diversi da quelli alimentari ed igienico-sanitari.

«Mi rivolgo a tutti i miei concittadini – dice il sindaco – nel chiedere di fare ognuno la propria parte, stante una situazione di caldo e siccità eccezionale, e di fare un uso attento e parsimonioso di acqua. Siamo in una situazione di oggettiva difficoltà, e nonostante le previsioni di piogge nel fine settimana e di una flessione delle temperature, si rende necessario l’impegno di tutti, perché la situazione rimarrà critica ancora per qualche tempo. Le riserve si sono ridotte in misura notevole, e segnalo che il nostro Corpo volontario dei vigili del fuoco è costretto ad un notevole carico di lavoro per garantire le riserve antincendio, quindi ancora di più chiedo l’impegno di tutti nel limitare il più possibile il consumo d’acqua, evitando tassativamente l’impiego per motivi diversi da quelli alimentari e igienico-sanitari».

La disposizione (protocollata con il numero 0018557) fa espressamente divieto di utilizzare l’acqua per irrigare orti e giardini, per bagnare o pulire piazzali e strade, per lavare veicoli e attrezzature, nonché per riempire piscine private e altre strutture, anche precarie, ad uso balneazione. La Polizia intercomunale, in collaborazione con altro personale comunale, è incaricata dei controlli; per le violazioni è prevista una sanzione amministrativa da 50 a 300 euro, che nei casi di grandi quantità d’acqua (ad esempio per riempire piscine) può arrivare a 500 euro.

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