Ad Arco niente botti di Capodanno

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ARCO – In vista di Capodanno, ricorda l’Amministrazione comunale che dal 2013 è in vigore l’ordinanza del sindaco che mette al bando i cosiddetti «botti», ovvero petardi, mortaretti, razzi, fumogeni e qualsiasi altro materiale esplodente e pirotecnico.

Il divieto si estende sul luogo abitato e nelle sue adiacenze, lungo tutte le pubbliche vie e anche in adiacenza ad esse, nonché nei luoghi privati se di pubblico transito. Alle ragioni originarie, ovvero il rispetto della quiete pubblica, con particolare riferimento a soggetti fragili quali anziani, ammalati e bambini, e la tutela degli animali domestici, s’aggiunge quest’anno l’allarme-incendi, causa la perdurante siccità.

L’Amministrazione comunale si appella al senso di responsabilità e di ragionevolezza individuale, a maggior ragione per chi ha una diretta responsabilità su minorenni, affinché ciascuno sia pienamente consapevole delle conseguenze che l’utilizzo dei «botti» possono avere per la sicurezza propria e degli altri, e conseguentemente decida di rinunciare. Un gesto di civiltà e sensibilità che si ritiene, oggi, doveroso.
Le violazioni all’ordinanza (fatta salva l’applicazione delle norme penali e amministrative eventualmente commesse in violazione a leggi statali e provinciali) sono perseguite con la sanzione pecuniaria da 25 a 150 euro per materiali di piccole e medie dimensioni, da 50 a 300 euro per grandi e compositi impianti pirotecnici. Qualora l’infrazione sia commessa da un minorenne, della violazione amministrativa risponde il responsabile giuridico.
Sull’impatto dell’utilizzo dei «botti», si fa presente che il rischio di incidenti e di gravi infortuni è concreto, come tristemente ci ricorda ogni anno la cronaca, non solo per i diretti utilizzatori ma anche per chi è presente nelle vicinanze, spesso minorenni. Ma si chiede di riflettere anche sul notevole disturbo alla quiete pubblica e sul non irrilevante impatto sull’ambiente, oltre che sugli animali domestici: si stima, infatti, che siano diverse migliaia gli animali domestici che ogni anno in Italia muoiono di «botti», stroncati perlopiù da infarto; ma migliaia sono anche i cani e i gatti che scappano spaventati, finendo dispersi e spesso investiti dalle auto, con rischi anche per gli automobilisti; mentre un numero non calcolabile di volatili perde il senso dell’orientamento, con esiti quasi sempre fatali.

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