Al vittoriale il prog-rock di Steven Wilson

GARDONE RIVIERA – Martedì 12 luglio arriva per la prima volta al Vittoriale Steven Wilson, nel primo dei due concerti estivi che completano il tour di presentazione dell’album «Hand. Cannot. Erase».

Appuntamento alle 21.15 sul palco del Vittoriale. Clicca qui per maggiori informazioni e acquistare i biglietti online.

Il disco «Hand. Cannot. Erase» ha consacrato il musicista inglese – fondatore, chitarrista e cantante del gruppo progressive rock Porcupine Tree, con alle spalle quasi trent’anni di carriera e una serie piuttosto eterogenea di progetti paralleli – nel suo ruolo di solista lirico e maturo , consegnandolo a un indiscusso successo di pubblico e critica.

Nato a Hemel Hempstead il 3 novembre 1967, Steven scopre la musica all’età di 8 anni, quando a Natale i genitori gli regalano The Dark Side of the Moon dei Pink Floyd e Love to Love you Baby di Donna Summer – entrambi artisti destinati a influenzare profondamente la sua formazione e ispirazione musicale.

Inciderà la sua prima demo all’età di 15 anni. Dall’underground anni ottanta fonderà i due suoi progetti principali – i Porcupine Tree e i No-Man insieme a Tim Bowness – che lo accompagneranno per il resto della sua carriera.

Tra le numerose collaborazioni, fondamentale quella con Lasse Hoile, grafico, regista e fotografo danese, da anni abilissimo nel tradurre in forma visiva le idee artistiche di Steven.

In ambito solista, il suo primo lavoro è Insurgentes, registrato tra gennaio e agosto 2008, messo in vendita in edizione limitata a novembre 2008 e apparso nei negozi in versione standard a marzo 2009. Il disco, che artisticamente non si sposta molto dalle coordinate stilistiche tracciate dai Porcupine Tree, vede la partecipazione di alcuni dei più acclamati musicisti in ambito progressive metal, tra cui Gavin Harrison (già con lui nei Porcupine Tree) alla batteria, Tony Levin (Peter Gabriel, King Crimson) al basso e Jordan Rudess alla tastiera (Dream Theater).

Tra produzione e missaggio, Steven Wilson ha lavorato su alcuni album degli Opeth (Blackwater Park, Deliverance, Damnation eHeritage), in cui ha anche arrangiato i cori e suonato chitarre e tastiere; sull’ultimo degli Orphaned Land (The Never Ending Way of ORWarriOr); su We’re Here Because We’re Here e Weather Systems degli Anathema.

Entusiasta la direzione artistica del Festival: “E’ l’ospite ideale per Tener-a-mente: raffinato e creativo, perfezionista disinvolto, incarnazione della semplicità come punto d’arrivo e non di partenza. E credo sinceramente che l’anfiteatro del Vittoriale sia il luogo ideale per un suo concerto: intimo, elegante e rigoroso. Apparentemente semplice, ma pensato in ogni dettaglio (da una mente geniale come quella del Vate, che nulla lasciava al caso). Sarà una serata perfetta”.

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