Scuole medie: adeguamento antisismico e antincendio

TOSCOLANO – Adeguamento delle scuole medie. Questo l’utilizzo individuato dalla Giunta di Toscolano Maderno dei proventi – 1,1 milioni – della vendita degli immobili dell Set.

Il Comune ha incassato un tesoretto di 1 milione e 100mila euro, cifra che sarà interamente destinata all’adeguamento della scuola media statale “Gabriele di Pietro”.

Ne trarranno beneficio in primo luogo i 250 alunni e il personale docente, ma anche l’intera comunità visto che auditorium e palestra saranno adeguati alle norme per il pubblico intrattenimento. Le procedura amministrativa riguardante progettazione e permessi è sostanzialmente conclusa; i lavori prenderanno dunque il via già ai primi di gennaio.

«È un’opera che riteniamo straordinariamente importante – commenta il sindaco Delia Castellini – per consegnare alla popolazione scolastica un plesso sicuro, ma anche per dotare il paese di spazi adeguati per eventi e manifestazioni. L’auditorium sarà infatti dotato di un pre-ingresso e di un magazzino, sarà messo a norma e potrà ospitare pubblici spettacoli».

Tutto questo, come detto, grazie alla vendita degli edifici comunali utilizzati dalla Società Elettrica Toscolano, meglio conosciuta come Set. Vendita, peraltro, che ha scatenato una serie di polemiche in paese, «tanto grossolane – dice il sindaco – quanto poco informate sulla natura dell’operazione».

Costituita il 25 ottobre 1988 per la gestione delle centrali idroelettriche in Valle delle Cartiere e Valle delle Camerate, la Set, società pubblico–privata (51% delle quote sono del Comune, il 49% di A2A), dopo i primi anni difficili ha raggiunto attorno alla seconda metà degli anni ’90 un soddisfacente equilibrio gestionale. Sebbene la centrale di Covoli (edificio ed impianto) appartenesse già alla Set, le seriole così come le vasche di carico e gli edifici delle centrali di Camerate e Covoli (ripristinate nel 2000), appartenevano al Comune in virtù della cessione, avvenuta nel 1993, sindaco Silvano Boni, dell’intera Valle delle Cartiere da parte del Gruppo Marchi. Vi era tuttavia un aspetto formale che andava sanato: il comune non poteva tollerare che un privato, quantunque partecipato, la Set, esercitasse attività d’impresa a fine di lucro in immobili pubblici senza che da ciò derivasse un corrispettivo per il Comune.

Nelle scorse settimane il bando di gara per la vendita degli immobili, acquisiti dalla stessa Set. Poi la scelta dell’utilizzo delle somme introitate: «Riteniamo che la destinazione più coerente di un’entrata straordinaria – conclude il sindaco – sia rappresentata da un investimento capace di produrre un miglioramento per il futuro della comunità».

1 milione e 100mila euro per l’adeguamento della scuola media statale “Gabriele di Pietro”.
1 milione e 100mila euro per l’adeguamento della scuola media statale “Gabriele di Pietro”.

Per fare chiarezza sulla natura dell’operazione di vendita degli immobili comunali utilizzati dalla Set, il comune ha pubblicato sul proprio sito internet un lungo documento che ricostruisce la storia della Società Elettrica Toscolano e spiega la motivazione della recente alienazione. Lo pubblichiamo integralmente.

Lo sfruttamento delle acque del Fiume Toscolano a fini produttivi : 1381 – 1962

Nel nostro territorio la storia dello sfruttamento a fini produttivi dell’energia dell’acqua del Fiume Toscolano risale al Medioevo, come dimostra l’esistenza di un arbitrato datato 1381 con il quale le comunità di Toscolano e Maderno regolano i reciproci rapporti in tema di sfruttamento delle acque del fiume a fini produttivi, di pesca e di difesa.

Fra il XIV ed il XIX secolo il fiume rappresentò innanzitutto la forza motrice posta al servizio della produzione cartaria, vocazione mantenuta fino agli anni ‘50 del novecento sebbene in forme differenti.

Lungo il XIX secolo si rafforzò nell’industria cartaria la tendenza alla concentrazione della proprietà degli opifici nelle mani di pochi imprenditori, associata alla crescita dimensionale degli impianti produttivi ed all’intensificazione dell’impiego tecnologico nella produzione.  Grazie al definitivo compimento delle tendenze accennate, la Famiglia Maffizzoli si presentava allo scoccare del XX secolo come la principale azienda produttrice di carta attiva a Toscolano, nonché come la principale possidente di terreni ed immobili in Valle delle Cartiere ed in Camerate.

In concomitanza con la diffusione su larga scala dell’elettrificazione dei processi produttivi e grazie alla contestuale affermazione dei Maffizzoli, parve naturale guardare alla Valle del Toscolano quale luogo idoneo ove affiancare alla produzione manifatturiera la produzione d’energia idroelettrica.

Vennero dunque costruite le centrali di Covoli (1899), Camerate (1905) e Garde (1921). L’acqua necessaria al loro funzionamento veniva captata nel profondo entroterra  di Toscolano, intercettando il Fiume Campei ed il Fiume Toscolano stesso appena oltre il confine con Gargnano, e tradotta alle centrali per il tramite di un articolato sistema di seriole che correva parallelo al fiume. L’energia idroelettrica ottenuta veniva impiegata al fine di alimentare gli impianti produttivi presenti, compreso il moderno impianto che grazie ai Maffizzoli sarebbe sorto all’esterno della Valle delle Cartiere fra il 1906 ed il 1910 (località Capra).

Sebbene nel 1937 la galassia aziendale Maffizzoli confluisse nel gruppo  Cartiera Beniamino Donzelli, con il cambio di denominazione non venne meno la politica di acquisizioni immobiliari nella Valle, che si completò nel 1956  quando il gruppo Cartiere Riunite Donzelli e Meridionali divenne proprietario praticamente dell’intera Valle delle Cartiere e Camerate, e quindi delle sue risorse idrauliche.

Le centrali idroelettriche, che avevano resistito ai bombardamenti dei caccia alleati durante la seconda guerra mondiale ( data presunta, 12 gennaio ’45), non sopravvissero alla costruzione della diga di Ponte Cola (inizio lavori:1959 – fine lavori:1963) ed alla contestuale chiusura della cartiera di Maina inferiore, che segnò la conclusione della secolare attività produttiva della carta in Valle delle Cartiere (1381 – 1962).

E’ di rilievo notare che risale allo stesso anno del definitivo abbandono della Valle (1962) la nazionalizzazione dell’energia elettrica attraverso la nascita dell’ENEL e l’inaugurazione di Ponte Cola.

La definitiva affermazione nel mercato della carta di paradigmi produttivi moderni, che non tolleravano più nessuna forma di diseconomia di scala rendendo obsolescenti i piccoli impianti come quelli presenti in Valle, s’ accompagnava ad esigenze nuove: perenne investimento tecnologico, crescente impiego di energia, innovazione nelle relazioni fra capitale e lavoro, centralità logistica, il tutto inserito nel quadro di un mercato sempre più globale e quindi soggetto a rischi esterni.  L’accavallarsi di varie problematiche finì per travolgere la cartiera di Toscolano, che fra la fine degli anni sessanta e la fine degli anni ottanta attraversò diverse fasi di crisi aziendale, avvicinandosi addirittura alla definitiva chiusura dello stabilimento verso la metà degli anni ottanta.

Fortunatamente nel 1989 il Gruppo Marchi divenne proprietario dello stabilimento di Toscolano e con esso della Valle delle Cartiere, valutando la cessione di quest’ultima al Comune di Tosacolano Maderno viste l’importanza storica del sito, il suo scarso valore in termini produttivi e l’elevato costo  manutentivo

La nascita della S.E.T. (Società Elettrica di Toscolano): 1988 -2016

Contestualmente all’ingresso in scena del vicentino Gruppo Marchi, l’Amministrazione di Toscolano Maderno iniziò a valutare l’opportunità di riattivare la produzione di energia elettrica lungo il Fiume Toscolano. L’idea sembrava alquanto calzante poiché il referendum che sanciva per la Repubblilca Italiana l’abbandono dell’energia nucleare era del 1987, e si prospettava pertanto un crescente margine di attenzione circa le energie rinnovabili.

Sebbene le centrali fossero ormai completamente fuori uso, ciò non di meno esisteva una lunghissima rete di approvvigionamento idrico (7 km circa) che poteva essere agevolmente riattivata. Era tuttavia necessario individuare partner privati che potessero apportare capitali “freschi” necessari al ripristino degli impianti, oltre che specifiche competenze. Fu così che il 25 ottobre 1988 venne creata la S.E.T. (Società Elettrica Toscolano), pensata quale società mista pubblico – privato per far convergere interesse pubblico e capacità finanziaria e gestionale privata (Sindaco Manfredi ).

Le quote della Società vennero ripartite per garantire la maggioranza al socio pubblico (Comune di Toscolano al 51%) rispetto al socio privato (49%).

Nella fattispecie i soci privati erano la Società Olifer ( 39%, di proprietà di un industriale siderurgico di Odolo) e la Società Genco (10%, costituita nell’anno 1985 con l’obiettivo di ricerca di siti, progettazione impianti idroelettrici e richiesta di concessioni idriche per produrre energia elettrica). Le quote di minoranza sarebbero in seguito state acquistate dalla finanziaria Aquadolce spa (49%), che le avrebbe poi cedute nel 2007 alla Società ASM ( 49%, confluita ora nel gruppo A2A). E’ degno di menzione che l’ingresso della Società ASM in S.E.T. venisse motivato con l’esigenza di esplorare le prospettive del geotermico a lago, in particolare nei pressi della cartiera, circostanza che concorse a far scartare GardaUno quale ipotetico acquirente delle quote cedute dall’Aquadolce spa, nel tentativo di estendere quindi la “zona di influenza” della municipalizzata di Brescia nell’Alto Garda(Sindaco Elena).

Vista l’assenza nel 1989 di incentivi pubblici paragonabili a quelli odierni finalizzati al sostegno delle produzioni di energie rinnovabili, fu subito chiaro che la sola centrale di Covoli, caratterizzata  dal salto d’acqua più elevato (85 metri), avrebbe potuto presentare qualche margine di guadagno per la neonata S.E.T. .Fu così che l’edificio di Covoli, allora di proprietà dell’ENEL , venne acquistato dalla S.E.T.

Il primo passo da compiersi per attivare la produzione fu quello di ottenere le concessioni demaniali necessarie allo sfruttamento dell’acqua del Torrente Toscolano al fine di produrre energia idroelettrica, le quali vennero assegnate alla S.E.T. nel 1989. Si dovette tuttavia attendere il 1992 prima che la centrale di Covoli, previa sistemazione del sito ed adattamenti edilizi ed impiantistici del caso, venisse attivata quale moderno centro di produzione di energia idroelettrica  di proprietà della S.E.T. (Sindaco Manfredi ).

E’ interessante rilevare come risalga allo stesso anno della riattivazione della centrale di Covoli (1992) la trasformazione dell’ENEL in Società per azioni.

Nel 1993, con delibera consigliare n.100 del 14 ottobre, l’Amministrazione Comunale di Toscolano Maderno approva lo schema di contratto con il quale il Gruppo Marchi  di lì ad un mese avrebbe ceduto al  Comune di Toscolano Maderno a titolo gratuito la proprietà della Valle delle Cartiere e della Valle di Camerate, ( la data del definitivo rogito  è il 24 novembre, Sindaco Boni).

Il passaggio delle valli da mani private a pubbliche,  ha rappresentato l’imprescindibile premessa formale al  rilancio della Valle delle Cartiere e di Camerate, tanto quale polo turistico in virtù della diffusa presenza delle antiche cartiere, che quale polo produttivo dato che il sistema di seriole da Covoli raggiungeva Garde.

Dal punto di vista economico i primi anni della S.E.T. non furono per nulla facili. Una serie di errate valutazioni preliminari circa la piovosità media dell’area e la collocazione pertanto di una turbina poco performante portarono la Società sull’orlo della chiusura. Solo un’attenta politica di sistematica revisione dei costi d’esercizio consentì alla Società di riprendersi, raggiungendo attorno alla seconda metà degli anni novanta un soddisfacente equilibrio gestionale.

Il rafforzamento aziendale consentiva non solo di guardare al presente con maggiore tranquillità, ma apriva nuovi scenari in base ai quali si poteva prospettare un ampliamento delle attività. Nel 1998, l’accettazione da parte del F.R.I.S.L. (Fondo ricostituzione infrastrutture sociali Lombardia) di una richiesta di finanziamento per la riattivazione delle centrali di Garde e Camerate offriva la concreta possibilità di completare il percorso di valorizzazione della rete delle seriole storiche che costeggiavano il Fiume Toscolano (Sindaco Boni).

Vi era tuttavia un aspetto formale da sanare allo scopo di perseguire questo disegno: sebbene la centrale di Covoli (edificio ed impianto) appartenesse già alla S.E.T., le seriole così come le vasche di carico e gli stessi edifici delle centrali di Camerate e Covoli allora dismesse, appartenevano al Comune in virtù della cessione operata dal Gruppo Marchi.

Sarebbe pertanto stato necessario conferire preliminarmente alla S.E.T. l’ infrastruttura che alimentava le centrali dismesse, affinché essa potesse sostenere gli investimenti necessari alla loro riattivazione. L’operazione presentava una serie di vantaggi:

  • la E.T. avrebbe operato su beni di proprietà, agevolando in tal modo la realizzazione diretta degli interventi edilizi ed impiantistici. In tal modo si sarebbe inoltre incrementato il valore della Società, tanto in termini di immobilizzazioni materiali (edifici ed infrastrutture in senso stretto) che in termini di immobilizzazioni immateriali (avviamento ed impianti) ;
  •  l’ Amministrazione Comunale avrebbe limitato il proprio impegno finanziario per ripristinare le centrali e l’infrastruttura, oltre che la propria responsabilità gestionale su un’infrastruttura tanto complessa ed estesa, ottenendo altresì un incremento di valore proporzionale all’incremento di valore della Società in quanto Socio ed il pagamento di una quota a titolo d’acquisto;

Fu così che con la delibera di Consiglio n.62, varata in data 30 settembre 1998, veniva approvato il preliminare di vendita degli immobili comunali, finalizzato alla riattivazione delle centrali di Garde e Camerate, che prevedeva che entro otto anni si addivenisse ad una formale stipula fra S.E.T. e Comune di Toscolano Maderno. (Sindaco Boni) A causa del cambio di amministrazione, tale prescrizione non venne rispettata e non si addivenne mai alla stipula di alcun contratto di cessione, né preliminare né definitivo entro il termine indicato. (Sindaco Elena).

Ciò nonostante, l’aggiudicazione dei fondi F.R.I.S.L. cui si aggiunsero ulteriori risorse pubbliche a testimoniare il crescente interesse pubblico per le rinnovabili, consentì alla S.E.T. di conseguire nel 2000 il ripristino delle centrali di Camerate e di Covoli, previa aggiudicazione delle concessioni di sfruttamento dell’acqua del Toscolano allo scopo di produrre energia elettrica.

Tale situazione di confusione giuridica persisteva come potenziale vulnus per l’Amministrazione Comunale. Prova ne è il fatto che in occasione della cessione delle quote ad ASM (2007), nella delibera consigliare n.38, del 28 giugno 2007 con la quale l’Amministrazione dichiara la propria indisponibilità a rilevare le quote cedute da Aquadolce spa ed avvalla l’ingresso di  ASM, si ribadisce che “il comune ritiene di proprio interesse sottoscrivere in modalità urgenti il contratto definitivo, fatte salve le eventuali identificazioni catastali necessarie” (Sindaco Elenarelatore in Consiglio Comunale, Vicesindaco Righettini).

Anche tale delibera rimarrà lettera morta, probabilmente perché effettuare le identificazionii catastali necessarie” avrebbe richiesto un gravoso lavoro vista l’estensione del territorio interessato dalle infrastrutture e visto lo stato di sostanziale abbandono che interessava le aree stesse.

Nel 2010, grazie alle possibilità di guadagno dischiuse dalla maturazione del mercato dei così detti certificati verdi, la S.E.T.  realizzerà  il rifacimento della propria centrale di Covoli che prevede non solo il ripristino e l’automazione delle opera di presa, delle paratoie, dello sgrigliatore e delle opere idrauliche, ma altresì l’automazione ed il telecomando del nuovo gruppo idroelettrico installato (Sindaco Righettini).

Ad oggi la S.E.T. risulta dunque una Società sana, che può contare su impianti moderni ed un efficace sistema di controllo che consente una manutenzione attenta che oltre a prevenire malfunzionamenti permette di mantenere rendimenti elevati, allungando la vita utile dei macchinari. L’esistenza della Società consente inoltre un efficace ed attento presidio di zone poste immediatamente alle spalle del paese per le quali sarebbe difficilmente prospettabile un sistematico monitoraggio ed un investimento paragonabile.

Verso il Presente: 2013 -2016

La ricostruzione della vicenda sopra brevemente tratteggiata è costata circa due anni di lavoro. Tanto ci è voluto per:

  1. ricomporre il quadro dal punto di vista amministrativo di una vicenda tanto rilevante quanto complessa;
  2. valutare le opzioni di gestioni alternative e relative conseguenze;
  3. dare seguito in maniera più lineare possibile alla scelta effettuata;

Ritenendo di aver già illustrato il primo punto (a), esplicitiamo le ragioni che ci hanno indotto a mettere in vendita gli edifici di proprietà comunale entro i quali la S.E.T. esercita  la propria attività d’impresa.

Il problema (ed i vincoli giuridici ed economici connessi)

In questa vicenda l’Amministrazione Comunale riveste ed ha rivestito una pluralità di ruoli. Tale pluralità, per quanto onerosa da gestire, non ha mai legittimato nessuna forma di confusione fra i diversi ruoli in virtù di presunti mandati “politici”, obbligando chi riveste i diversi ruoli a far valere le diverse ragioni (politiche e societarie) nei diversi  fori.

Il Comune di Toscolano Maderno infatti è:

  1. Socio di maggioranza della Società Elettrica Toscolano (S.E.T.).

Stante lo Statuto l’Amministrazione nomina la maggioranza dell’organo amministrativo ( C.D.A.) ed è pertanto in grado di condizionare l’adozione delle scelte operative della Società.

Tale attività deve esercitarsi nelle modalità previste dal Codice Civile e dallo Statuto ed esercitarsi per il bene della Società.

Proprietario di edifici e strutture necessarie alla Società di cui è socio, per esercitare attività d’impresa.

Stante l’obbligo gravante in capo ai funzionari operanti nel quadro di enti pubblici di evitare il danno erariale, il comune non poteva tollerare che un soggetto privato (la S.E.T.) quantunque partecipato, continuasse ad esercitare attività d’impresa a fine di lucro entro un immobile pubblico senza che da ciò derivasse un corrispettivo a titolo di affitto o senza che avvenisse una transazione esplicita in virtù del deliberato del 1998 relativo al conferimento di immobili comunali alla S.E.T.;

Sul piano pubblicistico non è infatti ammissibile affermare un’avvenuta compensazione fra l’incremento di valore della S.E.T. in virtù delle migliorie apportate agli impianti conseguente al conferimento degli edifici e delle altre strutture produttive (profilo privatistico).

  1. Rappresentante e promotore dell’interesse pubblico della Comunità di Toscolano Maderno in virtù del mandato elettorale conseguito.

Stante il ruolo grava in capo all’Amministrazione locale l’obbligo di perseguire obbiettivi generali della Comunità finalizzati alla promozione e tutela dell’interesse pubblico.

Le azioni intraprese dall’Amministrazione Castellini

Rilevando che fra il 1998 ed il 2013 la situazione prevista dalla delibera 62/1998 non si era compiuta, si procedeva in quanto proprietari degli edifici comunicando alla Società S.E.T. per il tramite di atto formale datato luglio 2014 che si sarebbe proceduto a richiesta di un corrispettivo a titolo di affitto qualora non si fosse addivenuto ad un accordo fra le parti finalizzato al definitivo acquisto degli immobili da parte della Società.

La Società aveva, nel frattempo, rimesso in produzione le centrali dopo cospicui e costanti lavori di riattamento e mantenimento, oltre il fatto che la Società era titolare delle concessioni in base alle quali era legittimata in esclusiva a produrre energia elettrica sfruttando l’acqua del Fiume Toscolano, nonché proprietaria degli impianti.

Dopo vari incontri nel 2015 venne finalmente assentita la possibilità d’acquisto da parte dall’Assemblea Straordinaria della S.E.TLa possibilità di un acquisto avrebbe messo un punto fermo ad una situazione alquanto confusa e che si prestava ad essere oggetto di reciproca contestazione.

L’Amministrazione Comunale auspicava la possibilità di poter far valere un diritto di prelazione da parte di S.E.T. in quanto occupante degli edifici in forza di un atto d’indirizzo espresso da parte dell’Amministrazione Comunale  fin dal 1998, ma il mancato perfezionamento del citato atto precludeva la possibilità di far valere qualsivoglia diritto da parte di S.E.T. se non sul piano giudiziale.

L’alienazione giocoforza, doveva essere espletata tramite bando ad evidenza pubblica, facendo soggiacere la S.E.T. al rischio della partecipazione di terzi (circostanza peraltro poco probabile in virtù della complessità giuridico amministrativa della situazione in essere).

L’eventuale aggiudicazione degli immobili alla S.E.T. previa presentazione di offerte, avrebbe rappresentato un reale successo per le stesse ragioni per le quali nel 1998 e nel 2007 si prospettò questa opzione: la S.E.T. si sarebbe valorizzata in seguito ad incremento di capitalizzazione e conseguentemente il Comune, per il tramite della sua partecipazione azionaria, avrebbe ottenuto un incremento di valore. Inoltre l’Amministrazione Comunale avrebbe potuto conseguire un’entrata straordinaria.

Un problema tecnico per l’emissione di un bando era la definizione, più puntuale possibile, dello stato di fatto delle infrastrutture oggetto della vendita, nonché delle relative servitù. L’importanza di tale attività risiedeva nel fatto che, andando a dettagliare le proprietà e le servitù, si andava a definire  una situazione  confusa di una parte così importante del nostro territorio.

La  destinazione delle risorse ottenute grazie all’operazione

Dato che il presente documento ha  per scopo quello di dare conto delle scelte effettuate, esso non può che concludersi con l’indicazione circa la destinazione delle risorse straordinarie introitate dall’operazione.

Innanzitutto facciamo presente che il 10% degli introiti derivanti da operazioni di alienazione di immobili pubblici deve essere destinato all’abbattimento dell’indebitamento dell’Amministrazione.

Abbiamo dunque scelto di destinare questa percentuale all’abbattimento del pesante debito contratto dall’Amministrazione Righettini in seguito alla gestione della così detta “Questione Enel Gas” , che impone al Comune di Toscolano Maderno il pagamento  annuo di 437mila Euro fino al 2023.

Per la restante parte, il principale progetto che intendiamo perseguire è quello dell’avvio del percorso della messa a norma delle Scuole Medie di Toscolano Maderno con particolare attenzione alla messa a norma antincendio ed azioni di miglioramento antisismico dell’edificio.

Riteniamo infatti che la destinazione più coerente ad un’entrata straordinaria sia rappresentata da un investimento capace di produrre un miglioramento per il futuro della Comunità che sia il più oggettivo possibile.

In tale chiave, vista la natura dell’obbligo scolastico e la valenza educativa e sociale  dell’intervento, visto l’intenso utilizzo  dell’auditorium delle scuole medie e della palestra da parte di numerose associazioni, riteniamo che tale scelta si presti alla più ampia condivisione  da parte di tutta la Cittadinanza incluse de diverse appartenenze  politiche”.

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