Monitoraggio dei corsi d’acqua inquinati sul Garda veronese

GARDA VERONESE – Progetto di Ags e Legambiente per controllare tutti i torrenti che finiscono nel lago. I 5 Stelle de, Garda veronese: «Finalmente». E sul Garda bresciano?

A seguito di una conferenza stampa tenutasi a Garda il giorno 30 gennaio 2018, il presidente di Azienda Gardesana Servizi (www.ags.vr.it) Angelo Cresco, il sindaco Davide Bendinelli ed il vicepresidente di Legambiente Verona (www.legambienteverona.it) hanno dichiarato l’intenzione di avviare un monitoraggio, coinvolgendo gli altri comuni del veronese, dei corsi d’acqua e rii che sfociano a lago, ritenuti a ragione fonte inquinante dello stesso Benaco.

Il primo torrente analizzato è stato il Gusa (che dalla località Pizzon, a San Zeno di Montagna, attraversa i territori di Costermano e Garda) le cui acque alla foce erano risultate inquinate in occasione delle analisi effettuate dalla Goletta dei laghi di Legambiente, che aveva constatato una forte presenza di batteri fecali. Nei prossimi giorni si cercherà di individuare possibili sversamenti di acque reflue e allacci abusivi.

Il progetto di monitoraggio sarà poi esteso anche ad altri torrenti dell’area gardesana, il Dugale di Castelnuovo e il Marra di Lazise. Si cercheranno scarichi abusivi o allacciamenti alla rete fognaria mai avvenuti.

Sulla questione interviene anche il Movimento 5 Stelle, che in un comunicato scrive: «Dopo tanti anni di inerzia, Azienda Gardesana Servizi sembra intenzionata a monitorare gli scarichi a Lago; ci auguriamo che accolgano altre nostre proposte per la tutela del Garda».

Dice Anna Forese dei 5 Stelle: «Abbiamo richiesto l’accesso alla mappatura della rete fognaria e le autorizzazioni agli scarichi in zona artigianale, in modo più specifico in prossimità del torrente Gusa, ma abbiamo avuto risposte parziali e incomplete. Gli enti preposti si sono scaricati le responsabilità a vicenda e volutamente di questa situazione non è stata data notizia all’opinione pubblica e alla comunità; in seguito alle nostre ripetute segnalazioni, Ags ha effettuato dei lavori di verifica, controllo ed allacciamento di condutture, tutt’ora in corso».

L’inquinamento arriva dall’entroterra. «In realtà da alcuni anni – continua Irene Moretti  – con il gruppo ed i portavoce M5S del lago di Garda, abbiamo illustrato le criticità e definito una controproposta per il progetto del collettore: oltre alla necessità di separare le acque bianche da quelle nere, monitorare gli scarichi abusivi, aggiornare lo stato delle reti fognarie (in quanto realizzate quando la pressione antropica sul lago era molto minore di quella attuale) e chiedere di cessare la costante e continua cementificazione del territorio, abbiamo dimostrato con dati alla mano come gran parte dell’apporto inquinante al lago provenga dall’entroterra».

La situazione a Desenzano. Recentemente il gruppo M5S di Desenzano del Garda ha presentato un lavoro di monitoraggio scarichi a lago sulla sponda bresciana, individuando ben 48 tubi di cui 17 sconosciuti sulle carte (leggi qui).

Cartelli di denuncia e protesta posizionati in prossimità degli scarichi di Desenzano.

Azoto e fosforo nel lago. «Per quanto riguarda l’ambito rurale – fanno notare le due consigliere 5 Stelle – si dovrebbe investire in fasce tampone capaci di assorbire ed abbattere il carico degli inquinanti attraverso la piantumazione di siepi arboree od arbustive, per la loro capacità di rimuovere nutrienti (azoto e fosforo) provenienti dai suoli agricoli e presenti nelle acque di ruscellamento, ma anche altre sostanze come i fitofarmaci. In quest’ottica anche la Regione Veneto ha predisposto per le aziende agricole dei Bandi di finanziamento con apposite misure al Piano di Sviluppo Rurale per incrementare e valorizzare la biodiversità naturalistica ed incrementare le infrastrutture verdi. Finanziamenti insufficienti, se si considera che l’apporto di fosforo nel bacino del lago (secondo lo studio EULAKES) è stato stimato in circa 1921 tonnellate annue: il 64% da input fertilizzanti in agricoltura, 24% dall’allevamento del bestiame, e solo il 10% dagli scarichi urbani».

Anni ed anni di negligenza. «Siamo lieti – affermano infine Moretti e Forese – che gli enti preposti abbiano deciso finalmente di muoversi in tal senso, dopo anni ed anni di negligenza, sollecitando interventi celeri e severi per coloro che compromettono lo stato delle acque e del territorio; ma si può, e si deve, fare molto di più: chiediamo che facciano proprie le nostre proposte ed i nostri studi su questi temi, provenienti da cittadini e professionisti che da anni si impegnano per migliorare e tutelare la salute del Lago di Garda».

Un volontario della Goletta dei laghi nel corso dell’ultima campagna di monitoraggio delle acque alla foce dei fiumi.

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