Verso una nuova patria, il Risorgimento a Salò e in Riviera

SALO' - Che fine hanno fatto le comunità gardesane dopo la caduta della Magnifica Patria e della Serenissima? A questa domanda risponde il documentatissimo libro (250 pagine) prodotto dal gruppo degli archivisti salodiani appartenenti all'Asar.

È noto a molti che Salò e la Riviera bresciana del Garda hanno vissuto una lunghissima stagione di prosperità e di unione politica nei cinque secoli in cui sono stati protagonisti della Comunità di Riviera, altrimenti nota come Magnifica Patria e che per circa quattrocento anni hanno condiviso le sorti della Repubblica di Venezia.

Ma, dopo la fine della Serenissima e la scomparsa dell’antica Comunità, le nostre terre sono scomparse dal teatro della Storia, sono state inghiottite dall’anonimato che cancella dalla memoria coloro che sono trainati dagli eventi? Che fine hanno fatto le nostre comunità dopo che gli eserciti napoleonici hanno distrutto l’orizzonte identitario, politico-istituzionale, economico che la Magnifica Patria e Venezia avevano assicurato?

A questa domanda risponde l’interessante libro pubblicato dall’Asar, l’Associazione Storico Archeologica presieduta da Domenico Fava, e dal Comune, intitolato «Verso una nuova patria. Il Risorgimento a Salò e in Riviera», a cura del prof. Giuseppe Piotti.

«I motivi che lo rendono di particolare interesse – spiega Piotti – sono due: è il primo libro che in modo organico e approfondito affronta questo argomento da parecchi decenni a questa parte; inoltre è fondato soprattutto, anche se non solo, sul materiale archivistico salodiano».

La copertina del libro.

 

Spiega il prof. Piotti: «Il punto di partenza è proprio la Comunità di Riviera e la sua fine: un’esperienza lunga cinquecento anni, durante i quali i salodiani e i gardesani hanno costruito un sistema economico florido, una società articolata e vivace, una identità forte e riconosciuta anche dai potenti, una civiltà speciale e ricca anche culturalmente.

La morte della Magnifica Patria, avvenuta nel 1797 e rappresentata simbolicamente dal saccheggio di Salò perpetrato dalle truppe francesi il 14 aprile di quell’anno, ha significato la rottura drammatica e senza appello di quello scenario.

Il risultato è stato un grave impoverimento dell’economia locale, il disorientamento delle menti, la perdita della centralità per Salò e dell’autonomia per la città stessa e la Riviera. Nuovi padroni, nuove forme statali ed amministrative, nuove regole, spesso penalizzanti, come i dazi imposti alla filiera della lavorazione del lino, dominanti poco interessati alla valorizzazione dei talenti economici locali, ma anche un contesto economico che non consentiva più la semplice perpetuazione di prassi produttive e commerciali di plurisecolare tradizione.

Per decenni le vicende politiche ed economiche evidenziano la marginalizzazione delle comunità rivierasche e la progressiva riduzione di quella prosperità che aveva per secoli segnalato la Comunità come terra significativa ed attraente.

Ma le crisi nella storia spesso non rappresentano solo momenti di riduzione, di distruzione: nell’atto stesso in cui qualcosa muore, altro comincia a vivere e, lentamente, faticosamente, ma inesorabilmente, si fa strada.

In Riviera cresce un seme che proprio la Rivoluzione con le sue bandiere e la sua violenza aveva sparso: il sentimento nazionale, l’adesione alla nascente Italia. Ci vorrà tempo perché la nuova pianta acquisti vita vigorosa ed autonoma: ci vorrà il lavorio delle associazioni segrete, il desiderio di libertà stimolato dall’atteggiamento oppressivo delle polizie, ma anche il disagio degli imprenditori e delle classi dirigenti, che riconoscono con crescente chiarezza l’assenza di prospettive di sviluppo rimanendo ferma la situazione politica attuale.

1848: arrivo dei volontari a Salò.

 

Ed ecco l’esito di questa sotterranea riflessione: il 1848. La prima guerra d’indipendenza vede i salodiani ed i gardesani non semplici spettatori degli eventi, ma attivi costruttori del processo risorgimentale, che sembra corrispondere all’aspettativa di un “nuovo mondo” maturata dopo la crisi di fine Settecento, alla ricerca di una nuova identità e di una nuova collocazione nel teatro della storia che i nostri antenati hanno approfondito durante gli anni della depressione.

Testimonianza di questa nuova consapevolezza è da un lato la vivacità e la convinzione con cui Salò in particolare ha collaborato con la macchina militare anti-austriaca, svolgendo un ruolo fondamentale come base logistica delle formazioni armate volontarie in tutte tre le guerre risorgimentali; d’altra parte, l’antica capitale della Magnifica Patria e tutta la Riviera hanno dato alle file dei combattenti numerosissimi uomini, disposti a rischiare tutto per una causa a cui avevano aderito con passione ed entusiasmo. Questi uomini, su cui tre saggi del volume si soffermano, saranno poi protagonisti della vita amministrativa di Salò e degli altri comuni.

La caratteristica principale di questo libro è il ricorso a fonti dirette, costituite dal ricchissimo patrimonio archivistico custodito dal Comune di Salò, dal quale emerge il ruolo svolto dalla città e dal territorio in una fase così cruciale della storia italiana.

A conferma di questo caratterizzante riferimento alle fonti archivistiche locali ed a chiusura appropriata dell’arco logico del volume, viene pubblicata la trascrizione di un taccuino lasciato da uno dei tanti protagonisti delle vicende di quegli anni: Giorgio Pirlo, esponente di una delle famiglie più in vista della città, giovane testimone degli eventi del ’48, garibaldino partecipe della spedizione dei Mille e della guerra del 1866.

Il taccuino – conclude il prof. Giuseppe Piotti -, affidato dalla famiglia al locale Museo del Nastro Azzurro, che ne ha gentilmente condiviso la pubblicazione, è inedito, come gran parte delle altre fonti utilizzate nei saggi che compongono il volume».

Imbarco dei volontari garibaldini su una cannoniera, 26 giugno 1866.

 

Indice del volume:

  1. Risorgimento. Perché Salò? (Giuseppe Piotti).
  2. Rivoluzioni sul Garda 1797-1848. Dalla fine della Magnifica Patria al volontariato risorgimentale (Giuseppe Piotti).
  3. Avversi alle nuove dominazioni. Salò da francese ad austriaca (Marcello Zane).
  4. Il fenomeno dei corpi volontari 1848-1866 (Marta Boneschi).
  5. Salò nel Risorgimento (Liliana Aimo).
  6. Marco Leonesio, Pietro e Domenico Grisetti (Claudia Dalboni).
  7. Salodiano farmacista garibaldino. Giorgio Pirlo attraverso le sue Memorie (Antonio Tantari).
  8. L’Istituto del Nastro Azzurro (Raffaele Rivolta).
  9. Il taccuino Pirlo (Emanuele Cerutti).
  10. Mie memorie. Il diario di Giorgio Pirlo (trascrizione di Tiziana Bonometti Pirlo).

Il libro è disponibile presso l’archivio storico comunale, al Palazzo della Cultura di via Leonesio, e il bookshop del municipio.

La Loggia della Magnifica Patria a Salò.

 

 

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