Depurazione, Gelmini chiede commissario ad acta. La replica dei sindaci del Chiese

LAGO DI GARDA - Gelmini e i sindaci del Garda: «La questione sta assumendo una dimensione politica, che travalica la razionale analisi tecnica e ambientale. Chiediamo un Commissario ad acta». I sindaci del Chiese: «Si rispetti quanto sancito dalla normativa in vigore».

Mariastella Gelmini, presidente della Comunità del Garda, Giovanni Dal Cero, presidente di ATS Garda Ambiente, e Roberto Tardani, sindaco del Comune di Lonato del Garda scrivono al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani sul tema della riqualificazione del sistema di depurazione e concitazione delle acque del Garda.

«I sottoscritti – si legge nella lettera – espongono al signor Ministro della Transizione Ecologica, dott. Roberto Cingolani, quanto segue: La questione della riqualificazione e potenziamento del sistema di depurazione acque nell’area “Morenico-Gardesana” sta assumendo una dimensione squisitamente politica, che travalica la razionale analisi tecnica e ambientale. Il sostenere una soluzione caratterizzata da costi di gestione maggiori, che comporta un nuovo e grave consumo di suolo a detrimento del sistema agricolo locale e, soprattutto, che basa la sua premessa ingegneristica su dei paradossi (scaricare in canale che scorre nel senso inverso e attraversare centri cittadini con salti oltre i 20 mt) e fattibilità effettiva, desta il sospetto che posizioni politiche interessate siano protagoniste del confronto e non, di contro, una serena disanima finalizzata al bene comune. In virtù di ciò chiediamo al Ministero competente di sgombrare il tavolo da ogni logica fuorviante, nominando un Commissario ad acta che guidi, finalmente, un’analisi di sostenibilità e fattibilità effettive ai cui risultati noi siamo pronti ad aderire.

Ci duole constatare – continua la lettera di Gelmini, Dal Cero e Tardani – che le Istituzioni locali chiamate a operare sulla materia, alla fine non siano risultate esenti da azioni politiche e interessi di parte che non hanno certo contribuito a creare quel clima di sereno confronto e condivisione, necessario per affrontare con efficacia e equità interventi infrastrutturali di questa portata e che ci vede oggi costretti a richiedere un intervento specifico e mirato per scongiurare possibili disparità di considerazione nei confronti delle Amministrazioni locali dell’area interessata».

Lo schema dell’ipotesi progettuale con il depuratore a Lonato.

La replica di Montichiari, Gavardo, Muscoline, Prevalle

Non si è fatta attendere la replica dei sindaci dei comuni di Montichiari (Marco Togni), Gavardo (Davide Comaglio), Muscoline (Giovanni Benedetti), Prevalle (Damiano Giustacchini) e «di molti altri per i quali non abbiamo raccolto le firme per i tempi ristretti».

Anche i Comuni posti lungo l’asta del Chiese scrivono al Ministro della Transizione Ecologia, Roberto Cingolani, esponendo quanto segue: 

«La Comunità del Garda con la lettera inviataLe quest’oggi evidenzia strumentalmente una presunta asserita “dimensione squisitamente politica” sulla questione della depurazione del Garda al fine di ostacolare lo svolgimento della normale prassi amministrativa di approvazione e chiedendoLe quindi di nominare un Commissario “ad acta”. 

È alquanto evidente l’ingerenza che si sta cercando di attuare per mere questioni politiche ed interessi di parte che rappresentano la sola Comunità del Garda e non invece un territorio molto più vasto a partire dai tanti comuni afferenti il fiume Chiese e dei cittadini dell’intera Provincia di Brescia che dovranno partecipare alla spesa di quest’opera. 

Contrariamente a quanto scritto, in realtà non esiste alcuno scontro politico che travalichi la razionale analisi tecnica ed ambientale; la politica a Brescia, già dallo scorso anno ha trovato autonomamente la strada per uscire dallo stallo procedendo verso una soluzione largamente condivisa. Non si chiede altro che rispettare quanto sancito dalla normativa in vigore. 

L’articolo 149 D.Lgs n.152/2006 stabilisce infatti che “l’ente di governo dell’ambito provvede alla predisposizione e/o aggiornamento del piano d’ambito” mentre, la relativa Legge Regionale 12 dicembre 2003, n. 26, richiede il parere vincolante e obbligatorio della Conferenza dei Comuni dell’Ufficio d’Ambito e successivamente, dopo l’approvazione da parte del Consiglio Provinciale, che il piano d’ambito sia inviato alla Regione Lombardia per la verifica della sua conformità agli atti di programmazione e pianificazione regionale. 

Pertanto, Sig. Ministro, Le chiediamo il pieno rispetto e attuazione della normativa vigente nonché dell’art 5 della Costituzione Italia che “riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento”. 

Infine – concludono Marco Togni, Davide Comaglio, Giovanni Benedetti e Damiano Giustacchini – La invitiamo a consultare le numerose deliberazioni dei Consigli dei comuni del fiume Chiese (già in vostro possesso) che nel corso degli ultimi anni sono state votate all’unanimità contro un progetto sbagliato e deleterio a cui finalmente si è posto rimedio e, non ultima, la richiesta di convocazione della Conferenza dei Comuni e di votazione di una allegata mozione firmata da ben 58 comuni. 

Siamo certi che non accoglierà quanto richiesto ma lascerà svolgere il proprio ruolo alle istituzioni preposte dalla suddetta normativa». 

Lo schema del progetto per la depurazione del Garda Bresciano, con i depuratori (D) di Gavardo e Montichiari.

 

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