Pane e patatine, così uccidiamo cigni e anatre

LAGO DI GARDA - Lanciare il pane a cigni e anatre potrebbe condannarli a morte certa, lo sappiamo. Ma in troppi lo fanno. Ecco l'appello del WWF.

Il pane li rende dipendenti dall’uomo, può creare problemi alla crescita delle piume, li fa ingrassare troppo e non per ultimo, questo farinaceo può far aumentare di volume lo stomaco. Soprattutto d’estate, quando le spiagge e i lungolaghi sono affollati, sono tanti i cigni del Garda che subiscono questa abitudine che di benevolo hanno ben poco.

Lo ricorda anche il WWF Bergamo Brescia in un post: «Gli animali selvatici oggi devono assistere passivamente alla distruzione dei loro habitat, si continua a costruire e a eliminare i loro spazi, c’è poi il pericolo della caccia, il commercio , l’inquinamento, i cambiamenti climatici, e anche sempre nuove malattie che stanno mettendo sempre più in pericolo la loro sopravvivenza. Ricordiamoci che la salute degli animali selvatici è un indicatore importantissimo del benessere del nostro pianeta e dunque a tutto quello che serve anche a noi.

Oggi le malattie sono le principali cause dell’estinzione di molti animali. Direttamente o indirettamente le nostre azioni stanno creando danno e quando ci mettiamo a piangere se vediamo un animale selvatico, come per esempio un cigno reale che sta morendo, dobbiamo azionare il cervello, andare a monte e capire il perché, sarebbe già un ottimo percorso che ci porta a capire che spesso la causa siamo proprio noi e avvicinarsi a noi umani e mangiare patatine e pane ai cigni non fa bene.

Cigni e anatre sono uccelli con dieta fondamentalmente erbivora ed abitudini stanziali, cioè non migrano, vivono in modo stanziale nel nostro territorio e si sono adattati all’ambiente urbano. Purtroppo ora nascono molti problemi per le pessime abitudini che abbiamo dato loro continuando ad attirarli dando loro cibo, alimenti che possono causare gravi problemi di salute soprattutto ai pulcini e ai giovani in accrescimento.

Questa forma di “addomesticazione”, ovvero l’abitudine degli animali di avvicinarsi all’uomo, può mettere a repentaglio la loro e la nostra sicurezza. Anche quest’anno abbiamo assistito a furti di uova, germani spariti, cigni feriti da pescatori, investiti da imbarcazioni e alcuni purtroppo anche uccisi da cani non al guinzaglio.

Questa popolazione selvatica inoltre si regola seguendo anche le disponibilità alimentari, quindi un eccesso di cibo potrebbe indurre una crescita numerica fuori controllo della specie in questione. Oggi siamo in presenza di selvatici che invece di scappare alla presenza dell’uomo, come in natura dovrebbero fare, li vediamo addirittura rubare il panino dalle mani del bambino, hanno perso totalmente il loro istinto selvatico.

Vivono e nidificano su marciapiedi e sulle spiagge affollate e non più nel loro naturale habitat esponendosi sempre più così a rischi e pericoli. Dar da mangiare a questi selvatici ha influenza sia sul comportamento e sulle abitudini degli animali ma anche sull’habitat e tutto il loro ciclo di vita. Dobbiamo lasciare che la natura faccia il suo corso senza interferenze dell’uomo e sicuramente non ci sarà nessun problema, loro non hanno assolutamente bisogno di noi…

Interagire con i selvatici può esser bello ma crea veramente danno e pericoli. Sul lago di Garda esistono ancora fortunatamente spazi naturali e non frequentati come l’oasi San Francesco nel basso lago a Desenzano e numerosi canneti dove dovrebbero stare. Non possono essere dipendenti dall’uomo, questi animali sono perfettamente in grado di procacciarsi il cibo che fortunatamente la natura offre ampiamente.

È importante per loro la corretta alimentazione nutrirsi di piante acquatiche e alghe e a terra di erba fresca non di pane e patatine e nemmeno di granoturco e piselli. L’alimentazione corretta deve essere insegnata naturalmente ai loro piccoli dalla madre e non è quella di andare nelle spiagge affollate di bagnanti a farsi imboccare come vediamo oggi, inoltre la loro presenza costante nelle spiagge frequentate costituisce un rischio di natura igienico sanitaria per il possibile pericolo di trasmissione all’uomo di malattie infettive e parassitarie causate soprattutto dalla massa delle deiezioni rilasciate sia in acqua che sulla spiaggia.

Dobbiamo anche sapere che i selvatici hanno difese immunitarie molto diverse dalle nostre e interagire con loro toccandoli come succede spesso provoca loro malattie ed addirittura alcuni piccoli vengono abbandonati e a volte uccisi dai propri genitori.

Se gli vogliamo veramente bene limitiamoci a osservarli, a fotografarli ma assolutamente a non attirarli».

Svasso maggiore all’Oasi di san Francesco. Foto di Bernadette Gerard.

 

 

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