Un labirinto di lana rossa per la liberazione della donna

ARCO - È stato presentato oggi, martedì 8 marzo, Giorno internazionale della donna, il grande manufatto di lana realizzato per dire no alla violenza di genere, allestito come un labirinto.

L’invito a una mobilitazione diffusa per un progetto corale finalizzato alla realizzazione di una grande coperta di lana rossa era stato lanciato il 14 ottobre dal Tavolo sociale per il contrasto alla violenza di genere, composto dai referenti di tutti i Comuni e dalla Comunità Alto Garda e Ledro e coordinato da Tommaso Ulivieri, consigliere comunale ad Arco con delega a inclusione, diritti civili, laicità e pace, nel corso della conferenza stampa di presentazione della camminata sul lungolago da Torbole a Riva del Garda, che si è tenuta il 25 novembre (Giornata internazionale contro la violenza sulle donne).

Alla fine di dicembre, la presentazione del risultato: in poco più di due mesi la risposta è stata molto ampia, negli appositi raccoglitori allestiti all’entrata dei sette municipi dei Comuni della Comunità Alto Garda e Ledro, si sono recati tantissimi singoli cittadini, famiglie, associazioni, case di riposo, circoli anziani, e non sono dall’Alto Garda e da Ledro ma anche dalla valle dell’Adige.

 

 

I quadrati di lana rossa raccolti erano 1020, per una superficie complessiva di oltre 40 metri quadrati, ma dopo la chiusura della raccolta, i quadrati di lana sono continuati ad arrivare, fino a superare i 1300 (ovvero più di 50 metri quadrati). Quei quadrati rossi sono stati cuciti assieme da un gruppo di volontarie di Luogo Comune, centro di aggregazione con sede in via Italo Marchi a Riva del Garda, a formare dodici coperte larghe un metro e di diversa lunghezza, che oggi sono state composte, sull’erba del parco Nelson Mandela ad Arco, a formare un labirinto. Al centro, la panchina rossa installata nel novembre 2020 dall’associazione Andromeda.

Alla presentazione hanno preso parte per Arco il sindaco Alessandro Betta, per Riva del Garda la sindaca Cristina Santi, per Drena la sindaca Giovanna Chiarani, per Dro il sindaco Claudio Mimiola e l’assessora Ginetta Santoniper Ledro l’assessora Vania Molinari, per Nago-Torbole il sindaco Gianni Morandi la vicesindaca Sara Balduzzi e per Tenno l’assessora Giancarla Tognoni. Presenti anche Massimo e Loredana Baroni, genitori di Alba Chiara, uccisa dal fidanzato nel luglio del 2017 a Tenno; e Erika Perraro, sorella di Eleonora, uccisa dal suo compagno nel settembre del 2019 a NagoPresenti anche tantissime volontarie che hanno partecipato al progetto, nonché i referenti di Luogo Comune con la coordinatrice Martina Tonelli. Presente, infine, Anna Michelini, direttrice di Fondazione Famiglia Materna, impresa sociale con sede a Rovereto che gestisce, tra gli altri, progetti specializzati per il contrasto alla violenza di genere.

 

«Le amministrazioni comunali si sono messe insieme per affrontare meglio questo drammatico problema –ha detto Ginetta Santoni- e hanno lanciato un messaggio, lo scorso 25 novembre: realizzare delle formelle di lana per promuovere l’obiettivo di una attenzione e di una mobilitazione ampia contro la violenza di genere. La risposta è stata davvero formidabile. Voglio ringraziare Luogo Comune per il grande lavoro, per l’impegno e l’entusiasmo, tutte le persone che hanno contribuito e Elena Piva, in servizio civile al Comune di Dro, che si è spesa tantissimo in questa avventura. Questa iniziativa di istituire un tavolo intercomunale è stata arricchente per noi amministratori, e ci dà lo stimolo a continuare, convinti che sia la strada giusta».

«Luogo Comune è uno spazio il cui obiettivo è tessere relazioni nella comunitàha detto Martina Tonelli- e non poteva sottrarsi a un simile progetto. L’idea da cui siamo partiti con il tavolo è il filo rosso: sono arrivati i pezzi di un mosaico, tantissimi, il nostro lavoro è stato tesserli e unirli. La composizione con cui presentiamo il risultato, un labirinto, è il simbolo della condizione di tante donne, che però possono uscirne, con un senso di liberazione e di nuova coscienza di sé e del mondo femminile. Volevamo che questo fosse un momento di festa che evidenziasse la forza della donna, e con questo sentimento vi invitiamo ad andarvene di qua». Martina Tonelli ha poi spiegato che le formelle di lana, cosa non prevista, stanno continuando ad arrivare, quindi il progetto prosegue.

Le coperte realizzate finora saranno consegnate ai Comuni, per essere ricomposte ogni 25 novembre e ogni 8 marzo, in un crescendo e in un cammino di crescita collettiva di consapevolezza e di impegno.

Alessandro Betta ha portato i saluti di Tommaso Ulivieri, consigliere comunale ad Arco con delega a inclusione, diritti civili, laicità e pace, e coordinatore del Tavolo sociale per il contrasto alla violenza di genere, che causa un impedimento non ha potuto prendere parte alla presentazione, e si è detto dispiaciuto che non sia stato possibile, causa problemi burocratici, organizzare un evento aperto alla cittadinanza, che si farà più avanti.

Parole di apprezzamento per l’iniziativa sono venute poi da Sara Balduzzi (Nago-Torbole), Giancarla Tognoni (Tenno), Giovanna Chiarani (Drena), Vania Molinari (Ledro) e Claudio Mimiola (Dro). Anna Michelini (Fondazione Famiglia Materna) ha ricordato come esistano numerosi servizi a sostegno delle donne in difficoltà, e si è detta contenta della presenza dei genitori di Alba Chiara Baroni, che «dalla tragedia che li ha colpiti hanno saputo trarre la forza e la volontà di una attività che è di aiuto per tante donne».

«Spesso mi trovavo a vedere alla televisione servizi sulle donne uccise –ha raccontato Erika Perraro- mai avrei pensato che potesse succedere qui da noi. Invece purtroppo è successo, prima a Tenno ad Alba Chiara, poi a Nago a una persona che era la più vicina a me assieme ai miei genitori». Erika ha lamentato la poca informazione sul problema della violenza di genere e sui servizi e le tutele a disposizione delle donne in difficoltà, e si è augurata che l’iniziativa dell’Alto Garda e Ledro di un Tavolo unitario di contrasto possa risultare di esempio per una mobilitazione più ampia e più incisiva anche fuori del territorio.

 

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