Turismo, presentati i dati: 2021 in ripresa e 2022 verso i numeri pre Covid

GARDONE RIVIERA - I dati 2021 commentati in una tavola rotonda organizzata dal Consorzio Lago di Garda Lombardia e dedicata alla ripresa dell’industria del turismo che, in un quadro di sana economia, punta più che ai numeri alla qualità, a far rete, formare e comunicare.

Nessuno lo dice apertamente, ma l’obiettivo del comparto turistico gardesano per questa stagione è tornare, dopo due anni caratterizzati da Covid e restrizioni, ai numeri del 2019.

Traguardo alla portata, anche alla luce dei dati su arrivi e presenze del 2021, presentati ieri alla Gardone Riviera nella sede del Consorzio Garda Lombardia.

I dati 2021 del Garda bresciano

Nel 2021 la riviera bresciana del Garda ha registrato 1.405.039 arrivi e 6.495.229 presenze.

Raffrontati con i dati della stagione 2019 (inutile farlo con quelli di una stagione a porte chiuse come il 2020) i numeri registrano una contrazione del 26% degli arrivi (furono 1.903.293 nel 2019) e del 17% delle presenze (7.846.791 nel 2019).

Quelli del 2021 sono dati positivi? «Si, lo sono – dice il presidente di Garda Lombardia, Massimo Ghidelli -, soprattutto se teniamo conto che la stagione era partita il 1° giugno, senza tra l’altro alcuna indicazione metodologico-sanitaria chiara. Questi numeri raccontano una fiera e promettente ripresa».

Sono ovviamente aumentati i turisti italiani: 562.285 arrivi (il 40,02% del totale contro il 31,78% del 2019) e 1.680.401 presenze (il 25,87% contro il 18,73 del 2019). «C’è stata – spiega il presidente della Provincia di Brescia, Samuele Alghisi – capacità di adattamento e di attrarre un turismo di prossimità».

Elevata si conferma l’utenza prossimale, da tempo al centro dei propositi di settore. Nessun mutamento invece per le regioni che più amano il Garda: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Lazio, nell’ordine, rispecchiano esattamente le indicazioni pre-covid.

Il comparto gardesano si conferma un colosso delle ricettività, con numeri che, calcolando il lago nel suo complesso, ne fanno il terzo distretto turistico italiano dopo riviera romagnola e lidi veneti. Sul Garda bresciano le strutture ricettive operanti nel 2021 sono state 4.656, di cui 420 alberghiere e 4.236 extralberghiere. Sono cresciute rispetto alle 4.369 del 2019, ma i posti letto sono diminuiti: 39.808 contro i 39.970 del 2019. «Segno – dice Alghisi – che si punta più sulla qualità».

Lo dimostra anche il numero crescente di hotel di categoria superiore: 11 cinque stelle (ma tra un anno saranno 15) e 94 quattro stelle. Sul versante dei paesi di provenienza del turista la parte del leone l’ha fatta come sempre la Germania (49,71% delle presenze), seguita da Paesi Bassi e Austria.

Quasi spariti gli inglesi, che erano il terzo mercato fino al 2019 ma che già quest’anno stanno cominciando a tornare. Gli inglesi ricorrono infatti tradizionalmente a tour operator che operano su tempi organizzativi di lungo periodo e si stanno approcciando oggi all’offerta 2023.

Buono anche il dato sulla permanenza media: 4,6 giorni contro una media provinciale di 4,1. Tre i giorni medi di permanenza dell’utenza italiana contro i 5,7 degli stranieri: qualcosa che deve insegnare, concordano i presenti, l’importanza della diversificazione di offerte e attenzioni.

E la stagione 2022? «Ci aspettavamo che il 2022 fosse la stagione della ripartenza – dice Francesca Cerini, vice presidente di Garda Lombardia – e così sarà. È iniziata bene e le prenotazioni per i mesi estivi sono buone. Sarebbe potuta andare ancora meglio senza una guerra che crea un clima di insicurezza con non fa certo bene al turismo».

Hanno detto

A fare gli onori di casa dal parterre seguito da un folto pubblico, ha provveduto il presidente del consorzio Massimo Ghidelli che ha dato il via alla moderazione di un interessante alternarsi di più professionalità:

Samuele Alghisi, presidente della Provincia di Brescia:

“Nonostante veniamo dai dati disomogenei del periodo pandemico, una cosa è certa: il Garda si è distinto per capacità di reinterpretarsi e risultare attrattivo per il turismo di prossimità. Qualcosa di cui da tempo c’era bisogno e su cui il Benaco sta facendo da apripista. Ma si registra anche un’evoluzione prospettica del servizio d’accoglienza che guarda sempre più ad un’utenza diversificata. E se Brescia-Bergamo 2023 è di certo un’occasione da non perdere per portare nuovi fruitori al Garda, auspico allargamento e specializzazione di particolari forme di turismo, come quello enogastronomico, che ha ancora importanti margini di sviluppo. Al contempo urge continuare le già avviate attenzioni verso un turismo destagionalizzato, più costante e dall’ampia platea, meglio distribuito e proiettato sulla provincia tutta. Particolare cura va data infine al personale: se il 2021 segnala una generale crescita del settore e la maggiore attenzione al tema dei servizi, serve formare, riqualificare, dare competenze agli addetti ai lavori, un impegno che noi istituzioni non dobbiamo sottostimare”.

Il presidente della Provincia di Brescia Samuele Alghisi.
Francesca Cerini, vicepresidente del Consorzio e albergatrice:

“Ci aspettavamo che il 2022 vedesse un avvio positivo e la stagione lo sta confermando. Se consideriamo poi che i desiderata si basavano sul fine pandemia ma, mentre quella andava scemando, è purtroppo incalzata la guerra in Ucraina, non possiamo che rivalutare gli attuali progressi del settore. Se il generale clima d’insicurezza mina infatti quella spensieratezza che dovrebbe legarsi a doppio filo alla vacanza, non possiamo che rivalutare ancor più i dati che oggi stiamo analizzando. Come Consorzio promuoviamo da tempo il Garda verso fruitori di prossimità così come europei: la sfida è puntare ora a penetrare gli altri bacini di potenziale interesse, ancor più in un mercato in cui l’offerta di nuove mete aumenta ogni giorno. Al contempo non vanno dimenticate tutte le potenzialità di valorizzazione del lago che, se è vero che passano da arte, storia, enogastronomia e sport, devono a queste dedicare campagne ad hoc che tengano sempre più in considerazione stampa, social e fiere di settore. Servono investimenti e collaborazione con enti locali e sovralocali, serve fare squadra. Dobbiamo dotarci di una nostra specifica, condivisa identità e portarla ovunque”.

Francesca Cerini, vicepresidente del Consorzio e albergatrice.

Mauro Carrozza, vicesindaco e assessore al turismo di Sirmione:

“La stagione 2022, al netto degli imprevisti con cui siamo purtroppo abituati a convivere, dovrebbe essere scritta all’insegna del turismo di prossimità. I dati dell’imposta di soggiorno di Sirmione, del resto, confermano che l’anno scorso ha addirittura superato il 2019 per loro presenze. Cosa fare per alimentare dunque questo trend? Farli stare bene. Non far confliggere quanti scelgono il lago di Garda per la permanenza di giornata con quanti vi si fermano più a lungo, manifestando esigenze diverse. La qualità percepita, del resto, si declina in maniera molto diversa: serve dunque uno sforzo d’approfondimento per cogliere ogni declinazione di bisogno. I turisti, lo sappiamo, oggigiorno cercano turismo esperenziale, ma va compreso con esattezza quale. Senza dimenticare il sentito tema della sicurezza e della tecnologia, sempre più pressante. Servono investimenti, ma bisogna anche tornare a parlare di capitale umano: serve riprendere i lacci della formazione e far crescere la cultura dell’accoglienza attraverso inclusività, attenzioni, visitabilità e servizi”.

Mauro Carrozza, vicesindaco e assessore al turismo di Sirmione.

Lamberto Tonini, direttore commerciale BCC del Garda:

“La pandemia ha portato con sé il sostegno di moratorie sospese, misure cassa integrazione, fondi di garanzia, possibilità di non fare ammortamenti, crediti d’imposta, esenzioni. Ma, cosa da non dimenticare, anche il lief motive “paghiamo i fornitori” che tanto orgoglio deve restituire alla nostra provincia. Abbiamo affrontato il lockdown grazie allo Stato ma anche al nostro senso del dovere: ora non dobbiamo bloccare questo virtuoso meccanismo di reciprocità. Ad oggi gli aiuti pubblici non sono ancora finiti e le aziende danno confortanti segnali di normalità. Per due anni, inoltre, hanno visto tanta liquidità quanto mai prima d’allora, qualcosa che ora risulta prezioso con incremento del costo delle materie prime. Anche alla luce dell’effetto sui bilanci, ora si può dire che il dopo pandemia offra un quadro di sana economia. Tanto lavoro è stato fatto dalle banche in fase emergenziale in una prima fase e tanto è stato significativa la successiva ripresa del ciclo d’investimenti con forma agevolata. Ora, dunque, è il momento di guardare fiduciosi al futuro, investire e credere nelle potenzialità del nostro territorio”.

Giovanna Prandini, produttrice agricola e presidente Ascovilo:

“Stiamo vivendo una stagione di ripresa ma tanto c’è ancora da fare perché la nostra offerta turistica sia al passo con i profondi cambiamenti del settore: ancora le esigenze dei viaggiatori non sono soddisfatte a 360°. La domanda esperienziale rimane ancor troppo inosservata e, se l’altissima domanda legata al settore enogastronomico è abbastanza soddisfatta, risente di una mancata o disomogenea proposta culturale: siamo ancora lontani dalla capacità di fare davvero rete. Per tornare ai numeri pre-pandemia manca una risposta corale e sistemica che metta a frutto il tessuto di microeconomia con una proposta organica. Dove nulla sia lasciato al caso, dove tutto sia coordinato perché al turista l’offerta risulti ampia e di facile conoscibilità. Servono strumenti funzionali che guardino e imparino dall’estero. Oggi chi ci amava sta tornando e dobbiamo farci trovare pronti a soddisfarlo, ma al contempo puntare sulla digitalizzazione, mettere in rete informazioni e contenuti. Abbiamo infine troppo a lungo  trascurato il turismo business, quello legato alle fiere: un potenziale di milioni di visitatori che frequentano la nostra provincia per lavoro e che proprio sul Garda è importante trovi proposte di ricettività ad hoc, non ultimo proprio in obiettivo destagionalizzante”.

Michele Benuzzi, imprenditore servizi bike:

“Il settore delle biciclette è stato uno dei pochi in controtendenza dal 2019 ad oggi, con un trend stabilizzato a ben 2milioni di biciclette vendute in Europa (in primis tra i Paesi che più amano il Garda). Con l’avvento dell’e-bike, inoltre, l’utenza si è enormemente allargata a nuove età e caratteristiche di ciclista non soltanto tradizionalmente sportivo. L’alto Garda è stato testimone negli ultimi anni, complice la tecnologia e-bike, di un profondo cambio di tendenza: gli utenti hanno iniziato ad avventurarsi anche nell’interno, prima destinazione di soli sportivi. Non solo: quello che oggi sceglie l’e-bike per vivere il nostro territorio è in più, mediamente, più colto, più curioso e disposto a spendere. Desidera fare nuove esperienze ma di contro chiede servizi adeguati. Sono infine cresciuti anche i ciclisti itineranti: più agenzie estere organizzano trasporti dedicati a turisti e bici di proprietà, che sul nostro territorio non devono allora trovare offerte frammentate: dobbiamo fare rete se vogliamo crescere”.

 

 

 

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