Bardolino Film Festival, Favino presenta “Nostalgia” e incontra il pubblico

La recensione di Camilla Lavazza del film "Nostalgia", ultimo lavoro di Mario Martone, in programmazione al Multisala King di Lonato fino a mercoledì e protagonista al Bardolino Film Festival il 18 giugno, quando Pierfrancesco Favino incontrerà il pubblico.

Il film di Mario Martone è in programmazione al Multisala King di Lonato stasera, domani e mercoledì alle 20.30 (www.multisalaking.it).

Inoltre l’attore Pierfrancesco Favino sarà protagonista del weekend di chiusura del Bardolino Film Festival, nella serata a bordo lago di sabato 18 giugno, quando incontrerà il pubblico del festival proprio in occasione della presentazione di Nostalgia, ultimo lavoro di Mario Martone, tratto dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea (www.bardolinofilmfestival.it/protagonisti-bff2022).

Ecco la recensione di Camilla Lavazza.

Trama: Felice Lasco, imprenditore edile stabilitosi al Cairo, torna a Napoli dopo quarant’anni, ormai straniero al punto da non parlare nemmeno più correttamente la sua lingua d’origine. Dopo aver ritrovato l’anziana madre comincia a riappropriarsi dei suoi ricordi mentre la nostalgia di rivedere Oreste, il migliore amico d’infanzia, si fa sempre più irresistibile, anche se tutti gli sconsigliano di cercarlo perché Oreste è ormai un temuto boss della camorra. Nemmeno Don Luigi, un coraggioso prete di quartiere, riuscirà a dissuaderlo dal suo proposito.

Critica: Favino che cammina di notte, silenzioso, gustandosi lentamente la visione delle vie di Napoli sulle note di Steve Lacy, ricorda immediatamente Jeanne Moreau in “Ascensore per il patibolo” che passeggia accompagnata dalla musica di Miles Davis, e suggerisce di trovarci di fronte ad un noir, seppure atipico, in cui un uomo solo dovrà affrontare i fantasmi del suo passato cercando di schivare i pericoli del presente.

Ad interpretare l’immancabile “femme fatale” qui non troviamo una donna ma una città: Napoli, bellissima, decadente al punto giusto senza trasformarsi mai in cartolina, sapientemente illuminata da Paolo Carnera, autore delle luci con una lunga carriera alle spalle.

Una Napoli già protagonista di tanti film (pensiamo al recente “È stata la mano di Dio” di Sorrentino), eppure sempre capace di affascinare come una donna non più giovane ma ancora bella, con i suoi palazzi misteriosi e fatiscenti, i bassi, i rioni rigogliosi di suoni e colori, tutta quella opulenta ricchezza barocca che si nasconde nei quartieri più inaccessibili e soprattutto i suoi abitanti, qui ritratti senza sguaiatezza, utilizzando comparse del posto.

Con una punta di invidia e di apprensione accompagniamo dunque il nostro protagonista che si orienta bene nel dedalo di vie nel cuore della città, di notte, e siamo con lui quando suona il campanello della casa dell’anziana madre, una dolcissima Aurora Quattrocchi, di cui si prende cura con piccoli gesti, come andare a comprarle una spugna e della lingerie e poi lavarla, deponendola in una grande mastella colma d’acqua all’interno di una scenografica sala a volta, piastrellata di bianco, con gesti pudichi e delicati che commuovono.

Ammirevole il lavoro di Pier Francesco Favino sull’accento con cui forgia totalmente il personaggio: una parlata che mescola l’arabo (il protagonista vive al Cairo) innestato sull’originale inflessione partenopea che Favino lascia affiorare poco a poco, man mano che i ricordi, la “nostalgia” si impossessano della sua esistenza.

Il film tuttavia non si lascia fagocitare dalla bravura del suo interprete principale e, proprio come la città, vive del suo essere espressione corale sotto l’appassionata ma sempre lucida regia di Martone.

Felice Lasco pare in alcuni momenti davvero felice non solo di nome ma anche di fatto: solo chi ha avuto un motorino da giovane sa che basta salire in sella per risentirsi ancora adolescente, non importa se la vita ci ha portati lontano e quante vicissitudini abbiamo avuto, le strade sono ancora stranamente le stesse e la sensazione di libertà è la medesima. Ma, come scopre ben presto il nostro Felice, il passato non si può mai cancellare né dimenticare, anche se Nostalgia non si accontenta della sola memoria, interrogandosi su come le esperienze ci trasformano profondamente, tanto da non riuscire quasi a riconoscere noi stessi, figurarsi capire gli altri o riconoscere i pericoli che possono rappresentare.

Felice vive nel ricordo della sua mitica adolescenza e dell’amico di allora, Oreste, di cui non riesce ad avere paura nemmeno quando intorno a lui le persone si zittiscono e abbassano il capo solo a sentirne pronunciare il nome. Assorbito dalla città come da un amante, come Ulisse ammaliato da Circe, dimentica la sua casa, la sua donna che come Penelope lo attende nella loro elegante casa al Cairo, si ritrova nell’amicizia con don Luigi (un carismatico Francesco Di Leva), novello Virgilio che lo accompagna in una giornata “all’inferno” visitando famiglie di spacciatori che il bravo prete non giudica ma accoglie, perdona, avvicina, con delicatezza.

Ecco, delicatezza è il termine che viene più spesso in mente, perché è delicato il senso di nostalgia che prova Felice, come sono delicati i suoi gesti, pacati, nel cercare una casa più luminosa per la madre, come sono delicati i ricordi di Raffale il sarto, antico spasimante della madre, donnina soave e indifesa, come sono delicate le due lacrime che perfino lo spietato Oreste ’o Malommo (Tommaso Ragno, inquietante nei suoi gesti tesi da animale notturno) riesce a farsi sfuggire, seppure per un brevissimo istante della sua vita disgraziata di spietato assassino.

Non si svelerà il finale, che forse già si presagisce quando Felice esce dalla chiesa sulle note della Gipsy Overture di Merle Isaac, suonata dalla vera Orchestra “Sanitansamble”, composta da ragazzi del rione Sanità, non più spaesato come all’inizio ma ottimista, fiducioso, com’è giusto che sia per affrontare la vita: anche se qualcosa di brutto è accaduto e potrà ancora accadere non per questo dobbiamo rinunciare ad avere speranza.

Camilla Lavazza

La scheda del film

Regia: Mario Martone

Soggetto: Tratto dal romanzo ‘Nostalgia’ di Ermanno Rea
Sceneggiatura: Mario Martone, Ippolita Di Majo

Interpreti e personaggi

Pierfrancesco Favino: Felice Lasco

Francesco Di Leva: Don Luigi Rega

Tommaso Ragno: Oreste Spasiano

Aurora Quattrocchi: Teresa Lasco

Sofia Essaidi Arlette

Nello Mascia: Raffaele

Emanuele Palumbo: Felice (giovane)

Salvatore Striano: Gegè

Virginia Apicella: Adele

Artem: Oreste (giovane)

Daniela Ioia: Teresa (giovane)

Luciana Zazzera: La Commarella

Giuseppe D’Ambrosio: Giuseppe

Fotografia: Paolo Carnera
Scenografia: Carmine Guarino
Montaggio: Jacopo Quadri

Musica Laurent Eyquem
Costumi: Ursula Patzak

Durata 117 minuti

Produttori:
Luciano Stella (Produttore), Roberto Sessa (Produttore), Maria Carolina Terzi (Produttore), Carlo Stella (Produttore), Gennaro Fasolino (Produttore esecutivo per Mad Entertainment), Chiara Grassi (Produttore esecutivo per Picomedia), Angelo Laudisa (Coproduttore)

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