Dopo due ani di stop tornano i sacri Tridui a Magasa

MAGASA - Dopo due anni di stop per la pandemia a Magasa si rinnova il rito settecentesco dei Tridui, con l'apparato di 200 candele detto "Macchina", che sarà acceso durante le celebrazioni.

È un’usanza legata alla commemorazione dei defunti che nel piccolo borgo montano del Parco Alto Garda si ripete da secoli nel tempo che precede il carnevale, molto sentita e partecipata dalla gente del paese e dell’intera Valvestino, che il Covid aveva costretto a sospendere. Mai era successo prima, neppure in tempo di guerra.

«Ora possiamo finalmente ripristinare questa tradizione cara alla popolazione», commenta il sindaco Federico Venturini, che l’altro giorno, assieme ai compaesani, ha allestito nella chiesa di Sant’Antonio il grande apparato in legno, la «macchina», che regge più di duecento candele che verranno accese durante i tridui.

Le funzioni sono in programma alle 17 di oggi, venerdì 20, sabato 21 e domenica 22 gennaio, come da tradizione nel primo fine settimana successivo alla festa patronale di Sant’Antonio Abate (17 gennaio).

Quella del Triduo a suffragio dei morti è un’usanza che nel borgo altogardesano si rinnova da secoli, introdotta in un anno imprecisato collocabile tra il 1744 e il 1755 dal sacerdote magasino don Giovanni Bertola (1722-1794) e dal professor Pietro Angelo Stefani, direttore del seminario Lodron di Salò.

Come nel Settecento, ancora oggi i tridui sono molto partecipati, dai magasini (pochi invero, 130 anime) ma anche dai fedeli di parrocchie vicine e lontane, mossi dalla devozione o semplicemente attratti dalla suggestione della celebrazione alla luce di 200 candele.

La “macchina” dei Tridui montana in questi giorni.

 

 

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