Ciclovia del Garda e territorio

LAGO DI GARDA - Tra attese e malumori prosegue il progetto della ciclovia del Garda. Un lettore si chiede se questo progetto sia la vera priorità per il territorio.

Scrive il lettore:

«Le acque del Garda, celebrate in passato come un “tesoro sacro” e venerate da filosofi e poeti, erano rispettate dai propri abitanti. Le sue acque da sempre rappresentano la vita, modellano una bellezza paesaggistica e climatica rinomata nel mondo e, nel contempo, permettono la prosperità delle attività economiche: agricoltura e pesca, attività turistiche e commerciali.

Che cosa diventerà l’antico e generoso bacino del Benaco se parte delle sue importanti specificità verranno meno?

La nostra classe dirigente non sembra in grado di elaborare una visione strategica che possa prevenire e intervenire sul versante dei gravi problemi che minacciano questo meraviglioso ecosistema, minacciato sempre più dall’innalzamento del clima. Politici e amministratori continuano imperterriti a gestire il territorio lacustre con vecchi e obsoleti metodi.

Le decisioni vengono prese a tavolino, supportate, non da scienziati, ma da organizzazioni che rappresentano una parte consistente del settore turistico e commerciale la cui miopia non arriva oltre i propri tornaconti. Tale cultura mercantile trasforma il nostro territorio da patrimonio collettivo da tutelare e salvaguardare, in merce.

L’ultima tendenza di mercato è rappresentata dalle piste ciclabili. Schiere di tecnici sono al lavoro per dimostrare la fattibilità della “pista ciclabile del Garda”, progettando passarelle sospese sorrette da micropali da piantare a lago, gincane tra centri storici o sfilate di ciclisti festosi e rumorosi sulle passerelle davanti agli alberghi fronte lago.

Sono soldi del PNRR che vanno spesi, sono già disponibili ci assicurano gli amministratori quantomeno fino a Toscolano Maderno: il resto del collegamento rimane in sospeso.

Aumenterà il numero di turisti e quindi i fatturati.

Questa imbarazzante determinazione delle priorità, lascia in sospeso questioni, sicuramente più importanti, sia economicamente, sia culturalmente, che, in quanto antiche e irrisolte, non sono sotto i riflettori dell’attualità e della politica glamour.

Mi permetto di segnalare alcune criticità fondamentali.

La scomparsa del carpione e delle alborelle è diventata, da decenni, una semplice procedura burocratica e una seccatura per le tre regioni più ricche d’Italia. In contrasto, la piccola e insensata tratta di ciclabile ancorata alla roccia a strapiombo sul lago, voluta dal sindaco di Limone (comune con un migliaio di abitanti) è stata realizzata in tempi da record. È costata più 7 milioni di euro, sei volte di più di quanto viene continuamente richiesto come contributo all’Unione Europea da parecchi anni per salvare dall’estinzione il Carpione. Un salmonide unico al mondo venerato fin dall’antichità come il re dei pesci di acqua dolce. Sta per incamminarsi sulla stessa strada dell’estinzione anche l’alborella, piccolo ciprinide che si prestava ad essere conservato per tutto l’anno, ingrediente immancabile sulle tavole di noi gardesani, una fonte di reddito e di sostentamento per diverse generazioni. Era materia prima delle ormai remote “sagre” dei limonesi, chiamati dagli abitanti dei comuni limitrofi con l’appellativo scherzoso di “magna aole”.

L’ espansione e la pressione turistica di massa, che già da parecchi anni ha superato la soglia “limite”, sta compromettendo sempre più il futuro di un intero territorio. Ciononostante continua ad essere incentivata seguendo una logica che punta ad una crescita quantitativa anziché qualitativa.

Gli olivi che fanno da cornice sulle sponde e le colline del Garda sono in serio pericolo: specialmente la cultivar Casaliva, generosissima pianta autoctona di enorme importanza per la qualità organolettica dell’olio extravergine. La diffusione di infezioni provocate da insetti fitofagi (che si nutrono di porzioni di piante foglie, frutti, rami) e il loro adattamento favorito dall’innalzamento delle temperature, stanno creando danni notevolissimi alle piante di olivo (si possono notare le protuberanze simili alla rogna con il relativo disseccamento dei cimali che infestano già buona parte degli olivi)

Mai come nel 2022, il calo idrico del Garda si è prolungato. Meno pioggia significa mancanza di neve sulle cime delle montagne e meno neve significa siccità sempre più intensa. Di conseguenza si farà sempre più pressante la richiesta di prelievo forzato di acqua del Garda (risorsa idrica considerata abbondante se non infinita), per servire le culture intensive venete e lombarde. Tutto ciò, ovviamente, non riguarda solo noi: la riduzione delle risorse idriche è un problema del mondo intero. Tuttavia noi sembriamo esserci accorti solamente negli ultimi mesi estivi.

Queste sono le vere domande, le più importanti del nostro tempo a cui la politica dovrebbe trovare la forza per rispondere.

Lungolaghi, nuovi porti, passerelle a lago per ciclabili, fanno invece parte di quella illusione che crede che tutto sia gratis e che non ci sia nessun conto da pagare: è una forma di antirealismo che serve solo a distrarre dai veri problemi e dalle responsabilità coloro che non sano o non vogliono affrontarli».

Fiorenzo Andreoli

 

 

I commenti sono chiusi.