Più turismo, più gente, più economia… è vero benessere?

LAGO DI GARDA - Uno spunto di riflessione sul concetto di limite e di sostenibilità turistica. E una considerazione sulla nuova mania delle piste ciclabili: sono davvero funzionali a una nuova mobilità lenta?

«Il Lago di Garda – scrive un lettore – è il bacino di acqua dolce più importante del Paese, una delle realtà turistiche più dinamiche e una nicchia ecologica che racchiude biodiversità uniche al mondo. Questi tre elementi richiedono un equilibrio concreto per poter esistere ed esprimere tutte le loro potenzialità. L’incrinatura di uno di essi porterebbe inevitabilmente ad una situazione imprevedibile di disordine nella vita sociale, politica, economica ed ecologica. Purtroppo, questa tragica evenienza è oggi alimentata e favorita da una crescita mal governata che, iniziata dal boom economico degli anni sessanta, sta manifestando le principali criticità che riassumo brevemente.

La siccità dovuta al cambiamento climatico fa venire meno una risorsa, l’acqua, che abbiamo per lungo tempo creduto «infinita» e facilmente sacrificabile per le coltivazioni intensive.

L’allarmante sovraffollamento turistico inquina ed abbassa sempre più la qualità attrattiva del territorio e, anche per questo, scontenta sia il residente, sia lo stesso turista. I dati statistici ufficiali, sbandierati con orgoglio, parlano di circa ventisette milioni di presenze turistiche, senza tener conto del turismo residenziale della seconda casa e del turismo «mordi e fuggi» del fine settimana: presenze che contribuiscono a raddoppiare i calcoli. In merito alla tutela della biodiversità, l’orientamento delle tre regioni più ricche del Paese (Veneto, Lombardia e Trentino) è semplicemente vergognoso: da più di vent’anni trascinano provvedimenti sconsiderati. Se pensiamo al pericolo di estinzione del carpione, ad esempio, non ci vuole molto per notare come basterebbe una telefonata tra i rispettivi Presidenti per accordarsi e mettere insieme quei pochi spiccioli che servono per salvare questo salmonide che vive solo nelle profondità del Garda e in nessuna altra parte del mondo.

Queste sono alcune criticità che tutti conosciamo e che possiamo facilmente verificare. Andrebbero affrontate con serietà e competenza. L’opinione dei nostri rappresentanti istituzionali, al contrario, sembra essere alquanto diversa, semplice ed elementare nella sua banalità e nel suo procedere su un binario a senso unico: far venire più gente in località turistiche porta più economia e quindi più benessere per tutti. E questa sarebbe la genialità partorita dall’ingegno modernizzatore della nostra classe politica!

Stanno per spendere centinaia di milioni di euro per quella che viene definita come la «ciclabile più panoramica d’Italia, con una vista mozzafiato su uno degli scorci più pittoreschi del nostro paese a strapiombo sul lago di Garda». Se quanto scritto sul sito web siviaggia.it in questi giorni fosse vero, altri prodigi imitatori sarebbero pronti a scimmiottare l’effetto «mozzafiato» della pista gardesana. Si legge infatti su questo sito «su un altro lago sta per nascerne una ancora più bella e, soprattutto più lunga, ecco che nascerà la ciclabile a sbalzo sul lago di Como e sarà la più panoramica d’Italia visto il grande successo della pista sul Garda». E ancora, continua l’articolo: «la nuova pista ciclabile lungo il lago Maggiore una vera meraviglia, il progetto vede coinvolti tre Comuni di enorme valenza turistica…la mobilità sostenibile sta prendendo sempre più piede».

La pubblicità e la propaganda sfruttano e interpretano, a loro piacimento, gli autentici bisogni di mobilità sostenibile. I fatti, invece, chiariscono il vero obiettivo: puntare a suscitare emozione consumistica. Più consumatori equivarrebbe a più ricchezza. Ignorano, a tale proposito, le voci critiche, anche se autorevoli, che denunciano gli effetti collaterali: paesaggistici e ambientali, geologici e di consumo del suolo, economici ed eccessivamente onerosi. Costoro segnalano che la concentrazione di utilizzatori-consumatori delle ciclabili comporterà un affollamento spropositato rispetto alle capacità di tenuta dei nostri territori. La massa dei nuovi fruitori arriverà in auto per provare le ciclabili «mozzafiato» dei nostri laghi (alla faccia della mobilità lenta!).

Ancora una volta è la legge del mercato e la sua avidità predatoria a prevalere sul buon senso. Basterebbe leggere un articolo di un quotidiano locale (Giornale di Brescia 21 febbraio 2023: “Isola dei conigli, l’appello del sindaco: serve più rispetto per il territorio”), per renderci conto cosa ci riserverà il futuro: «I livelli bassissimi del lago di Garda hanno portato in superficie l’istmo che collega l’isola di San Biagio alla terraferma e l’hanno trasformato in una calamita per migliaia di persone con tutte le conseguenze del caso: non solo rifiuti lasciati in ogni dove, così come il traffico diventato ormai ingestibile ma vere e proprie invasioni di proprietà private in molti casi senza alcun rispetto dei luoghi»

Gente diretta all’isola diventata penisola. Foto Stalker Multimedia.

 

 

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