Educazione fisica, la nostra recensione

SALO’ – Il nuovo film del regista salodiano Stefano Cipani «Educazione fisica» è in programmazione sia al Cristal di Salò che al King di Lonato. Ieri lo ha visto per noi Camilla Lavazza. Ecco la sua recensione.

Il film è in programmazione al Cristal di Salò (www.cinemacristal.it) sabato 18 (alla presenza del regista, leggi qui), domenica 19, lunedì 20, sabato 25, domenica 26 e lunedì 27 marzo alle 21,15, così come al King di Lonato (www.multisalaking.it) e al Moretto a Brescia (www.ilregnodelcinema.com/moretto) da domenica 18 a mercoledì 22 marzo.

Trama

Quattro persone: una coppia del ceto medio, una donna single alto borghese ed il suo prepotente amante, tutti genitori di figli maschi, vengono convocati nella decadente palestra di una scuola dalla Preside, che comunica loro un fatto gravissimo che coinvolge i ragazzi.

La sala si trasforma quindi in aula di tribunale, lasciando emergere il lato peggiore di ciascuno.

 

Critica

“Educazione fisica” si rifà al cinema classico, alla commedia (nera) all’italiana, capace di valorizzare la trama e la recitazione degli attori, anche concedendo loro qualche vezzo teatrale, dato che il soggetto è tratto appunto da “La Palestra”, testo scritto per il palcoscenico dallo scrittore Giorgio Scianna.

Lo fa con un sapore vagamente western all’inizio, sia nella colonna sonora che nel campo lunghissimo in apertura, e poi lungo tutto il corso del film nei tanti primi piani, distribuiti democraticamente tra tutti e i cinque protagonisti, nomi importanti del nostro cinema che da soli sostengono il peso della storia: Finocchiaro, Santamaria, Rubini, Mezzogiorno e Raffaela Rea, forse la meno nota tra loro, ma non per questo meno aderente al personaggio.

L’unità di tempo e di luogo, la trama stessa, le coppie di genitori una contro l’altra, richiamano Carnage di Roman Polański e le pellicole di ambientazione giudiziaria, in cui la cattiveria dei personaggi viene fatta emergere a poco a poco, passando da un’iniziale, ma fasulla, cordialità, ad una guerra di tutti contro tutti.

Questi “nuovi mostri” sono lo specchio della società attuale, in una visione brutalmente realistica e tristemente pessimistica in cui nessuno si salva, in cui nessuno ha ragione, in cui la situazione porta a galla la natura criminale di borghesi senza valori, le cosiddette “persone perbene”, questi “pilastri della società” che alla prova dei fatti lasciano cadere ben presto la maschera rivelando solo un vuoto abissale.

Ci viene risparmiata la visione dei figlioli di cotanti genitori, lasciati fuori a giocare (giudicati nemmeno degni di essere coinvolti e posti di fronte alle loro responsabilità, ritenuti solo “bambini” irresponsabili) ma sappiamo che hanno commesso un fatto terribile, riprovevole e penalmente perseguibile. Peccato che i loro genitori siano pronti a tutto per difendere i figli, senza alcuna remora morale, senza alcun dubbio o pietà per la vittima, insultata, vilipesa, e senza alcun intento educativo nei confronti dei pargoli.

Dapprima increduli, posti di fronte alle prove, la loro unica reazione è quella di soffocare, cancellare tutto, tornare al più presto alla “normalità”.

Molto efficace la ripresa in primissimo piano dei volti, con gli occhi inumiditi per l’autocommiserazione, mentre osservano il video che mostra “il fatto” (che non possiamo vedere ma solo immaginare) sottolineata da una struggente canzone di Leonard Coen.

Nessuno è giustificabile, nemmeno la Preside (Giovanna Mezzogiorno, professionalmente, fisicamente e orgogliosamente matura) che non rispetta le procedure convocando da sola i genitori dei colpevoli invece di avvisare prima le autorità, senza testimoni, forse sperando che non emergano le sue mancanze in una scuola in cui sono palesi le carenze di sorveglianza e di manutenzione.

Ambientato tutto all’interno della grande e fatiscente palestra della scuola, ricostruita in un teatro di posa e fotografata morbidamente da un professionista di lungo corso (collaboratore, tra i tanti, di Giuseppe e Bernardo Bertolucci) come Fabio Cianchetti, “Educazione fisica” ritrae senza pietà degli zombie senz’anima, specchio della nostra società, dall’immobiliarista arricchito, che si illude che tutto si possa comprare (Santamaria, arrogante e aggressivo) alla sua amante (la Rea, la cui evoluzione è sottolineata dal trucco sempre più sfatto) all’addetto all’accettazione dell’ospedale (Rubini, incarnazione del buonismo più becero che ben presto rivela il suo autentico volto) con sua moglie (e il cane Minnie), impersonata da Angela Finocchiaro che, aiutata anche dal costume, si cala nella parte della repressa paladina del politically correct in cui cova un’istintiva ferocia animalesca.

I fratelli d’Innocenzo infondono nella loro sceneggiatura una perfidia grottesca e il regista, Stefano Cipani, dirige il gruppo in modo che nessuno prevarichi sull’altro, valorizzando il lavoro di ognuno e, nonostante la ristrettezza del luogo, facendo sì che l’attenzione non venga mai meno, anche grazie al vivace montaggio.

Esempi (pessimi) di un mondo egoista e meschino, i personaggi attraversano le varie prove morali a cui sono sottoposti fallendole tutte, scendendo sempre più in basso, credendosi furbi ma dimostrandosi solo sciagurati.

Non si salva nessuno, forse solo il povero cane, che infatti cerca sempre di sottrarsi alla sua padrona che lo tiene al guinzaglio.

Difficile immedesimarsi in uno dei cinque, sebbene il contesto sia quanto mai realistico e purtroppo attuale; una situazione in cui a scuola si va solo per divertirsi con gli amici, in cui si evitano le responsabilità, in cui la noia genera mostruosità e l’egoismo impera, soprattutto, purtroppo, proprio tra gli adulti, incapaci ormai di essere d’esempio.

Camilla Lavazza

 

La scheda del film

Regia STEFANO CIPANI
tratto dall’opera teatrale “LA PALESTRA” di GIORGIO SCIANNA
soggetto e sceneggiatura DAMIANO E FABIO D’INNOCENZO

Interpreti e personaggi

  • ANGELA FINOCCHIARO Rossella Stanchi
  • GIOVANNA MEZZOGIORNO Preside – Diana Peruggia
  • RAFFAELLA REA Carmen Majano
  • SERGIO RUBINI Aldo Stanchi
  • CLAUDIO SANTAMARIA Franco Zucca

 

  • Delegato di Produzione FRANCESCA DACCICO
  • Organizzatore generale FRANCESCO RUGGERI
  • Aiuto Regia LIVIO BORDONE
  • Fotografia FABIO CIANCHETTI
  • Scenografia IVANA GARGIULO
  • Costumi CATIA DOTTORI
  • Montaggio JACOPO QUADRI
  • Musiche MARIO FANIZZI
  • Una produzione PACO CINEMATOGRAFICA
  • Con RAI CINEMA, LUCE CINECITTÀ
  • In coproduzione con AGRESYWNA BANDA
  • Prodotto da ISABELLA COCUZZA, ARTURO PAGLIA
  • Coproduttori Polonia EMILIANO CARADONNA, ALESSANDRO LEONE
  • Produttore Esecutivo MASSIMO MONACHINI
  • Edizioni musicali WARNER CHAPPELL MUSIC ITALIANA SRL
  • Distribuito da 01 DISTRIBUTION

 

  • Durata 89 minuti
Il regista Stefano Cipani.

 

 

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