La “Poetica” di Ernesto e Gianmaria Anderle alla Fondazione Cominelli

SAN FELICE DEL BENACO - Domenica 7 maggio alla Fondazione Raffaele Cominelli si inaugura la mostra illustrazione artistica “Poetica” di Ernesto e Gianmaria Anderle.

La rassegna è visitabile fino al 21 Giugno il sabato e la domenica dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.30. Ingresso libero

Gli autori: Ernesto Anderle

I dipinti. Il motivo principale che spinge a fare arte è che disegnare, dipingere ti permette di soffermarti ad osservare meglio, e quindi conoscere in maniera più intima e approfondita, il mondo circostante. Raffigurare ciò che ci circonda è come farsi un autoritratto dato che, a mio avviso, c’è sempre un pó dell’artista in quello che sceglie di dipingere e viceversa. Per quanto mi riguarda, il processo che porta alla realizzazione di un’opera è anche una forma di meditazione e spesso anche un tranquillo rifugio dal caos esterno e quello interiore.

Le illustrazioni e i fumetti. L’illustrazione è come un filo che mi lega all’infanzia. Da bambino leggevo un sacco di libri e soprattutto mi soffermavo a guardare le illustrazioni. Alcune le ricordo ancora adesso. Erano come dei mondi in cui potevo entrare e spesso mi davano un senso di pace o di avventura. Mi permettevano di viaggiare con la fantasia, e questa sensazione non l’ho mai voluta abbandonare, ma anzi, ho voluto approfondirla realizzando io stesso quel tipo di immagini che tanto mi affascinavano e che lo fanno tutt’ora. Grazie al fumetto, che richiede una storia intera disegnata, l’immersione nel fantastico è totale. Solitamente mi piace raccontare le biografie di alcuni artisti del passato che hanno creato opere e pensieri, dovuti alla loro esperienza di vita, che non invecchiano mai, e alcune loro riflessioni possono tornare utili ancora oggi nonostante siano passati secoli.

Gianmaria Anderle

I cieli come l’animo, praterie di sfumature contrastanti, incerti, graffiati da cambi improvvisi di umore, con colori che litigano e poi si abbracciano, colmi di pennellate ruvide, sincere, che prendono alla gola e che illuminano di speranza. Orizzonti come ricordi, perduti e poi ritrovati, così lontani da non sentirne più la mancanza, offuscati da tonalità remote, con gialli che sembrano raffreddarsi e azzurri che scaldano gli inverni interiori.

Montagne come persone, amiche, inavvicinabili, dolcemente forti, rocce che che resistono ai pugni, ma che si sbriciolano con le lacrime, bellezze che cogli distrattamente da un finestrino. Paesaggi come artisti, confusi, in cerca di tenerezza, di un occhio amorevole, che vogliono bene a tutti tranne che a se stessi, a cui non interessa ricevere complimenti o applausi, ma soltanto di essere, anche solo da una persona, compresi.

Evento in collaborazione con Festival Giallo Garda.

 

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