A caccia con il Pitocchetto. Giacomo Ceruti al MuSa di Salò
SALO' - Giacomo Ceruti al MuSa. Questa la speciale sorpresa che il Museo di Salò riserva al suo pubblico a partire da sabato 2 settembre, quando si inaugura una singolare mostra-dossier a cura di Davide Dotti e Lisa Cervigni.
Un’originalissima mostra dossier, a cura di Davide Dotti e Lisa Cervigni, realizzata grazie alla fruttuosa sinergia tra il museo gardesano e l’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, che presenta al pubblico un connubio inedito e accattivante: due importanti tele di grandi dimensioni, provenienti da prestigiose collezioni private bresciane, dedicate ad un tema abbastanza inconsueto per l’artista e particolarmente caro alla tradizione gardesana e bresciana: la caccia.
A fronte di un Ceruti conosciuto soprattutto per i suoi magnifici ritratti di personaggi ai margini della società settecentesca, i reietti, i poveri lavoratori, i vagabondi (i pitocchi per l’appunto), raffigurati con stile asciutto e sobrio e con uno spirito di umana empatia, il MuSa propone una lettura inconsueta del grande pittore lombardo, mettendo a confronto due vivide e vibranti scene di vita quotidiana patrizia.
Protagonisti sono giovani rampolli della nobiltà, nei loro abiti eleganti, colti in un momento di riposo nel corso di una battuta di caccia, insieme ai loro aiutanti e ai fedeli segugi. Una delle due tele – «Scena di caccia» (olio su tela, 169 x 233 cm, 1745 circa) – che è stata restaurata per l’occasione e che ha la particolarità di essere siglata con le iniziali del pittore “G.C.” ben visibili sul dorso di una borsa di cuoio, venne esposta l’ultima volta in pubblico nel lontano 1987, in occasione della prima mostra monografica del Pitocchetto che si tenne presso il Museo di Santa Giulia a Brescia; l’altra – «Gruppo di cacciatori in riposo» (olio su tela, 192 x 261 cm, 1745-1750 circa) -, scoperta in tempi relativamente recenti, è stata presentata da Davide Dotti nel 2019 in occasione della mostra Gli Animali nell’Arte dal Rinascimento a Ceruti.
Entrambe sono tra le più significative opere a soggetto venatorio del maestro bresciano, che vi si dedicò negli anni della maturità, andando incontro al gusto dei suoi nobili committenti, che amavano conservare il ricordo delle battute di caccia facendosi ritrarre accanto ai compagni, ai servitori e ai propri cani.
Un’occasione da non perdere dunque per ammirare i due capolavori per la prima volta in confronto diretto, all’interno della suggestiva cornice del MuSa, museo civico affacciato sul golfo di Salò. Il progetto nasce dalla proficua collaborazione instaurata in questi anni tra l’Associazione Amici di Palazzo Martinengo e il MuSa, iniziata nel 2018 con il prestito del quadro di Cesare Bertolotti Il Golfo di Salò, in occasione dell’esposizione Picasso, De Chirico, Morandi, 100 capolavori del XIX e XX secolo dalle collezioni private bresciane, e culminata quest’anno nel prestito del contrabbasso “Biondo” già Colonna, realizzato da Gasparo da Salò intorno al 1590, per la mostra Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo, a cura di Davide Dotti (Brescia, Palazzo Martinengo, 21 gennaio – 11 giugno 2023).
Nell’ottica di proseguire nella reciproca valorizzazione, ora è l’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, nella figura del suo curatore Davide Dotti, a offrire a Salò, grazie alla generosità di due collezionisti privati, questi due splendidi capolavori del Pitocchetto, che saranno visibili al pubblico fino al 29 ottobre.
Alberto Pelizzari, presidente della Fondazione Opera Pia Carità Laicale e Istituto Lodroniano, rileva che questo progetto si colloca pienamente nel solco di una programmazione museale ormai pluriennale che, in concerto con l’Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Gianpiero Cipani, il MuSa sta perseguendo con successo, nell’ottica di essere sempre più un museo vivo, pul- sante e ricco di iniziative culturali di alto profilo, legate alla valorizzazione del territorio salodiano e gardesano, della loro storia e delle tradizioni secolari.
L’esposizione offre l’occasione per compiere un approfondimento sul tema della caccia, pratica antichissima della tradizione bresciana e del territorio gardesano, con un focus sull’arte venatoria nel Settecento in rapporto alla nobiltà.
Mentre tra i ceti popolari restò sempre e invariabilmente un’attività di sussistenza, esercitata nelle forme più elementari con l’aiuto di reti, trappole, fionde, archetti e lacci, per secoli, già dal Cinquecento, la caccia fu infatti un’attività prettamente nobiliare, espressione dello stile di vita aristocratico, una sorta di esercizio bellico in tempo di pace.
Il territorio bresciano, assai ricco in passato di boschi, paludi e campi, ben si prestava ad ospitare animali stanziali o migratori e selvaggina, e l’Alto Garda fu per secoli terra ad alta vocazione venatoria.
Orari di apertura:
- Dal 2 al 30 settembre: da martedì a domenica dalle 10,00 alle 20,00
- Dall’1 al 31 ottobre: da martedì alla domenica dalle 10,00 alle 18,00
MuSa Museo di Salò Via Brunati, 9, 25087 Salò (BS)
- www.museodisalo.it
- [email protected]
- 0365 20553
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