Depurazione, il viceministro Gava: “Impegno del Governo per completare l’opera”

BRESCIA - In Prefettura il punto sul progetto depurazione. Avanti col progetto Gavardo-Montichiari. A breve l'affidamento della progettazione definitiva. Il viceministro Gava: "Governo si impegna a trovare le risorse necessarie".

Ieri, giovedì 7, in prefettura a Brescia si è riunita la cabina di regia convocata per verificare lo stato di avanzamento degli interventi e delle iniziative messe in atto sul fronte del progetto di collettamento e depurazione dei reflui fognari dei comuni del Garda (lavori già avviati sulla riviera veronese, mentre l’iter è ancora alle carte e ai progetti sulla riviera bresciana).

La cabina di regia è convocata e presieduta dal direttore generale USSRI (Uso sostenibile del suolo e delle risorse idriche) del Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, Giuseppe Lo Presti.

Presenti il Prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà in qualità di Commissario Straordinario per la progettazione, l’affidamento e l’esecuzione delle opere per il collettamento e la depurazione della sponda bresciana del lago di Garda, il viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica Vannia Gava, le Regioni Lombardia e Veneto, Ato Brescia, Ato Verona, la Comunità del Garda con la presidente Mariastella Gelmini e il segretario generale Lucio Ceresa, Ats Garda Ambiente con Giovanni Dal Cero.

La questione, ha detto il viceministro, «investe trasversalmente aspetti cruciali quali la sicurezza ambientale e la qualità delle acque, nonché l’economia turistica del territorio. Ho ricevuto aggiornamenti sullo stato della progettazione e recepito le istanze dei territori. Ringrazio il commissario per l’importante occasione di confronto con enti ed amministratori”.

Poi la dichiarazione più attesa: “Il governo si impegna ad individuare le risorse necessarie al finanziamento delle restanti opere per una rapida e completa realizzazione degli interventi”.

Si prosegue dunque con l’iter del progetto che prevede i depuratori a Gavardo e Montichiari, con la previsione di affidare entro ottobre l’incarico per la progettazione definitiva.

Per l’on. Gelmini è tempo di produrre «il massimo sforzo per trovare le risorse necessarie, dallo Stato o dalle Regioni, in modo da pesare il meno possibile sulle tariffe a carico dei cittadini».

È stata inoltre ribadita la disponibilità dei Comuni di destinare all’opera una quota dell’imposta di soggiorno.

Da sinistra: il viceministro Gava, il direttore generale Ussri del Ministero Giuseppe Lo Presti e il prefetto Laganà.

 

Storia di un progetto contestato

Per chi si fosse perso le puntate precedenti, ecco una breve storia della questione.

Il sistema di depurazione fognaria del Garda, risalente agli anni ‘70, deve essere riqualificato per tutelare le acque del lago. Il depuratore di Peschiera, dove arrivano i reflui bresciani e veronesi, è sottodimensionato: ha una capacità di 330mila abitanti equivalenti, a fronte di un’esigenza che supera i 500mila. Inoltre le tubazioni, comprese quelle sublacuali, sono vecchie. Da qui l’esigenza di un nuovo sistema.

Nel 2017 Ministero dell’Ambiente, Lombardia e Veneto, Ato di Brescia e Verona e Ats Garda Ambiente (i Comuni del lago) firmano una convenzione in base alla quale Roma stanzia 100 milioni per il progetto di collettamento e depurazione (si prevede un costo di 230 milioni, compresa la parte veronese). Nel 2018 Acque Bresciane chiede all’Università di Brescia uno studio con più soluzioni progettuali.

Nel 2019 viene scelta la soluzione del doppio depuratore Gavardo-Montichiari, con scarico nel Chiese. Ma i Comuni dell’asta del Chiese protestano. Il 30 novembre 2020 la Provincia approva la «mozione Sarnico», in base alla quale i depuratori devono essere realizzati nei territori che vanno a servire. A quel punto però sono i Comuni gardesani e mantovani a protestare. Lo stallo è totale. Così, nel giugno 2021, si arriva al commissariamento del Governo. Il prefetto di Brescia, nominato commissario straordinario per la depurazione, ribadisce che il progetto Gavardo-Montichiari è il migliore dal punto di vista tecnico e ambientale. Così Acque Bresciane predispone il progetto di fattibilità.

A inizio 2023 il cda di Acque Bresciane avrebbe dovuto avviare la procedura di gara per affidare la progettazione definitiva, incarico del valore di almeno 4 milioni di euro, Iva esclusa (l’ammontare dei lavori è calcolato in 118 milioni). Costi, sia per la progettazione che per le opere, che poi sono aumentati parecchio.

Nel frattempo si dimette il presidente del cda di Acque Bresciane Gianluca Delbarba, seguito da tre dei quattro consiglieri. Salta così l’approvazione del bando per l’affidamento della progettazione definitiva. Ma il commissario straordinario, il prefetto di Brescia Maria Rosaria Laganà, intima ad Acque Bresciane di convocare l’assemblea dei soci e procedere.

Si va avanti, dunque, con il progetto che prevede i depuratori a Gavardo e Montichiari, con scarico nel fiume Chiese.

Un rendering del depuratore previsto sul Chiese, a Gavardo.

 

 

I commenti sono chiusi.