I Vigili del fuoco chiedono dispositivi di protezione e riconoscimento delle malattie profesisonali

VERONA - Al Comando Vigili del Fuoco di Verona assemblea sindacale sul progetto “Particella Pazza”. I pompieri non sono legati all’Inail e chi si ammala per l’esposizione a sostanze pericolose non ha alcun riconoscimento.

Martedì 10 ottobre al Comando Vigili del Fuoco di Verona si è tenuta un’assemblea sindacale, nell’ambito dell’attività del Coordinamento Nazionale FP CGIL VVF, legata al Progetto “Particella Pazza”.

Durante l’incontro, che ha visto una nutrita partecipazione di pompieri scaligeri – scrivono in una nota Marco Calvanese, Marco Matera, Davide Tagliavini e Daniele Vicentini del Coordinamento FPCGIL Vvf Verona -, sono state affrontate le tematiche della salute e sicurezza della categoria, esposta quotidianamente durante gli interventi di soccorso a sostanze chimiche, prodotti della combustione e amianto, elementi altamente inquinanti, che a lungo termine provocano ai lavoratori malattie debilitanti, cardiovascolari e tumorali.

Il relatore si è avvalso dei risultati di approfonditi studi scientifici per sensibilizzare i lavoratori, dimostrando come può avvenire, nonostante l’uso dei DPI (Dispositivi di Protezione Individuale), l’assorbimento di queste sostanze durante un normale turno di lavoro. E’ emerso che spesso i DPI in dotazione non sono sufficienti come numero, perché dopo un’esposizione a sostanze pericolose sarebbe necessaria la sostituzione con un indumento pulito e sanificato frequentemente.

 

I dati ottenuti stabiliscono che i tempi di esposizione dei lavoratori a queste particelle inquinanti e cancerogene sono molto elevati, se non altro per il numero e la durata temporale degli interventi, anche se diluiti nell’arco di tutta la carriera lavorativa.

All’assemblea ha partecipato anche la Segreteria della Funzione Pubblica CGIL Veronese ed una Componente del Direttivo Provinciale, delegata I.N.A.I.L., che ha esposto l’attività dell’Ente e gli studi che effettuano per il riconoscimento delle malattie professionali.

I lavoratori dei Vigili del Fuoco non sono seguiti dall’I.N.A.I.L. e questo non permette il riconoscimento delle malattie professionali ai pompieri, in quanto il Dipartimento dei Vigili del Fuoco non effettua studi di questo genere e i lavoratori che si ammalano non hanno alcun riconoscimento di una causa di servizio.

 

Il Coordinamento Nazionale FP CGIL dei Vigili del Fuoco ritiene che solamente attraverso l’inserimento dei pompieri nelle tutele dell’I.N.A.I.L. si possa arrivare al riconoscimento delle malattie professionali causate dall’esposizione quotidiana dei lavoratori del CNVVF a sostanze contaminanti dell’organismo e che vadano migliorati i Dispositivi di Protezione Individuale, nonché forniti in quantità superiore.

Si ritiene determinante – conclude il Coordinamento FPCGIL Vvf Verona – che le procedure di decontaminazione dei lavoratori, da attuare immediatamente dopo la fine dell’intervento e comunque prima di salire sui mezzi per rientrare nelle sedi di servizio, siano standardizzate e diventino obbligatorie. L’Amministrazione deve dotare i Vigili del fuoco di attrezzature funzionali a tale scopo».

 

 

 

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