Aperta la galleria Adige-Garda, l’ira della Comunità del Garda

LAGO DI GARDA - Aperta dalle 17.30 alla mezzanotte di ieri, martedì, la galleria Adige Garda, per evitare ulteriori problemi alla città di Verona. Rabbia della Comunità del Garda, per la quale il livello del fiume non giustificava l'apertura.

Alla fine la galleria è stata aperta. Le paratie si sono alzate alle 17.33 di ieri, martedì 31 ottobre, per chiudersi attorno a mezzanotte. per sei ore nel lago sono stati scaricati 150 metri cubi al secondo di acqua dell’Adige, circa 3 milioni e mezzo di metri cubi, vale a dire circa 1 cm di lago.

«Vedremo e calcoleremo – dicono in Comunità del Garda – se questo sacrificio del Garda ha scongiurato danni a Verona e se era proprio indispensabile. Comunque, data la situazione critica, abbiamo limitato i danni».

 

Galleria aperta in violazione agli accordi

Per l’intera giornata di ieri la Comunità del Garda ha richiesto l’immediata chiusura dello scolmatore «per palese violazione delle norme regolamentari sancite dalla convenzione operativa».

E si riserva di «denunciare in ogni sede, anche penale, tale inaudita decisione. Il livello del fiume Adige è in calo. La più importante riserva idrica per uso umano italiana ed europea rischia di essere compromessa da decisioni superficiali e in contrasto con norme concordate».

Per la Comunità è stata una «decisione inutile, inappropriata, in violazione di norme regolamentari, ininfluente per la sicurezza idraulica di Verona e, soprattutto, dannosa per il Garda».

Il segretario generale della Comunità del Garda, Pierlucio Ceresa  precisa che l’ente che rappresenta i Comuni gardesani «non si è opposto all’apertura dello scolmatore (vita umana e sicurezza idraulica in primis)». Ha solo chiesto il rispetto delle regole sancite dalla convenzione operativa»

 

La richiesta del Veneto e l’ok del Trentino

“In collaborazione con la Regione Veneto si è deciso in via precauzionale di aprire la galleria Adige Garda per evitare ulteriori problemi alla città di Verona. Una valutazione condivisa per mettere al primo posto la sicurezza dei territori colpiti da questa ondata di maltempo”.

Lo aveva annunciato martedì il vicepresidente in carica della Provincia autonoma di Trento, Mario Tonina, parlando ai giornalisti al termine della Sala operativa della Protezione civile trentina sui fenomeni che hanno interessato la nostra provincia dalla giornata di ieri, provocando frane, esondazioni e l’evacuazione di alcune abitazioni.

L’apertura della galleria era stata sollecitata in mattina dall’assessore alla Protezione civile della Regione Veneto, Giampaolo Bottacin, che in un post ha scritto: “E’ stata chiesta l’apertura della galleria scolmatrice Adige Garda per preservare Verona e il Polesine da rischio allagamento“.

 

La galleria Adige – Garda

Il progetto esecutivo della galleria Adige-Garda fu approvato il 3 febbraio 1939 dal Comitato amministrativo del Magistrato alle Acque di Venezia e il primo marzo dello stesso anno fu dato avvio ai lavori.

La galleria fu inaugurata il 18 maggio del 1959 dopo vent’anni dall’inizio dei lavori, interrotti alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.

La galleria fu aperta, tra le altre volte, in occasione dell’evento meteorologico Vaia, che il 28 ottobre 2018 ha colpito tutto l’arco alpino. In tale occasione la galleria rimase aperta dalle 22:37 del 29 ottobre alle 16:12 del 30 ottobre, per un totale di 17 ore e 35 minuti, con una portata massima di 300 metri cubi al secondo. Il volume totale scaricato al lago di Garda fu pari a 17.073.385 metri cubi.

Un volume apparentemente enorme, ma relativo se si considera la notevole superficie del lago di Garda, che ha determinato un innalzamento del bacino di circa 5 centimetri. La galleria Adige-Garda è in grado di derivare fino a 500 metri cubi al secondo.

La sala di controllo della galleria Adige-Garda.

I rischi per il lago

Ogni anno la galleria è aperta per la manovra periodica di manutenzione che permette di verificare la funzionalità e l’efficienza di tutte le componenti (meccaniche, elettroniche, hardware e software).

E’ un’operazione che suscita sempre una certa apprensione sul Garda, dato che si immette nel bacino acqua con una temperatura diversa, più fredda, piena di limo, di detriti e che trasporta inquinanti (l’Adige è un fiume molto inquinato. Trento, la città che costeggia l’Adige è la seconda città più inquinata d’Italia per quanto riguarda i pesticidi nel terreno agricolo).

Infine l’immissione di acqua porta con se anche delle specie animali e vegetali diverse da quelle autoctone in grado di alterare l’equilibrio della flora e della fauna locali.

 

 

 

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