San Felice del Benaco riscopre la propria storia

SAN FELICE DEL BENACO - Al via la pubblicazione della collana dei “Quaderni dell’Archivio di Comunità”. Quando la ricerca storica diventa elemento fondante di una Comunità.

Nel corso del 2022 ha preso il via l’importante progetto “Archivio di Comunità” (ne avevamo scritto qui), che ha come principale scopo quello di contribuire alla ricostruzione della storia della Comunità di San Felice del Benaco.

Un progetto ambizioso, della durata di tre anni e che sta permettendo, tra le molte cose, la costituzione di una banca dati georeferenziata dove saranno presenti tutte le informazioni storiche relative al nostro territorio.

Dopo un anno di lavoro, oggi il Comune di San Felice del Benaco, in collaborazione dell’Associazione A.S.A.R., è lieto di presentare il primo libro della collana dei “Quaderni dell’Archivio di Comunità”.

Questo primo testo dal titolo “Da Scovolo a San Felice. Alle origini di una Comunità” racconta quattro storie fondative, oggi assai diverse da quelle succedutesi in questo nostro territorio. Nel libro l’autore, il prof. Gian Pietro Brogiolo, sviluppa il racconto in quattro capitoli: Insediamenti antichi e Viabilità; Dal Castello di Scovolo al Comune di San Felice; La gestione dell’acqua tra mulini, forge, macine e irrigazione dei campi; Porti e peschiere.

Da sinistra: il sindaco Simone Zuin, il prof. Gian Pietro Brogiolo e  Daria De Micheli, segretaria Asar del progetto di San Felice.

 

Un documento con una forte base scientifica e solide fondamenta storiche frutto dell’analisi e dello studio degli archivi comunali. Un lavoro che è stato possibile anche grazie al nutrito gruppo di volontari che stanno operando nell’unità di San Felice del Benaco dell’Associazione A.S.A.R.

Come ricorda l’Assessore alla Cultura, Sandra Tarmanini, “questo libro è il simbolo di un lavoro d’amore, che di per sé rappresenta ciò che possiamo diventare: Una Comunità che collabora, si appassiona e si impegna a vivere al meglio e a prendersi cura dei luoghi che abbiamo la fortuna di chiamare casa.”, mentre il Sindaco Simone Zuin, ribadisce “come la Memoria sia un ingrediente fondamentale per la Cittadinanza, poiché aiuta ad abitare il presente con consapevolezza e mette le basi per costruire il futuro in modo rispettoso, coerente e praticabile”.

La copertina del libro.

 

 

Da Scovolo a San Felice. Alle origini di una comunità

di Gian Pietro Brogiolo (presidente ASAR)

«Il primo dei “Quaderni dell’Archivio di comunità di San Felice del Benaco” si propone due obiettivi: da un lato presentare un metodo che tenga conto, oltre che delle fonti scritte e dei nomi dei luoghi, anche dei dati materiali, archeologici e architettonici, dall’altro fornire un’introduzione ai volontari impegnati nelle ricerche, agli studenti delle scuole locali e ai partecipanti al corso sulle Storie di San Felice organizzato nell’autunno-inverno 2023-2024.

Il racconto si snoda in quattro capitoli:

  1. “Insediamenti antichi e viabilità̀”. Tratta in particolare di Scovolo – dal latino scopulus = rupe, scoglio – nome del promontorio roccioso in origine legato all’Isola del Garda, sul quale sono sorti dapprima una grande villa romana, poi un castello e un abitato medievale. Accenna poi alle scarse notizie sulla sua evoluzione nel medioevo;
  2. “Dal castello di Scovolo al comune di San Felice”. Nel 1277, il castello di Scovolo è stato distrutto e i suoi abitanti, hanno dato vita a nuovi centri (di San Felice, Citerna, Cisano, Trevignane e Portese) che hanno mantenuto ancora per più di un secolo l’appellativo de Scovolo. Solo nel 1408 decidono di dividersi nelle due comunità di San Felice con Cisano e di Portese con Trevignane. Il quaderno tratta delle prime fasi, fino al XVI secolo, della comunità̀ storica di San Felice, indipendente per 520 anni fino al 1928 quando è stata unita a Portese. Particolare attenzione viene dedicata ai due abitati di Cisano e San Felice, entrambi sviluppatisi a partire da un castello: noto solo dalle fonti e dalla topografia il primo, ancora in parte conservato il secondo, seppur utilizzato come cimitero dal ‘600 al 1994. Al castello faceva altresì capo il sistema di difesa del borgo attivato nei numerosi episodi di guerra che si sono susseguiti nel corso del Quattrocento e nei primi vent’anni del secolo seguente.
  3. “La gestione dell’acqua tra mulini, forge, macine e irrigazione dei campi”- si sofferma su una delle principali preoccupazioni dei comuni rurali tra medioevo ed età moderna: regolare la gestione dell’acqua che forniva energia agli impianti e consentiva coltivazioni indispensabili, in particolare di ortaggi e di erba. Una risorsa assai limitata a San Felice, oggetto di infinite contese, non solo per i due torrenti e del suo territorio (di Navenago e Spizzago), ma anche per l’acqua della Pieve di Manerba dove il comune aveva acquistato due mulini.
  4. “Porti e peschiere” che riassume quanto sappiamo, dalle fonti e dai resti materiali, delle modalità di sfruttamento del lago, per la pesca e per i commerci nell’intero territorio di San Felice del Benaco. Le sue coste, salvo per le scogliere del Monte Corno e del versante nord del dosso di San Fermo, entrambi a picco sul lago, erano adatte a creare porti (otto quelli documentati, tra pubblici e privati) e alla pesca. Questa veniva praticata in apposite peschiere, dette Vo, concesse in uso – con pagamento di un canone annuale – dalla massima autorità pubblica proprietaria del lago (dapprima l’imperatore di Germania, poi la Repubblica di Venezia fino al 1796). E costituiva, oltre alla fondamentale agricoltura, una componente essenziale di un’economia sostenibile, pur nelle alterne vicende dovute alle variazioni climatiche e alle epidemie.

In conclusione, un primo agile quaderno che racconta quattro storie fondative di una comunità, oggi assai diversa da quelle succedutesi in questo territorio, ma ancora interessata a riconoscere le proprie radici e a costruire su queste il proprio futuro.

Gian Pietro Brogiolo (presidente ASAR)

Veduta di San Felice del Benaco.
Veduta di San Felice del Benaco.

 

Il gruppo Asar di San Felice e il progetto “Archivio di Comunità”

Scrive Daria De Micheli (segretaria del gruppo ASAR di San Felice): «Il gruppo Asar di San Felice è composto da una quindicina di volontari appassionati di ricerca storica ed è impegnato in un progetto triennale, patrocinato dal Comune di San Felice del Benaco.

A partire da ottobre 2022, abbiamo esplorato gli archivi comunali, fotografando 14.000 pagine di documenti. Abbiamo completato l’inventario degli “Ordinamenti” del ‘500 e abbiamo iniziato l’esame e l’inventario di quelli del 1700 e 1800.

Le ricerche sulle fonti scritte sono state condotte anche negli Archivi di Stato di Brescia e di Milano per i catasti, e in quelli della Curia di Verona e della Riviera di Salò.

Attualmente, stiamo trascrivendo l’estimo di Portese del 1768 per ricostruire una storia delle singole contrade, delle case e dei loro proprietari. Per questo obiettivo, oltre alle ricerche di archivio, abbiamo avviato indagini e verifiche sugli edifici e a questo proposito ringraziamo i proprietari delle case, che ci hanno gentilmente concesso di accedere nella loro proprietà.

Le nostre ricerche si sono anche interessate di tre castelli. Quello di San Felice, quello di Portese e quello di Cisano, dei mulini e di due importanti chiese medievali: la Chiesa di San Felice e Nabore nel vecchio cimitero, di proprietà del Comune, e quella del Carmine di proprietà dei frati del Carmelo.

Per analizzare questi due edifici ci siamo avvalsi della collaborazione di esperti che hanno eseguito specifici rilievi e analisi specialistiche.

L’obiettivo primario del progetto triennale è di realizzare un “Archivio di comunità” on line sul quale verranno resi disponibili documenti, immagini e testi che riguardano la storia del nostro comune.

 

Il progetto prevede cinque strumenti di divulgazione dei risultati delle ricerche

Il primo, consiste nella presentazione diretta al pubblico dei risultati. Infatti, tra novembre 2022 e maggio 2023, si sono tenute cinque conferenze, seguite da escursioni sul territorio, alle quali hanno partecipato fino a 50 persone. A gennaio 2024 partirà, con le medesime modalità, un “Corso di storia locale” che prevede appunto ulteriori conferenze seguite da escursioni sul territorio;

Il secondo strumento di divulgazione consiste nella pubblicazione di saggi scientifici sulla rivista on line (Benacus-Garda) di ASAR (“sul Romanino a San Felice” di Liliana Aimo e Gian Pietro Brogiolo, e sulla “Rocchetta” di Andrea Danesi) e su riviste altre nazionali (il “Carmine” di Brogiolo e Barbara Scala pubblicati sulla rivista “Archeologia dell’Architettura”);

Il terzo strumento di divulgazione riguarda la collana dei “Quaderni della Comunità di San Felice” che esplora diversi temi della storia e dei monumenti di San Felice.

Il primo “quaderno”, presentato oggi, approfondisce la nascita e l’evoluzione del nostro Comune.

  • Il secondo quaderno riguarderà i danni sismici nel passato rilevati negli edifici del centro storico di San Felice, curato dai ricercatori dell’Università di Padova;
  • Il terzo quaderno riguarderà il centro storico di Portese, comune autonomo fino al 1928;
  • Il quarto quaderno tratterà della famiglia Rotingo e il loro palazzo, ora sede del Comune (a cura dalla Professoressa Aimo);
  • Il quinto quaderno avrà come tema l’Isola del Garda, ora proprietà della famiglia Cavazza;
  • Il sesto quaderno riguarderà il convento del Carmine;
  • Il settimo quaderno, la chiesa dei Santi Felice e Nabore nel castello di San Felice.

Il quarto strumento di divulgazione di questo progetto consiste in una serie di schede divulgative con testi e immagini su storie di siti, personaggi ed eventi della storia delle comunità che hanno dato vita, nel 1408, ai due comuni di San Felice e di Portese;

Il quinto strumento di divulgazione comporta, a partire dal 2024, la realizzazione di brevi video narrati su varie località del nostro comune, di cui cinque dedicati rispettivamente a: San Fermo – Cisano – Portese e il suo castello – Il centro storico di San Felice e il suo castello – Il piccolo nucleo di Trevignane.

Tutte queste attività vengono realizzate grazie alla dedizione dei volontari che stanno lavorando a questo progetto, al sostegno del Comune di San Felice del Benaco, e all’entusiasmo della nostra comunità, con la quale siamo onorati di condividere la nostra storia.

Portese
Veduta aerea di Portese, frazione di San Felice del Benaco.

 

 

I commenti sono chiusi.