Elezioni a Salò, alta tensione nella minoranza in Consiglio comunale

SALO’- Il gruppo consigliare di opposizione Salò Futura si scioglie. Forti tensioni tra i consiglieri di minoranza a pochi in giorni dal lancio della candidatura a sindaco di Giovanni Ciato.

Per la politica salodiana è un Natale ad alta tensione. O almeno tale può considerarsi in riferimento a quanto accaduto nella seduta del Consiglio comunale del 21 dicembre scorso.

Nel corso della riunione il gruppo consiliare di minoranza Salò Futura, guidato dal consigliere Giovanni Ciato, si è sciolto. La causa è l’intenzione di fuoriuscire da questa compagine annunciata da due dei tre consiglieri appartenenti al gruppo, intenzionati a continuare il mandato amministrativo come indipendenti.

Il consigliere Francesco Cagnini, nel comunicare le cause che hanno condotto a questa decisione, ha osservato “come il capogruppo Ciato abbia interpretato il suo ruolo in modo personalistico, mettendo la propria visibilità al di sopra del gruppo e della comunità che rappresentiamo. L’atto finale si è consumato il 6 dicembre, quando egli ha ufficializzato la sua candidatura a sindaco con una lista dal nome Città Futura Salò” (leggi qui il comunicato diffuso da Francesco Cagnini, ndr).

A ciò ha fatto seguito la consigliera Manuela Zaminato, annunciando le dimissioni da componente del gruppo consiliare, a causa “del disaccordo con la linea di condotta del capogruppo Ciato: da ormai troppo tempo non più basata sulla consultazione e sul coinvolgimento dei consiglieri nell’azione politica. Egli ha agito in modo sempre più autoreferenziale e autocratico nei processi di elaborazione e di presentazione degli emendamenti. Questo modus operandi ha generato frustrazione e ha ostacolato la capacità di lavorare in modo coeso ed efficace e di giungere all’espressione di posizioni unitarie” (leggi qui il comunicato diffuso da Manuela Zaminato, ndr)..

La risposta da parte del consigliere Giovanni Ciato, successivamente riassunta in una nota affidata ai social: “Le motivazioni addotte sono la mancanza da parte mia di comunicazione e condivisione di temi che invece ho portato avanti in completa autonomia, tutte cose vere dal momento che le differenze di visione, direi ormai su tutto, erano evidenti da oltre tre anni e rallentavano l’attività di opposizione.

A Cagnini – continua Ciato – ho fatto presente che già nel 2021, e recentemente anche il 14 settembre di quest’anno, gli avevo chiesto di prendere una decisione, se andare o restare, dal momento che le sue votazioni in aula, pur rispecchiando le indicazioni che venivano condivise, le motivazioni che adduceva in sede di dichiarazione di voto erano di condivisione delle scelte della maggioranza.

A Zaminato – dice ancora Ciato -, pur riconoscendo la linearità del suo comportamento, ho evidenziato come le differenze su molti temi importanti, come sull’ex ospedale, dove il suo voto non è stato quello da me indicato per non perdere l’opportunità di avere una struttura sanitaria a Salò, e sulla ex Tavina, dove addirittura è seguito un ricorso al TAR che ha rischiato di riportare la volumetria originaria che era ben maggiore rispetto a quella concessa, ho contestato la sudditanza alla segreteria del suo gruppo politico” (Leggi qui il comunicato diffuso da Giovanni Ciato, ndr)”.

 

 

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