Bracconaggio nel Parco Alto Garda. Denunciati padre e figlio

TREMOSINE - Spari nel bosco a Tremosine, gli agenti si appostano e fermano padre e figlio: con loro un armamentario da bracconieri. I due sono stati denunciati.

Iniziata come un’operazione di soccorso ad un capriolo ferito (che si era rifugiato nel parco di una villa a Barbarano di Salò), si è conclusa con il sequestro di una dotazione da bracconaggio e la denuncia di due persone, padre e figlio di Tremosine.

I fatti si sono svolti martedì 14 gennaio, protagonista una pattuglia composta da tre agenti della Polizia Provinciale di Brescia.

I tre erano intervenuti a Barbarano, dove non senza difficoltà sono riusciti a mettere in sicurezza l’animale, cui sono state prestate le cure necessarie per una escoriazione apparsa tuttavia superficiale. E’ stata quindi decisa l’immediata liberazione dell’ungulato.

Così è avvenuto: gli uomini della Provinciale hanno caricato l’animale sulla Jepp di servizio e si sono diretti verso Tremosine, nella zona di Val Negrini, nel cuore selvaggio del Parco Alto Garda, dove hanno rimesso in libertà il giovane capriolo. Sembrava così volgere al termine una giornata di ordinaria attività quando gli agenti hanno udito un colpo d’arma da fuoco. Insospettiti si sono posizionati in zona cercando di individuare la direzione di sparo e riuscendo ad udire altre due fucilate.

Dopo un breve appostamento gli uomini del Distaccamento di Vestone hanno fermato due persone , un 58enne ed un 29enne di Tremosine, padre e figlio, in atteggiamento alquanto sospetto.

Nonostante le rassicurazioni dei due uomini che hanno negato in un primo momento alcun coinvolgimento negli spari, un’ accurata perquisizione degli agenti sul veicolo faceva rinvenire, occultato in un doppio fondo del mezzo, una carabina winchester calibro 270 con ottica di precisione, tre proiettili esplosi ed uno integro.

Non solo: gli agenti hanno rinvenuto anche una vera e propria dotazione da bracconaggio consistente in capienti zaini, ottiche, binocoli, telemetri, visori notturni, radio ricetrasmittenti, segacci, coltelli a pugnale, guanti e sacchi di plastica, tutto il necessario per individuare, abbattere e macellare sul posto quanto il Parco avrebbe offerto tra caprioli, cervi o cinghiali.

 

Dopo l’ammissione di responsabilità dei due gardesani, le operazioni si sono concluse a Tremosine con l’arrivo sul posto del Comandante della Polizia Provinciale intervenuto da Brescia. Dagli accertamenti eseguiti è emerso che il 58enne  risultava privo di licenza di caccia perché già sospesa, mentre il figlio deteneva ed impiegava munizioni non denunciate.

Oltre al sequestro di tutto il materiale, armi e munizioni, i due tremosinesi denunciati a piede libero dovranno ora rispondere in concorso tra loro di caccia senza licenza, caccia in giorno di silenzio venatorio (il martedì non è giorno di caccia), porto illegale d’arma da fuoco all’interno di zona vietata come il Parco Alto Garda, detenzione e utilizzo di munizioni non denunciate, omessa custodia di armi e munizioni.

Le operazioni si sono quindi concluse in tarda serata con il sequestro del materiale e la denuncia all’Autorità Giudiziaria dei due fermati.

 

 

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